Giovedì 21 Novembre 2024

S.O.S per la Chiesa del Cimitero

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Garantire la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali è un preciso impegno che l’amministrazione comunale sta realizzando per favorirne la fruizione da parte di tutti i cittadini ed in particolare dei giovani”. Con l’ufficializzazione di tale impegno, l’allora sindaco, Avv. Paolo Campo e il dinamico assessore, alle Opere Pubbliche, Geom. Angelo Riccardi – oggi, primo cittadino della nostra città – comunicavano il completamento dei lavori di ristrutturazione della Chiesa del cimitero “S. Maria dell’Umiltà”. Un gran lavoro, progettato dall’arch. Raffaele Beverelli, che ha restituito alla comunità una chiesa di pregevole valore che ha visto i suoi natali nel lontano 1571, allora intitolata a “S. Maria della Vittoria”, a ricordo della vittoria navale che i Cristiani riportarono a Lepanto sui Turchi, il 7 ottobre dello stesso anno. Il progetto di restauro “è stato finalizzato all’aumento della resistenza delle murature, all’ancoraggio della facciata alle pareti laterali ortogonali di perimetro, al contenimento delle spinte degli archi e della volta ed al collegamento dell’intero edificio alla quota di copertura”. chiesa cimitero manfredoniaNel contempo, ad opera della restauratrice, Angela Di Marzo, sono stati restaurati i dipinti ad olio su tela situati nella Chiesa. Con il completamento di detti lavori sono stati restituiti a Manfredonia monumenti e capolavori di grande valore artistico e culturale che andavano ad aggiungersi al portone d’ingresso che, nell’anno 1993, era stato realizzato dallo scultore sipontino, Franco Troiano, su commissione della famiglia Rogato, in memoria della defunta, Patrizia Rogato. Un vero capolavoro, composto da venti bassorilievi dedicati a scene della bibbia, agli apostoli ed ad alcuni santi locali, fra cui San Camillo de’ Lellis. Il tutto sormontato da un pannello, sul quale troneggia la Madonna verso la quale si dirigono alcune anime, condotte da S. Michele Arcangelo, per essere portate in Paradiso. Ebbene, questo capolavoro, per l’edacia del tempo e per non essere stato mai sottoposto a restauri conservativi, ha perso la sua fisionomia e, ormai, non consente più la lettura delle sue figure e dei suoi messaggi. Le due porte di legno sono visibilmente lesionate e scrostate. Un vero peccato, quindi, che non consente più la comunicazione “del suo messaggio che va letto in senso formativo”. E’ d’uopo, quindi, che con l’urgenza che il caso richiede, si metta mano al suo restauro. L’S.O.S. va, in primo luogo, rivolto all’amministrazione comunale, magari attingendo al contributo concesso dalla Comunità Europea, in subordine, a qualche ente o società privata che potrebbe offrirsi come sponsor. E tanto, a memoria di quanto ebbero a sentenziare i precitati amministratori del tempo, perché “sta a tutti noi riflettere sul significato dei beni culturali, conservarli nelle migliori condizioni per affidarli alle generazioni future, restituendoli alla fruibilità pubblica, quali importanti testimonianze della nostra storia, della nostra cultura, della nostra società”.

Onorino di Sabato

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