La Caritas promuove la costituzione di un fondo solidale per famiglie bisognose
Anna è una signora di sessant’anni che dovrebbe raggiungere Milano per una visita di controllo, ma non ha i soldi per andarci. Matteo è un giovane genitore che non riesce più a pagare il fitto di casa a motivo dell’improvvisa perdita del lavoro. Angela è una ragazza madre, recentemente abbandonata con due minori dal compagno, per cui la Caritas l’ha adottata provvedendo a tutto. Sono alcune delle storie di dignità ferita, di individui davvero bisognosi. Per queste situazioni continuano nella città dell’Arcangelo le iniziative di carità realizzate insieme ai vari attori sociali, con il concorso della gente dal buon cuore. In quest’ottica, dopo il successo della colletta alimentare cittadina e la distribuzione di quanto generosamente donato a famiglie in reale bisogno, è la volta della cena di solidarietà che si terrà sabato 18 aprile. Circa 250 persone, più di 100 famiglie, daranno volto alla speranza, costituendo un fondo di carità partecipata. L’idea è stata lanciata da don Domenico Facciorusso, parroco e direttore della Caritas diocesana, durante il seminario di studio promosso dall’azione cattolica diocesana. Quasi una provocazione finalizzata a sostenere la coscienza civica verso un dolore celato tra le mura di tante case a causa della crisi finanziaria. Dal recente dossier su povertà e risorse, infatti, presentato a Monte Sant’Angelo dalla Caritas nel mese di marzo, emerge proprio il quadro di un territorio diocesano malato ed in certi casi anche in modo molto grave. Difficile è sostenere la speranza che, però, non manca di essere raccontata anche da simili iniziative costruire in modo partecipato. Di fronte all’aumento delle famiglie in condizioni di deprivazione, cioè segnate dal non poter sostenere spese impreviste e necessarie, quelle cioè inerenti la cura della salute o il riscaldamento dell’abitazione, occorre riorganizzare la speranza in modo condiviso. Si tratta di far emergere il bene, di organizzare eventi in cui ciascuno risponde in base alle proprie disponibilità, al fine di arginare i tanti disagi causati dalla perdita del lavoro. Nell’incontro con la gente, infatti, affiora spesso la rabbia e la sfiducia, insieme all’angoscia e alla tristezza del sentirsi soli. Una sofferenza mentale da accostare con rispetto e viva umanità, facendo sentire anche il rumore di un territorio in movimento, cioè vicino con discrezione e gesti concreti alle famiglie veramente bisognose.
L’iniziativa del fondo di solidarietà è stata promossa dalla locale parrocchia “Santa Maria del Carmine”, all’interno della peregrinatio della statua di San Michele Arcangelo. Tra le iniziative, infatti, valute per significare l’evento religioso, si è promosso anche quella sociale. Come a dire: la fede di una comunità deve trovare forma in gesti di carità, nell’essere, cioè, affianco ai bisogni reali della gente.
don Domenico Facciorusso, parroco