Venerdì 13 marzo, presso la Casa Speranza di Borgo Mezzanone, vi è stata la presentazione di “Sangue e Pomodoro”, storia, tratteggiata dalle vignette di Umberto Romaniello, di un ragazzo brutalmente sfruttato dai caporali delle nostre campagne. La presentazione si inserisce all’interno di una serie di tre incontri miranti alla narrazione dei dieci anni di attività dello sportello Avvocati di Strada-Foggia. La scelta di Borgo Mezzanone appare quasi scontata nella sua logicità dal momento che gli Avvocati di Strada, costantemente in difesa dei più deboli, trovano nella frazione sipontina e ancor più nel CARA (Centro Accoglienza per richiedenti asilo) uno dei principali teatri del loro agire, essendo questo luogo di raccordo di un gran numero di migranti, quasi sempre extra-comunitari, alla ricerca nelle nostre calde terre di una vita migliore. Esemplificare la loro attività nei pur fondamentali sportelli d’ascolto per gli immigrati, richiedenti asilo politico, è riduttivo e non dà giustizia sino in fondo del loro essere uomini eccezionali prima che ottimi avvocati. Il loro raggio d’azione, non potendo prendere mandati in base a quanto stabilito dal loro regolamento, non si limita alla sfera giudiziaria ma va ad intrecciarsi con la professionalità di altre figure operanti sul versante sociale, come gli psicologici. Necessitano quindi di una conoscenza non solo dei codici giuridici ma anche dell’essere uomo e dell’essere uomo immigrato in una terra straniera, senza i propri affetti, in balia della sorte o meglio di una mala sorte incarnata nei caporali che starnazzano nelle campagne. Uomini, come li definisce, Massimiliano Arena, membro del consiglio direttivo degli Avvocati di Strada-Foggia, pronti a fare del bisogno altrui il proprio business. Molti extra-comunitari, non potendo soggiornare al CARA e non essendo “rispedibili” nei loro paesi d’origine immediatamente, in base a quanto stabilisce la legge, cadono nella rete di queste bestie divenuti mediatori tout court e pronti ad offrire loro non solo un lavoro ma anche un alloggio, dai 5 ai 7€ al giorno, acqua e anche le prestazioni sessuali di povere ragazze di cui sono lenoni. Con l’aiuto della Caritas locale, dell’unità mobile del Gruppo Emergency; dell’associazione Libera, gli avvocati di strada lottano, per cercare di allontanare dal mercato nero del lavoro gli immigrati, contro queste bestie a rischio di pesanti intimidazioni come quella del giugno scorso nel ghetto di Rignano. Il plauso più grande va rivolto però verso gli abitanti di Borgo Mezzanone che agiscono nel silenzio, specie a difesa delle voci più flebili ed esposte ai pericoli di una vita in cattività come i bambini, figli di extra-comunitari. Persone come la maestra Dina Diurno tentano, come si evincerà negli altri due incontri alla Stazione di Foggia e al Dormitorio Sant’Alfonso, di dare voce a chi voce non ha perché, come ama ripetere l’avv. Arena, parafrasando M.L.King: “Non ho paura del rumore dei caporali ma del silenzio di chi non vuol vedere”
Domenico Antonio Capone