Tecnicamente si chiama Cymodocea nodosa, è l’alga che si spiaggia sulle nostre coste e che rende tetri molti litorali pugliesi e d’Italia soggetti a questo fenomeno. Le straordinarie mareggiate degli ultimi periodi hanno sommerso quasi completamente di alghe la scogliera rimasta indenne dalla conquista del cemento nel tratto del lungomare di Siponto. “La cymodocea nodosa ha i giorni contati” recitava un comunicato stampa del nostro Comune nel 2011, ma probabilmente non ci si rendeva conto dello straordinario fenomeno che, se non gestito annualmente in modo drastico, avrebbe provocato quello che è sotto gli occhi di tutti. Paradossalmente quest’alga spiaggiata è una risorsa per la nostra città, un El Dorado per qualche progettista che conserva gelosamente nel cassetto un progetto di compostaggio che trasformerebbe quest’alga in un compost di qualità utile come fertilizzante naturale. Il problema è trovare i tre milioni di euro necessari per realizzare l’opera, e pare che al momento non si veda ancora la luce per questa nuova iniziativa “imprenditoriale”. La gestione e movimentazione di questa particolare alga prevede un disciplinare ben preciso, poiché è classificato come rifiuto speciale e come tale deve essere manutenuto secondo precise prescrizioni e trattato da società specializzate. Nel 2011 la nostra amministrazione comunale avviò, in via sperimentale, uno specifico progetto: “Valorizzazione dei resti di Cymodocea nodosa spiaggiati nel tratto di costa antistante il lungomare di Siponto” (delibera di Giunta Comunale n° 234 del 26/07/2011), finalizzato allo studio sperimentale del riutilizzo della cymodocea per il ripascimento dunale. Il progetto affidato alla Eco-logica di Bari, a fronte di una consulenza di 15 mila euro, ha previsto il ripascimento di tratti costieri del litorale di Siponto. Infatti il materiale spiaggiato (parte di esso) è stato utilizzato per il ripristino del cordone dunale di una porzione di litorale sabbioso, visto che il Piano Regionale delle Coste ha evidenziato l’arretramento di un ampio tratto della costa di Siponto. Il materiale spiaggiato viene allocato a nord della foce del fiume Candelaro. Il problema di fondo è più o meno sempre lo stesso: le casse comunali sono allo stremo e l’Assessorato all’Ambiente ha a disposizione per gestire la pulizia delle scogliere, arenili e spiagge non date in concessione, annualmente un budget di circa 30 mila euro. Risorse troppo limitate per gestire l’ordinaria annuale pulizia della nostra costa, immaginiamo per gestire uno spiaggiamento straordinario. Il Porto Turistico “Marina del Gargano” non rientra nella gestione dell’Autorità Portuale di Manfredonia e per tale ragione il canone demaniale finisce inspiegabilmente nelle casse regionali; mezzo milione di euro l’anno. Risorse che potrebbero essere utilizzare per manutenere le nostre aree costiere. Non è molto gratificante per l’immagine della nostra città mostrare un litorale praticamente sommerso da questa alga scura, soprattutto ora che si comincia a parlare di “turismo”, si fa per dire. Nel frattempo l’Assessore Regionale Leonardo Di Gioia, ha diffuso l’ordinanza balneare 2015 volta anche a sostenere, si spera non solo con circolari esplicative e di indirizzo, la gestione dei tratti costieri della Puglia. C’è un grande problema da risolvere in città, si parli anche di questo durante l’ormai avviata campagna elettorale.
Raffaele di Sabato
Non vorrei sbagliare ma non è un’alga marina, ma una pianta marina?????????????????????????????????????????????
nel nostro piccolo l’unica cosa che possiamo fare e boicottare il mitico studio sito in corso Manfredi che ha progettato questo schifo!
caro pietro prima di dare l’appalto le riunioni le hanno fatte festeggiando anche con la torta.
è vero quello che dici, ma da eliminare sono tutti quelli che li hanno progettato. Comunque fra non molto tutto quel pelame arriverà fin sopra la strada visto che non viene fatta nessuna pulizia soprattutto nella parte dopo il ponte.
Leggevo un articolo qualche mese fa in Svezia, prima di dare in appalto o prima di iniziare dei lavori fanno tante riunioni fino a quando tutti sono sicuri e consapevoli del risultato che devono avere.
Maledetti saranno in eterno tutti i responsabili di un tale scempio fatto alla natura e a Dio !!!!!!!!!!!!!!!! Non vi saranno sconti per nessuno e specie per quelli che dovevano e potevano evitarlo e non lo hanno fatto nel nome del loro dio denaro !!!!
Quelle barriere sono sbagliate. Le barriere si costruiscono con l’ausisilio di mezzi navali e non di camion..tutte le barriere frangiflutti sono diverse da quelle di Manfredonia..e i risultati si sono visti! Una vergogna mondiale! Bisogna elimare i lati delle barriere!!!
vorrei vedere il sindaco riccardi con tutti i suoi lecchini a spalare tutta la cymodocea
Mi chiedo ancora perchè il comune non ha chiesto i danni al famoso studio che ha progettato questa bariera frangiflutti (e prima ancora ha progettato la mitica pista ciclabile di Siponto)…..
Grazie a certi esperti professori universitari pagati lautamente coi nostri soldi… che hanno analizzato le correnti ma che forse non hanno tenuto conto di quello che il mare produceva…. e che grazie alla presenza dei frangisflutti hanno permesso il massiccio deposito lungo la costa sipontina, dove prima il gioco delle naturali maree faceva disperdere le stesse alghe…. che spiaggiavano e ritornavano in mare…
A mio avviso i frangisflutti andavano realizzati solo nella zona prospicente le case dei pascatori… le quali più volte, quando mareggiava, provocava il fenomeno dello sversamento di ciotoli che arrivavano persino sulla strada oltre le case….
A Manfredonia non esiste più uno spazio verde curato, l’erba nelle aree verdi è arrivata anche a un metro d’altezza. A nessuno importa! Questo scempio sul lungomare poi è l’emblema di quello che è diventata Manfredonia…IL BELLO VIENE ORA??? PERSONALMENTE MI AUGURO DI NO!!!
Ci penserà senz’altro il bello viene ora…