“La manifestazione indetta dalla Confindustria della provincia di Foggia, ha scatenato ulteriori dissidi con la Direzione generale dell’azienda sanitaria foggiana. Motivo del contrasto, la questione dei tetti di spesa annuali fissati dall’Azienda.
Mi preme evidenziare che le Case di cura private oggi più che mai offrono un modello di sanità fortemente efficiente e sempre più richiesto dai cittadini tanto da determinare annualmente lo splafonamento dei tetti.
In questo modo si penalizza il settore privato che dovrebbe essere equiparato a quello lombardo che prevede la parità di scelta per gli utenti. Un modello che per mere ragioni ideologiche, non viene applicato nella nostra regione, e che ridurrebbe sia la mobilità esterna che le liste d’attesa.
Oggi la stampa riporta invece che la Direzione Generale Aziendale di Foggia propone all’assessorato regionale la sospensione o la revoca dell’accreditamento per motivi incomprensibili e tra l’altro inapplicabili.
Mentre il presidente Vendola e l’assessore Caroli lottano per salvare posti di lavoro nelle aziende in crisi, la sospensione dell’accreditamento non solo porterebbe i malati, costretti a rivolgersi unicamente all’assistenza pubblica, a vagare per tutta la Puglia alla ricerca di un posto letto, ma comporterebbe la perdita di centinaia di posti di lavoro nella sanità privata.
È veramente biasimevole che il disordine regnante nella sanità foggiana venga aggravato da una proposta assurda che sono certo l’assessore non accoglierà.
Il tempo stringe, le imprese sanitarie stanno soffrendo per i mancati pagamenti, i lavoratori tremano al pensiero della disoccupazione, e i cittadini reclamano a gran voce una sanità migliore, senza disservizi e continui viaggi della speranza”.