Il nuovo anno è ormai giunto e, come ogni Gennaio, la lista dei buoni propositi è stata fatta. Ma cos’è che rende un buon proposito realizzabile? La forza di volontà, l’impegno, il coraggio. E spesso, tutti questi requisiti finiscono per essere schiacciati sotto il peso della paura, della rassegnazione, dell’abitudine. Un famoso scrittore russo, Fedor Dostoevskij, diceva che la migliore definizione che si possa dare dell’uomo è quella di “essere che si abitua a tutto”. Alla luce dei risultati delle primarie, è facile chiedersi: è proprio questo che siamo? Incapaci di rinnovamento. Anche se in questo caso si trattava di “rinnovamento fittizio”, ma pur sempre un cambiamento.
L’interesse mediatico rivestito dall’ultimo evento politico cittadino è stato talmente tanto elevato che non è così insolito sentire gente che chiede “Quindi il nuovo sindaco è Riccardi?”. Perchè una storia interna di partito avrebbe dovuto essere gestita come tale, internamente, e non coinvolgere l’intera città.
Adesso, gli scenari che si apriranno sono molteplici, forse imprevedibili nella loro prevedibilità. Ci sono troppi politici di mestiere, che non possono permettersi di perdere l’unica fonte di reddito della famiglia, a spese dell’onestà, della trasparenza, della correttezza. Ed è frustrante vedere come, molta gente, continui a cadere in queste trappole. Uno dei primi obiettivi che “Manfredonia che funziona” si prepone è cercare di sensibilizzare le coscienze di tutti su quello che è il vero interesse di chi, per troppo tempo, ha gestito la nostra città, con alleanze improbabili, facendo i propri interessi e quelli dei propri sostenitori, a spese di tutta la città.
Un altro obiettivo importante è quello di proporre un programma che cerchi di rendere la nostra città adatta a fronteggiare, nel modo migliore, quella che è la situazione di crisi che il nostro Paese si trova a vivere, per quanto possibile. In che modo? Innanzitutto cercando di capire che tipo di città vuole essere Manfredonia.
Ponendo per un attimo l’attenzione sulla controversa questione “Porto turistico”, è facile capire su quali qualità voglia puntare la nostra città. Il Turismo? Ebbene, creare un porto in una città che non sfrutta a pieno le proprie potenzialità turistiche è alquanto inutile. È come costruire il parcheggio di un Luna Park senza occuparsi di rendere appetibile la vera attrazione turistica. E non sono di certo i locali del porto turistico che possono rivestire questo ruolo.
Cosa cerca un turista? Dipende dall’età. Ma, ci sono alcune potenzialità inespresse su cui la nostra città non ha mai puntato. Sarebbe opportuno, in primis, valorizzare le nostre spiagge. Adeguarle a ciò che la Puglia offre in altri luoghi. Anche in questo ambito, rinnovamento è una parola sconosciuta e, i nostri servizi, risultano carenti rispetto a ciò che può offrire qualsiasi altra città sul mare.
È risaputo che il nostro Comune non navighi nell’oro e quindi, chiedere di investire soldi pubblici non passerebbe mai nelle nostre menti (anzi, diminuire le tasse che gravano sui cittadini deve essere uno dei primi obiettivi). Ma, per garantire il benessere cittadino, il lavoro deve essere creato. E, dunque, agevolare i privati che vogliono investire in questo ambito: rendere la burocrazia meno complicata e agevolare i permessi, rendendo i tempi amministrativi più brevi. E che non sia concesso solo a chi è vicino al mondo della politica, con legami di parentela e non, costruire e lucrare su quello che è il nostro bene pubblico. Anche privati provenienti da altre città che non hanno le nostre potenzialità devono essere allettati dall’idea di un investimento. Un privato che porti strutture turistiche di un certo livello, per supportarle necessita di uno staff di gente che, anche per i costi, è più conveniente reperire sul luogo. Quindi, agevolare il turismo e creare nuovi posti di lavoro possono essere resi possibili da una valida amministrazione che non badi all’interesse dei propri “amici”. Lasciamo che le menti imprenditoriali con disponibilità economica trovino più conveniente investire sul nostro territorio.
E, sempre sulla scia del discorso “Lavoro”, una città che funziona garantisce concorsi di lavoro pubblici puliti. Non è “il contentino” di un anno o due, che viene dato ai pochi in cambio di consensi. Il lavoro è un diritto, non deve essere implorato o scambiato con favori. Ridare dignità ai lavoratori significa evitare che si creino situazioni estreme (come gente che minaccia di togliersi la vita davanti al Comune). Partire tutti dallo stesso livello e non rendere concorsi pubblici imprese familiari il cui lavoro è ereditabile. Quando al Sindaco Riccardi è stato chiesto: “Come si svolgerà il concorso per le assunzioni nell’ASE?” ha risposto: “Come quello per i vigili urbani”. Non c’è bisogno di porre l’attenzione su come da anni le varie amministrazioni abbiano reso questi concorsi poco trasparenti e non accessibili davvero a tutti.
E ancora, la questione dei terreni comunali. I vari terreni che possiede il Comune (come “Villa Rosa” che resta da anni argomento spinoso) e che potrebbero essere affidati a cooperative o privati, a patto che producano sul territorio o creino strutture di interesse pubblico.
Sono tante le proposte da fare, e tantissime le opportunità che il nostro territorio offre per sua natura. Un territorio penalizzato da anni di interessi personali e incompetenza. E tutti dovrebbero poter dare il proprio contributo e fornire idee per incrementarne la produttività. E, per questo, sulla nostra pagina facebook “Manfredonia che Funziona” e alla mail “manfredoniachefunziona@gmail.com”, siamo disponibili ad ascoltare tutte le vostre proposte o lamentele, affinché possano contribuire ad ampliare il nostro programma per una “Manfredonia migliore”.
La democrazia è un grandioso strumento concesso al popolo, ma, ne riflette l’indole e le capacità. Un popolo combattivo e valido porta una democrazia valida, un popolo rassegnato e ignorante porta ad un’oligarchia fatta di gente individualista e disinteressata al benessere cittadino. Abbiamo nelle nostre mani uno strumento potentissimo. Usiamolo. Date il vostro voto a chi vi restituisca la vostra dignità e non vi tratti come pedine per raggiungere un obiettivo personale.
Responsabile della comunicazione per “Manfredonia che Funziona”- Flavia Palumbo
5 stelle? Cavalcano l’onda della … ma quanto A IDEE e programmi per Manfredonia ancora non si pronunciano. Perchè?
Vero, attualmente i 5 stelle e’l’unica forza onesta e pulita a cui sperare…tutto il resto e’ noia, ovvero boaaa..con volto da angeli ma anime diaboliche.
L’unica alternativa sono i ragazzi del 5 stelle sipontini.
Una gruppo fatto di cittadini che non hanno nussun legame con la malavita e la politica.
Cara Flavia, le cose non cambieranno mai, perché la politica è fatta soprattutto di compromessi ,intrallazzi e favoritismi. Questo è un paese dove si vive di cassa integrazione, pre pensionamenti, L.S.U. e quant’altro. Ecco perché vanno pure a votare certa gentaglia.
Magicabulamagigabudi bidibodibu’.
E’ arrivata la maga morgana.Ne avete da mangiare del pane duro.Ho votato di tutto pci dc psi destra centro sinistra sopra sotto belli brutti per arrivare dopo piu’di 20 anni un solo spiraglio M5S. E nn dal dire ma da quello ke stanno facendo. SVEGLIATEVVVIII GENTEEEE
…e basta con questi articoli pubblicitari……non abbiamo l’anello al naso!
I cittadini di manfredonia amano stare male,non lavorare e criticare.Di tutto questo sono contento ,altresì’ contento che amano il non cambiamento per cambiare e per vivere.
Volevo iniziare a scrivere, ma poi ho pensato che voi siete uguali a chi criticate. Se foste usciti 5 anni fa, un mese dopo le elezioni avrei detto che eravate seri, ma siete usciti a ridosso di primarie, in vista di amministrative. Cercate anche voi un pò di popolarità, che non avrete, perchè la gente non è stupida e anche se scriverete 60,000 comunicati la gente saprà sempre che pensate a voi. Ma rilassatevi e andate a lavorare.
Parole vere
Parole belle che non verranno ascoltate dal Popolo di Manfredonia fatto per lo più di gente che ama l’assistenzialismo e il compromesso in cambio di promesse. Un popolo di ciechi e sordi che vota chi li aggira.
Un popolo senza cultura destinato a subire come il resto degli Italiani.