“Una storia da non dimenticare, una pagina oscura del nostro passato che va tramandata affinché non accada più”, la considerazione del sindaco Riccardi.
“Mi rivolgo ai giovani, alle nuove generazioni, affinché momenti fondamentali, pagine indelebili della nostra storia rimangano consolidati nella memoria collettiva di un popolo”, esordisce così il sindaco Angelo Riccardi nel ricordare che il 10 febbraio di ogni anno, dal 2005 a questa parte, è la giornata nazionale in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale dell’Italia.
“Quella delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è una storia da non dimenticare, una pagina sicuramente oscura del nostro passato ma che, proprio per la sua cruenza, va tramandata di generazione in generazione, affinché non accada mai più”.
Oggi i vessilli nazionale ed europeo di Palazzo San Domenico sono a mezz’asta in segno di lutto e di rispetto per le vittime dell’eccidio di quasi diecimila italiani, avvenuto tra l’8 settembre del 1943 e il 10 febbraio del 1947.
Una vicenda che per quasi cinquanta anni è stata ignorata dalla storiografia e anche da gran parte della politica nazionale. L’istituzione del Giorno del ricordo, dieci anni fa, da parte del Parlamento Italiano, ha sicuramente iniziato a porre rimedio ad una ferita dolorosa della nostra storia.
“Noi ricordiamo e faremo in modo che anche i giovani abbiano consapevolezza della storia, della vicenda delle Foibe e, più in generale, della importanza che ricopre la verità storica per la vita stessa di un popolo, una verità storica che sia il più possibile condivisa. Conoscere le proprie radici fa sì che l’albero cresca più forte e vigoroso”, conclude il sindaco.
Matteo Fidanza
Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia
Tragedia incommensurabile. Genocidio, pulizia etnica, guerra civile, vendette personali, anche per motivi inconfessabili. Tutto scientemente ignorato dalla politica e ‘improvvisamente’ recuperato con la caduta del Muro, sempre molto discretamente e non con aperte prese di posizione come, invece, la questione meriterebbe. Soprattutto per i morti e gli esuli, spesso bistrattati anche in Italia.