Il centro storico di Monte Sant’Angelo si appresta ad accogliere le tradizionali “Fanoje di San Giuseppe”, imponenti cataste di legna che vengono bruciate nei vari rioni della città in un rito propiziatorio e purificatore. 3 i falò ed un grande concerto con 3 gruppi del territorio e la partecipazione straordinaria di Eugenio Bennato. Mercoledì 18 marzo, a partire dalle ore 19, i bianchi vicoli del Rione Junno si trasformano in un percorso tra tradizioni, musica, enogastronomia.
Per il Sindaco di Monte Sant’Angelo, Antonio di Iasio, con le Fanoje “valorizziamo e custodiamo le nostre tradizioni per tramandarle alle future generazioni, ma rappresentano anche un importante vettore di promozione turistico-culturale”. “Grazie a quanti si impegnano per la buona riuscita dell’evento, dalle associazioni alle parrocchie” aggiunge il primo cittadino.
“Le nostre tradizioni fanno parte della nostra storia e della nostra cultura. Fondamentale è valorizzarle e promuoverle nel migliore dei modi” – dichiara Giuseppe Ciuffreda, Assessore ai beni e alle attività culturali, che aggiunge – “Questo è il nostro intento: far crescere i nostri ‘grandi eventi’ attraverso una precisa strategia di promozione”.
Gli fa eco Michele Ferosi, Assessore al Turismo: “Gli eventi sono grandi attrattori per il settore turistico. Promuoverli in questo periodo dell’anno ci aiuta anche a destagionalizzare. Le Fanoje, infatti, quale evento della tradizione, le promuoviamo e le promuoveremo sempre più come un’esperienza”.
IN PROGRAMMA: 3 saranno i luoghi che saranno illuminati dal calore dei falò: alle ore 19 presso la Parrocchia Santa Maria del Carmine; alle ore 19.30, in Largo Tomba di Rotari, l’accensione del falò e alle ore 20 il concerto del gruppo folk locale “Razza garganica”; segue, alle ore 20, l’accensione del falò in Largo Dauno e dalle ore 20.30 inizia il grande concerto con I Cantori di San Giovanni Rotondo, Himarmene, Le Indie di quaggiù e la chiusura affidata ad Eugenio Bennato, il grande cantautore napoletano fondatore prima della “Nuova Compagnia di Canto Popolare” (nel 1969) e poi del movimento “Taranta Power” nonchè autore di grandi successi, quali “Che il Mediterraneo sia”, “Grande Sud” e tanti altri. Nella serata spazio anche alle degustazioni di prodotti tipici.
L’evento è promosso dagli Assessorati alla cultura e al turismo della Città di Monte Sant’Angelo in collaborazione con le associazioni Agesci, La Scossa e Museca, Luna Rossa Event, Studio1 e la parrocchia di Santa Maria del Carmine.
LE FANOJE: Una tradizione in onore di San Giuseppe che simboleggiava, nell’immaginario collettivo, il passaggio dalla stagione fredda a quella mite. Attraverso un rito propiziatorio e purificatore si celebrava, appunto, l’arrivo della primavera. Ogni rione approntava la legna per l’accensione di queste imponenti cataste costituite da tronchi d’albero, vecchi oggetti, utensili stantii e stracci logori ammassati uno sull’altro per formare delle vere e proprie pire.
“LE FANOJE DI TANCREDI” – Lo studioso delle tradizioni popolari Giovanni Tancredi, nel suo libro intitolato “Folclore Garganico” riporta, in occasione della vigilia di San Giuseppe, un aneddoto riguardante le “fanoje” che attesta quanto grossi ed alti fossero i fuochi in oggetto (intorno ai quali si beveva e si cantava) e soprattutto con quanta trepidazione i fanciulli attendessero la sera del 18 marzo:
“Aijre sere vicina chese ann’appeccete la fanoj e li vampe allongasij arrevevene a li balcune. Po ce sime scalfete e amm cantete. Ij e l’alete uagnune sime sciute pe zeppele da na summene” (“Ieri sera vicino casa mia hanno acceso la fanoja e le fiamme, lontano sieno, arrivavano ai balconi. Poi ci siamo riscaldati e abbiamo cantato. Io e gli altri fanciulli siamo andati per legna da una settimana”).