Non c’è nessuno nella nostra città che non sappia cosa sia il Natale. Forse in molti ne hanno perduto la dimensione di solennità e di mistero, ripiegando su aspetti decisamente più effimeri, sconnessi dal contenuto religioso.
Tuttavia, il Natale riesce ancora e sempre a mantenere il suo ineffabile fascino e il suo più intimo significato: è struggente attesa della luce nel buio, del faro nella notte, del fuoco nel freddo. Con la certezza della fede che Dio, una volta venuto tra noi, mai più ci lascerà soli o in balìa del pericolo. D’altronde, Egli stesso ha assunto il nome di Emmanuele, che significa “Dio con noi”.
Natale, dunque, ci dice che Gesù è nato e vuole ancora nascere, per tutti: per chi crede e per chi non crede, per quanti la fede l’hanno persa e per quanti sono ancora in ricerca. Per quanti non credono più in se stessi e per quanti, delusi, hanno rinunciato a vivere, lasciandosi andare. Viene per tutti, per ridare senso alla vita.
Egli viene come la Bellezza ritrovata, come il Bene che dentro di noi dorme assopito. Egli nasce come la Verità che ridona la vera libertà, e come Unità che ci aiuta a superare conflitti e avversioni sociali, incomprensioni e vane competizioni, per aiutarci a diventare una vera comunità.
Egli ha una parola di speranza per tutti, specie per quanti si trovano in un momento di grave difficoltà economica, sociale, familiare, affettiva.
Ma la sua è anche una parola di denuncia, che sferza coloro che speculano sul dolore e le difficoltà altrui per il proprio tornaconto o per accumulare ricchezza. Per chi usa la città per soli scopi personali o per vanagloria. Egli viene a rovesciare i potenti dai loro troni (Lc 1,52) e dalle loro sicurezze, e a innalzare gli umili, per ridare loro la dignità perduta e il giusto riconoscimento ai loro diritti. Egli viene per mandare i ricchi a mani vuote, e ricolmare di beni i poveri (Lc 1,53).
E allora in questo Natale vinciamo la solitudine con la solidarietà, l’indifferenza con lo stupore, l’ingiustizia sociale con un maggior senso di fraternità, e le disuguaglianze economiche con una più diffusa condivisione.
Che questo Natale sia anche l’occasione per mettere in atto nuovi comportamenti, per radicare nuove relazioni in famiglia, ispirare un nuovo clima educativo, promuovere un nuovo modo di fare politica, rinnovare il tessuto sociale della nostra città e pacificare gli animi esacerbati.
Buon Natale e Felice Anno nuovo
Michele Castoro, arcivescovo
Ma tanto questa è la solita morale… tanto soprattutto i politici da una recchia entra e dall’altra esce da dopo le feste tutto ritornerà come prima come sempre che schifo….
” Ave o Maria piena di grazia….il Signore sia con te …..” ! Carissimo fratello e Monsignor Castoro. Vorrei tanto che il suo messaggio pastorale raggiunga tutti i cuori della gente e porti in loro tanta pace,serenità e giustizia . Avrei una preghiera da chiederLE con molta umiltà, che la serenità e la condivisibilità e il dialogo,ritorni al più presto nella nostra città.Non è accettabile che in una città a vocazione Mariana e Cristiana si possa assistere a questa sorta di ” guerra politica ” tra persone della stessa città e dello stesso gruppo politico….non lo meritiamo !!!
Ricordo bene le parole del nostro Signore Gesù Cristo: ” Date a Cesare quel che è di Cesare e date Dio quel che è di Dio….” , ma qui si oltrepassa ogni decenza e ogni insegnamento Cristiano !!! Dio la benedica e Lei benedica tutti noi Manfredoniani e Manfredoniane di buona volontà.Umilmente, Franesco …uno dei Tanti.
Grazie nel Divin Volere,Sua Eccellenza,e che Dio Onnipotente vi benedica con la Sua Volonta’.Terzo Fiat!
vincenzo dott,pfDV.