Questo breve articolo non è frutto di un’analisi, ma sgorga direttamente dal cuore e dall’immaginazione, vuole esprimere un sentimento, visioni e ricordi che spontaneamente si affacciano alla memoria, utilizzando la tecnica dell’associazione libera ed immediata delle idee, generalmente applicata nella psicologia del profondo e nel brain storming (tempesta di idee) nel marketing.
DOLCE È IL PANETTONE
Dolce è il panettone come dolce è il sapore della meta conquistata e del desiderio soddisfatto, tanto più se questa meta e desiderio sono vissuti e portati avanti insieme, collettivamente. Bello ed affettivamente caldo, morbidoso è brindare insieme e mangiare una fetta di panettone in famiglia durante le feste natalizie ed anche in politica, quando arridono risultati positivi, specialmente a chi è sempre stato all’opposizione. Ci si sente più uniti, partecipi di una conquista a cui ciascuno ha dato il suo contributo ed in cui le distinzioni tra i capi ed i semplici sostenitori spariscono; anzi, c’è una immedesimazione forte ed emotiva col leader. Ricordo come era bello negli anni settanta festeggiare insieme con mia moglie ed i miei figli e con i miei compagni di strada la vittoria elettorale del PCI, quella sinistra delle masse e del popolo emarginata e relegata all’opposizione in Italia fin dalla sua nascita, che cominciava a conquistare tanti comuni nel Comasco da sempre nelle mani della DC. Si poteva assaporare il panettone del governo locale da mettere a disposizione dei più deboli, in buona parte emigranti meridionali, rendendo meno amare le disuguaglianze sociali e più dolce l’attesa di un mondo migliore, che eravamo tutti così fortemente motivati a costruire col lavoro e con l’impegno sociale e politico in una terra, la Lombardia, che era diventata la nostra, sempre portando, però, nel cuore il sole ed il mare di Manfredonia. Era ed è bello, ed emotivamente forte come la vittoria della propria squadra di calcio (o di pallacanestro) in una partita fondamentale per la promozione, partita vissuta identificandosi con i giocatori come se a giocare fossero direttamente gli spettatori. È l’entusiasmo il sentimento prevalente, quella spinta interiore, quella forte emozione dell’animo per cui ci sente un po’ esaltati e più che mai disposti ad operare con insolita energia per le proprie idee e mete.
Allora e però che senso ha oggi a Manfredonia la distribuzione di tantissimi panettoni ai singoli sostenitori mobilitatisi in favore di Riccardi alle recenti primarie? Così facendo, non si impoverisce il valore e l’entusiasmo per la meta conquistata? Pur essendo la politica altra cosa, è come se dopo la vittoria della propria squadra venisse regalato a ciascun spettatore un biglietto gratuito per la prossima partita, in modo da fidelizzarlo oltre l’adesione spontanea? E poi, chi e perché può permettersi in questi tempi grami tanti soldi per regalare panettoni e/o biglietti gratis? Non è più bello e caloroso il semplice brindare e festeggiare insieme come sportivi appassionati, possibilmente con un bicchierino di acqua fresca ai bambini?
LA PLURIMA VALENZA DELLE COSE
Le cose hanno almeno una doppia, se non una plurima valenza: da una parte sono merci atte a soddisfare un piacere e/o una utilità per una persona; contemporaneamente sono anche simboli di qualcos’altro, sono rappresentativi di valori e ruoli sociali, offrono ed educano a modelli di vita. L’auto non è solo un mezzo di trasporto, ma anche un simbolo di status, ed anche un modo per soddisfare un piacere, un desiderio, una spinta dell’animo.
In generale e nel marketing, a tal fine, oltre ad essere merce di scambio, commerciale e metaforico, il panettone cosa simboleggia? È il simbolo di una vita più dolce, di un bene pregiato che un tempo apparteneva a pochi ma che oggi è, massificato, alla portata di tutti, è il premio, come la caramella o il cioccolatino o la torta del bambino-adulto, per essersi comportato bene; è anche un modo materiale per coprire e lenire una sofferenza dell’anima, riempirsi il corpo per coprire un vuoto psicologico, morale, spirituale, esistenziale. Ed è inoltre un modo per accattivarsi la simpatia e la fidelity del cliente, per ringraziare qualcuno per un favore ed un aiuto ricevuto.
E le cene? Ed i fuochi di artificio? E le tante altre cose che hanno un costo? L’ostentazione e l’uso di tanto denaro non sono uno schiaffo alla decenza, a quella necessaria sobrietà di vita tanto più necessaria oggi, in tempi di così forte crisi ed impoverimento? Sono stati spesi da Riccardi decine e decine di migliaia di euro (circa 150mila euro?) per la campagna elettorale delle primarie, come rumors affermano? È mai possibile? La mente ed il cuore lo ritengono inconcepibile, si rifiutano di crederlo. Perciò Riccardi facci sapere quanto hai speso, documentando le spese e la loro provenienza, dimostrando che è possibile una politica trasparente ed equa. E quanto ha speso Prencipe? Può dirlo anche lui?
LE SCARPE DI ACHILLE LAURO
In politica? Purtroppo sorgono spontanei la visione ed il ricordo di periodi bui e tristi, non passati e sempre in agguato anche nel presente, quando a Napoli Achille Lauro negli anni cinquanta distribuiva prima e dopo le elezioni comunali pacchi di pasta od altre cibarie per accaparrarsi il voto di tanta gente. Famoso e fortemente simbolico, indimenticabile fu il caso delle scarpe: veniva regalata una scarpa (la destra, normalmente) prima del voto e la seconda scarpa, dopo il voto a suo favore.
Bene a questo punto invito tutti a riflettere su questo: quali sentimenti e quali valori vengono espressi e rafforzati con gesti e con azioni che sembrano innocenti ma che forse non lo sono, specialmente se, sia pure senza coscienza ed inconsciamente, richiamano situazioni e vissuti che non dovrebbero appartenere all’uomo libero. Un po’ di sobrietà e di sportività non gioverebbe a tutti? In questo inizio di anno 2015 brindo perciò alla salute di tutti i lettori, tutti i manfredoniani, tutti i cittadini della Capitanata e del mondo, mangiando idealmente insieme con loro una fetta di panettone in più, versando ai nipotini un bicchierino di acqua frizzante.
Silvio Cavicchia
Sociologo e Ricercatore Sociale del Centro Studi e Ricerche “Eutopia”
silviocavicchia@gmail.com
Grazie!! Sinceramente manca a tanti. C’è una mia parente anziana che l’attende con un particolare trepidazione, e dopo aver collezionato un certo numero provvede all’invio a dei parenti molto lontani da Manfredonia.
Come mai non è più reperibile il cartaceo di questo giornale?
Come mai il carteceo di Manfredonianews non è più reperibile?
Grazie
Il cartaceo tornerà sabato 24 gennaio. Grazie dell’intervento. Saluti.
Redazione
L’esempio di Achille Lauro è calzante per quanto succede a Manfredonia…. e non parlo di pasta e scarpe ma di semafori….., quelli messi in due strade… via delle More e al secondo Piano di zona, prima delle primarie.
Orbene, anzi “ormale”, quello al secondo Piano di zona e sempre spento…. non lampeggia neanche il giallo per indicarne un attraversamento; quell’altro oltre che non lampeggia il giallo, quando si preme il pulsante, passano molti minuti d’attesa tant’è che il pedone avendo l’impressione del non funzionamento attraversa la strada coll’omino rosso.
Si provveda ad una verifica ed a segnarlo in agenda… grazie.
Caro sociologo, non sono soldi loro. La politica come lei ben saprà,si nutre del finanziamento pubblico, cosa non voluta dai cittadini. Queste persone sanno già dove andare a bussare e quindi sperperano denaro altrui.
La sobrietà e la sportività non fanno parte della politica.
Mi associo anche io al suo brindisi, sperando in un mondo migliore.
Un primo prezzo pagato dai menfrodoniani, è la rimozione del prof. Magno dall Rubrica “Caro Sindaco”…. è tutto tace!! Ma c’è chi se nè accorto.
Sarà bello avere un conteggio anche monetario.