Il 27 gennaio si commemora la Shoah e quanti si opposero anche a rischio della propria vita. Il sindaco Riccardi: “Avere consapevolezza di quel passato è nostro preciso dovere, se vogliamo costruire il futuro”.
Le bandiere esposte a mezz’asta dalla balconata del Municipio sottolineano, “in segno di memore omaggio – dice la Prefettura di Foggia – alle vittime dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”, che oggi è il Giorno della memoria, fissato al 27 gennaio, con legge 211 del 20 luglio 2000: giorno in cui, nel 1945, fu “liberato” il campo di sterminio di Auschwitz. Molti altri ebrei d’Italia e d’Europa furono uccisi nelle settimane seguenti, ma la data della liberazione di quel campo è parsa più adatta di altre a simboleggiare la Shoah e la sua fine.
Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di inaudita efferatezza. Da quel trauma l’Europa e il mondo intero si risvegliarono scossi, domandandosi come fosse stato possibile che la Shoah fosse avvenuta e, soprattutto, quali comportamenti e quali azioni mettere in atto per scongiurare che accadesse di nuovo. Dalla consapevolezza dei crimini di cui il nazismo si era macchiato nacque, nel 1948, la Dichiarazione universale dei diritti umani, promulgata dalle Nazioni Unite allo scopo di riconoscere a livello internazionale i diritti inalienabili di tutti gli uomini di ogni nazione.
Il 27 gennaio si commemora la Shoah e si ricordano quanti, pur trovandosi in schieramenti diversi, ebbero il coraggio e la determinazione di opporsi a quel progetto disumano di genocidio e non esitarono a proteggere in tutti i modi i perseguitati, anche a rischio della propria vita.
“Avere consapevolezza di quel passato, prestando ascolto alle parole dei sopravvissuti, è un nostro preciso dovere, se vogliamo costruire il futuro come tempo dell’armonia e della solidarietà fra gli uomini, oltre ogni irragionevole ed insano pregiudizio di razza e di fede religiosa. C’è differenza – commenta il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi – tra storia e memoria: la prima la apprendiamo dai libri, con date, avvenimenti e concetti che dobbiamo avere ben avere presente. La memoria è, invece, qualcosa di più: è qualche cosa che ci entra dentro come valore. Essa è un’azione, un impegno morale, un atto di consapevolezza. Un atto che unisce tra loro le persone, per costruire una coscienza pubblica”.
Matteo Fidanza
Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia
Ma ricordiamo inoltre che nei Lager sono stati trucidati anche socialisti, comunisti, omosessuali, malati psichiatrici e zingari. E spero che nessuno pensi nemmeno per un attimo che per questi ultimi…forse hanno fatto bene. Noi non siamo razzisti, è vero?
Ma con che faccia fa questi comunicati dopo le parole di odio che ha espresso in questi giorni.