Poco più di venti giorni fa, sono stato nel Castello svevo-angioino-aragonese della mia città natale; ero con alcuni ospiti provenienti dai Monti Dauni. Hanno ammirato la bellezza del nostro maniero. Qualcuno mi ha detto, sottovoce, con pudore: ma quando termineranno i lavori? Perché ci sono tutte quelle lapidi a terra?
Non ho potuto dare una risposta, anche perché non conoscendo le vicissitudini del restauro della fortezza posta di fronte al mare, in un luogo incantevole, non potevo fornire una spiegazione ragionevole.
Purtroppo la risposta è arrivata: apprendiamo da fonti di stampa (per ora) e non da quelle istituzionali (mannaggia!!!) che per via del perdurare dei lavori di restauro, si rende necessaria la chiusura; come se a Firenze chiudessero gli Uffizi, o a Roma i Musei Vaticani. Ma la serrata forzata non avverrà in un momento “morto” dell’anno, ma in prossimità dell’estate.
Or dunque perché questa scelta capotica, proprio mentre la città tenta il rilancio turistico-culturale?
I sipontini dovrebbero ribellarsi; sarebbe come privarci della nostra casa e non farci entrare.
La città di Manfredonia dovrebbe vivere di turismo e di cultura, ma nella nostra landa, abbiamo solo due bed&breakfast. A Bovino, per esempio, con un numero di abitanti che non arrivano a 10.000, ci sono 20 bed; cinque musei, ed il centro storico è stato definito uno dei più belli d’Italia.
Noi abbiamo a Manfredonia, Via Maddalena (l’antica Ruga de la Confectaria), Arco del Boccolicchio (che l’ottimo Bruno Mondelli sta cercando di valorizzare, quindi un privato), che è preda di vandalismi quotidiani, con un’illuminazione scadente, e numerose presenze d’infissi anti corrodal. Nel nostro centro storico non c’è un piano colore delle facciate delle case, ci sono i fili dell’Enel che assalgono portali di pregio, balconi, cornicioni. Insomma dovremmo vivere di turismo per 365 giorni l’anno, ed invece, aspettiamo che l’imprenditore forestiero venga ad investire nel territorio, magari con qualche impianto molto impattante, e che una decina di persone possa trovare lavoro.
Non è così che si rilancia una comunità che non ha nulla da invidiare ad altri siti, forse più famosi, ma con meno attrattive delle nostre.
Scongiuriamo quindi la chiusura del Castello, almeno per quest’estate, e che nel prossimo autunno si possano continuare i lavori, con più calma e magari con maggiore attenzione ad avvicinare questo pregevole monumento architettonico alla città.
Giovanni Ognissanti
Foto Bruno Mondelli
É bello constatare che in questa città c’è chi vive ancora di illusioni, il turismo? Non ci crede nemmeno chi è stato deputato a promuoverlo.
Ad esempio, non leggo nessuna nota o presa di posizione sul deposito di Gas da parte di nessuna Agenzia del turismo, ne tanto meno da suoi soci, compreso chi si attiva per rivitalizzare un vicolo. Nessuna associazione che rappresenta le attività turistiche ha espresso un proprio leggittimo parere a difesa dei propri interessi.
E allora ma di cosa parliamo.
Manfredonia dovrebbe vivere di turismo, ma in verità vive delle continue sciocchezze che questa amministrazione propone ogni santo giorno
dovrebbe rialzarsi dalla tomba re manfredi per dare una risposta,,,altro che il bello viene ora…
Che il Sindaco spieghi tanta lungimiranza organizzativa! Vanno richiesti i danni alle Ditte in ritardo ( se di è in condizione di farlo…..capisci a me!!!). IL BELLO VIENE ORA? Vai a lavorare!
Eccoci di nuovo di fronte ad un’altra opera incompiuta.
Passata la prima scadenza, per l’ultimazione dei lavori, nonchè la proroga di novanta giorni… ora si è arrivati, nientemeno, alla chiusura del maniero e del Museo Archeologico… ma servirà effettivamente a qualcosa ?
Ma tutte a noi capitano imprese che prendono i lavori e che non li portano a termine nei tempi previsti….
Ma cke dentro il castello ce qualkosa di bello e interessante?
Mai sentito parlare di stele daune? Mai sentito parlare del museo archeologico??? È di manfredonia?
Il bello viene ora…