Sabato 2 Novembre 2024

Don Ciotti ai giovani della Diocesi di Manfredonia: “Basta commuoversi, occorre muoversi” (Foto)

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Un passaggio veloce ma incisivo quello di don Luigi Ciotti, fondatore dell’Associazione Libera Contro le Mafie, a Manfredonia nella mattinata del 27 Aprile, invitato dall’Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo all’interno del Progetto “Settimana dell’educazione”.

La pioggia non ha distratto i giovani o bloccato l’evento, numerosi sono giunti dalle scuole secondarie di 2° grado di Manfredonia e dei paesi limitrofi, accolti poi nella cattedrale.

Prima di incontrare gli studenti don Ciotti si è fermato presso Piazzale Brunelleschi per la benedizioni dell’orto sociale e parco giochi dedicato a don Peppe Diana, voluto dall’Amministrazione Comunale all’interno dei progetti sugli orti sociali. La decisione presa da tempo di dedicarlo a don Diana ha bene visto l’occasione della presenza di don Ciotti, grande amico del citato sacerdote ucciso dalla camorra.

Lo ha ricordato lo stesso sindaco Angelo Riccardi dando ancora una volta il benvenuto a don Luigi in questa terra tanto segnata da mafie ed illegalità ma ricca di bellezze umane e naturali, ricca di giovani da valorizzare. L’orto sociale dedicato a don Peppino Diana è un segno di provocazione ed attenzione da voler dare alla Città.

L’Arcivescovo Castoro ha accolto don Luigi ricordando l’impegno della nostra Chiesa Diocesana sul fronte dell’educazione con vari progetti di dialogo con agenzie educative e lo ha ringraziato del lavoro che svolge per i giovani e dell’esempio che è per tutta la Chiesa e tutti i sacerdoti.

Don Ciotti ha cominciato il suo discorso, dopo aver ascoltato svariate domande degli studenti presenti, ricordando la giovane M.L. scomparsa un mese fa raccontando a tutti dell’incontro che lui stesso ha avuto con la mamma pochi attimi prima e di un tema letto insieme dove veniva ricordato che la vita va vissuta lasciando il segno, impegnandosi quotidianamente e sino in fondo per qualcosa di positivo, ha ricordato e sottolineato di non giudicare ciò che è accaduto ma di continuare tutti insieme ciò che la piccola aveva cominciato, proprio sul fronte dell’impegno sociale e della legalità, perché da soli non si fa nulla.

Ha parlato di mafia don Luigi, ma soprattutto di cultura mafiosa che è peggiore, si insinua nei luoghi del potere, negli Enti Pubblici e si traveste da “legalità illegale”. Ha coniato un espressione che è sintesi di tanti atteggiamenti diffusi: “In Italia qualcuno ha scelto di adottare la legalità sostenibile, ossia quando conviene la si accetta, quando è scomoda la si ignora”.

Ha spronato i giovani ad essere responsabili, profondi, veri, a guardare ciascuno alle proprie diversità, apprezzarle come dono da mettere insieme, lottare insieme verso obiettivi comuni. Ha affermato che “la diversità è il sale della vita e mai deve divenire avversità”.

Ha chiesto ai giovani presenti di darsi una mossa condannando alcuni atteggiamenti diffusi nella società civile, anche tra giovani, e nelle istituzioni. Ha condannato il commuoversi dicendo che “basta commuoversi occorre muoversi”, ribadendo che non basta fermarsi e lasciarsi prendere da emozioni, ma occorre tornare a progettare insieme, pensare azioni e contributi di cui tutti possono essere capaci, citando ancora una volta la piccola M.L. ed il suo progetto di creazione di un murales cittadino sulla legalità. Tutti possono progettare e dare contributi.

Alle istituzioni ha ricordato di “Fare meno convegni e darsi una mossa”, evitando eventi che sono sporadici ed insignificanti. “L’educazione – ha ricordato – va progettata, costruita insieme in percorsi condivisi e fatte nelle azioni concrete”.

Ai giovani ha detto con tono forte e passionale “Se incontrate qualcuno che sa tutto girate alla larga in realtà è uno che non sa niente”.

Ha indicato tre parole: conoscenza, responsabilità e giustizia. Ha precisato che tra queste non c’è una “e” congiunzione, ma una “è” verbo, perché ognuna è l’altra e non possono essere senza.

Conoscenza è “ andare in profondità, oggi c’è peccato di sapere, c’è troppa conoscenza di seconda mano, che altro non fa che creare fango su molti siti. Oggi c’è bisogno di ricercare e vivere esperienze sul campo”.

Responsabilità è sapere che ciascuno deve fare il suo, che ciascuno ha le sue responsabilità sulle cose, qualsiasi sia l’ età e che non si può stare zitto ed essere omertosi altrimenti si è complici e non costruttori.

Per giustizia don Ciotti intende relazioni vere e profonde, dove ciascuno si fa prossimo all’altro e non cerco di sopraffarlo, ma insieme cerca il bene comune.

Don Salvatore Miscio ha terminato l’incontro ricordando ai docenti e ai ragazzi presenti che ora è possibile lavorare su quanto detto e che ciascuna scuola, ciascuna classe può comunicare iniziative, idee, progetti che possono essere realizzati in nome dei valori citati cosi da dar segno visibile della meraviglia e dell’operosità dei ragazzi.

Da parte del coordinamento organizzativo della Settimana dell’educazione (Ufficio Scuola e Cultura, Ufficio insegnamento della Religione Cattolica, Servizio per la Pastorale Giovanile, Ufficio Famiglia, Progetto Policoro) va un ringraziamento all’Arcivescovo per l’appoggio, a tutti di docenti che hanno creduto e favorito tali iniziative, alle forze di Polizia presenti che si sono messe a totale disposizione, all’Amministrazione Comunale, a don Ciotti, il Gruppo Abele e l’Associazione “Libera contro le mafie”

IL COORDINAMENTO DELLA                                                                                                                    

SETTIMANA DELL’EDUCAZIONE

foto Saverio De Nittis

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Commenti

  • Chi ha dato il permesso per tutti quei palazzi di cemento a Manfredonia? Bravo don Ciotti

    IO LO CONOSCO CAMPO DI FIORI 28/04/2015 15:26 Rispondi
  • Ringrazio Don Ciotti, nell’aver sottolineato due termini ” conoscenza e responsabilità”, io credo che un cittadino che ha a cuore il bene comune, prim’ancora di sentenziare, ha l’obbligo morale di conoscere ed avere piena consapevolezza delle tematiche che riguardano il proprio territorio e allo stesso tempo guardarsi allo specchio e farsi un’auto analisi sulle proprie responsabilità.

    Pasquale Bisceglia 27/04/2015 22:00 Rispondi

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