70 anni non sono molti nella storia di un continente, di un Paese, di un territorio, di una città, non tanti per archiviare solo come un lontano ricordo una guerra imperialista e razzista che il fascismo e il nazismo propugnarono in Italia trovando, in un primo momento, l’opposizione di pochi spiriti liberi.
Allorché i nostri padri, dopo un ventennio di regime dittatoriale e violento, riconquistarono la libertà costata sacrifici e sangue, ebbe inizio la costruzione di una nuova democrazia, che puntava al capovolgimento della concezione autoritaria nel governo delle nostre comunità.
A questo cammino e a questa costruzione la nostra terra ha contribuito in modo significativo, anche ed in particolare grazie all’opera lungimirante di personalità dalle idealità radicate nei principi della giustizia sociale e della libertà, come Luigi Allegato, Nicola Stame, Giuseppe Di Vittorio, Giuseppe Papa, Michele Magno e altri.
Grazie a quell’impegno profuso per la libertà, la democrazia, il progresso civile, ci è stata dunque consegnata, con un Paese nuovo, una eredità ideale preziosa e unica, fondata su valori di rispetto della vita degli uomini e delle donne e sul pluralismo, sulla responsabile valorizzazione di tutto ciò di cui materialmente disponiamo nel creato, sulla pace.
Vale veramente la pena di richiamarsi a quel momento storico così alto per il nostro Paese e per tutti noi, specie oggi che ci proponiamo di uscire dal malcostume di un arrogante ed errato modo di intendere la politica, di realizzare una riforma delle nostre basi costituzionali e di vita democratica che proprio di quei giorni sono figlie, di edificare una più solida e rassicurante nazione europea, di dare risposte vere ai tanti -soprattutto giovani- che subiscono l’incertezza del futuro a causa di crescenti disparità e difficoltà sociali e della mancanza di lavoro, di non voltare le spalle a migliaia di esseri umani che perdono la vita in disperate traversate su mari di sangue, per cercare di sopravvivere a guerre fratricide in Paesi vicini.
Anche oggi, come 70 anni fa, dobbiamo scegliere la luce, la via delle riforme, del rinnovamento, della solidarietà e della giustizia sociale, in Italia e qui, nella nostra terra, dove più che mai abbiamo bisogno di seguire le logiche del diritto, della legalità, del rispetto per le diversità, contro chi non sa fare a meno dell’arroganza dell’autoritarismo e dell’uso personalistico delle funzioni pubbliche.
Dobbiamo scegliere la fiducia verso la speranza del cambiamento e della innovazione su chi cerca di affermarsi e conquistarci con l’odio verso chi dissente, con la sottomissione, con la paura per il nuovo.
Comunicato stampa
L&W Capitanata