Attanagliati come siamo dalla crisi economica, spesso, in maniera irrazionale, inveiamo contro l’Europa; le sue istituzioni; i suoi uomini, finendo per rimanere imbrigliati nella rete di fantomatici leaders che fanno scintillare sotto i nostri occhi l’ipotesi, anacronistica, di un ritorno alla Lira e alla libera gestione dei nostri conti pubblici, come panacea ai mali secolari che attraversano l’economia italiana. Eppure basta dare una rapida occhiata alla gestione delle casse comunali, di una qualsiasi realtà italiana, per comprendere che di soldi per gestire la res publica ci sono. Ed anche parecchi! Il problema (non unico) è il loro cattivo utilizzo da parte delle amministrazioni comunali.
Un tema questo ribadito nel corso della contro-conferenza sulle partecipate, organizzata, giovedì 5 febbraio alle 19, dal movimento “Manfredonia che funziona”. Nelle parole del presidente, Giovanni Caratù, e della responsabile della comunicazione, Flavia Palumbo, è stato possibile cogliere tutto il rammarico e il disprezzo per una gestione delle partecipate, nel corso dell’amministrazione Riccardi ormai prossima alla sua scadenza mandataria, a loro avviso macchiata in toto da una certa faciloneria di fondo. Una gestione che ha visto lievitare il costo delle singole partecipate (con le relative conseguenze sulle tasche dei singoli cittadini manfredoniani); una gestione barbina in cui gli amministratori unici hanno spesso avuto più potere del sindaco che quelli amministratori aveva nominato; una gestione accompagnata da mancate chiarificazioni circa il modus operandi delle singole partecipate. Se poi a tutto ciò aggiungiamo il fatto che si assiste ad un florilegio di pochi nomi che si ripetono, con cariche diverse e spagnolesche, in tutte le partecipate, per il movimento “Manfredonia che funziona” è logico tirare le somme e comprendere la situazione non solo finanziaria ma anche sociale in cui versa la nostra città. Sociale perché strettamente legata e relativa al nostro modo di essere liberi.
Per Italo Magno, rappresentante del movimento “Manfredonia Nuova”, vi è stata una gestionale padronale del comune e delle partecipate, con l’esaltazione non della meritocrazia ma, al contrario, con l’imposizione di una cerchia di personalità, aventi come requisito qualificante, a volte, solo quello di essere fedeli alle decisioni del padrone. Ecco allora la necessità, per “Manfredonia che funziona”e per “Manfredonia nuova”, di razionalizzare le partecipate, attraverso una gestione oculata, che le permetta di essere non zavorra ma traino per la ripresa dell’economia cittadina. Anche perchè se nella città regna il clientelismo più becero; se non vi è piena libertà; se i conti vengono gestiti in maniera allegra, dobbiamo chiederci, come sostenuto dal prof. Cavicchia, qual è il senso dell’impegno politico di queste persone. Sempre se di impegno, e questo non vale solo a Manfredonia, si possa parlare. La politica se è vero che non si fa, ormai, più a colpi di manifesti o di battaglie ideologiche, deve sempre essere un atto di responsabilità che il singolo cittadino, che scende nell’agone politico, deve compiere nei riguardi della collettività che lo ha eletto. Anche perché siamo ancora in una democrazia rappresentativa, in cui i mandati possono essere concessi ma anche revocati (ossia non più rinnovati) dai cittadini nel momento in cui si svolgono libere elezioni. E non viviamo in paesi sudamericani in cui vige, spesso, un populismo che porta alcuni a sentirsi espressione di un unico afflato. E chiunque si opponga o critichi le decisioni prese come un corpo estraneo da eliminare per il bene della res publica.
Domenico Antonio Capone
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complimenti a voi
Se questi sono l’alternativa a quelli che ci governano è meglio lasciare le cose come stanno. Quale credibilità dei soggetti rappresentati in foto? A parte la ragazza che da un senso di freschezza e rinnovamento gli altri sono tutti volti conosciuti, soggetti pronti ad essere attivi in ogni campagna elettorale per poi sparire, partecipanti alle primarie che perdono e non si allineano al vincitore (che senso hanno le primarie?), ex amministratori che tanto danno hanno fatto alla nostra città meno alle proprie aziende. Altri matusalemme della politica sono nelle retrovie pronti a riprendere, in caso di vittoria o di compromessi con i futuri vincitori, le redini del governo della città. Che dire stiamo messi molto molto male!!!