Un anno fa il patron della Manfredonia Vetro, il dott. Sangalli, si raccontava ai microfoni di ManfredoniaNews.it. L’evento dell’epoca era la transazione strategica della Sangalli con il gruppo russo Glasswall, il quale avrebbe dovuto assicurare investimenti nell’equity della società e l’apporto di sostegno finanziario. “La situazione è pesante per non dire drammatica, dovuta alla crisi generale, dell’edilizia e al relativo calo delle costruzioni; oggi il settore vetro è retto soprattutto dalla ristrutturazione dei vecchi serramenti – questo è quanto dichiarava Giorgio Sangalli, patron dell’omonimo gruppo industriale – la nostra situazione di difficoltà non è nata per carenze organizzative o per carenze di capitalizzazione; in questi anni l’attività industriale si è svolta al meglio dei rendimenti e della qualità, però è evidente che tutto il resto fuori dai nostri cancelli è negativo”.
Ci chiedevamo: quale il futuro a questo punto per il Gruppo Sangalli e per le centinaia di dipendenti che vi lavorano? “Il futuro è chiaro come il sole, – affermava il presidente onorario – entra un investitore, entra per fare business e spera di fare business, questo ovviamente il suo obiettivo. Fare business, vuol dire lavorare sodo e guadagnare, in Italia oggi l’industria non guadagna facilmente ed è evidente che tutti i problemi di ieri restano anche oggi e domani. Al momento e nell’immediato, comunque – continuava – c’è un po’ di respiro, noi abbiamo sempre difeso la nostra azienda e i nostri dipendenti ed è noto a tutti che avremmo potuto cedere la nostra attività, cosa che non è avvenuta proprio per la fatica e l’attaccamento all’azienda e ai dipendenti che stimo. Loro sanno benissimo il momento che viviamo e che il loro futuro dipende dalla Sangalli, dalla società russa ma purtroppo dipende anche e soprattutto da situazioni che riguardano il mercato dell’edilizia, il costo dell’energia, le infrastrutture, le banche, ecc. Tutti questi fattori non sono da poco, ma condizionano pesantemente il futuro. C’è solo da sperare che qualcosa cambi e qui che chiamo in causa i giovani, – conclude Giorgio Sangalli – che devono battere e pretendere che questi cambiamenti in Italia avvengano. Questo è il messaggio. Al loro futuro non pensa Babbo Natale. Pensino a risolvere o a far risolvere alla politica quello che va risolto”.
Quel qualcosa non è cambiato, purtroppo, la crisi è andata avanti e oggi si corre il rischio che in quell’area dove un tempo c’era una meravigliosa distesa di oliveti, strappati via per ospitare un petrolchimico che prima di andar via ha usato quell’area come pattumiera, poi usata per costruirci su nuove aziende, potrebbe ospitare per tanti anni ancora, un’azienda vuota e ferma: speriamo di no.
Raffaele di Sabato
Ormai l’Italia è una terra destinata solamente ad accogliere i disperati africani e a noi ci tocca andar via, a chi la responsabilità di tutto questo non certo ai lavoratori e agli imprenditori!!
Buon giorno.
Non credo affatto che una persona così equilibrata e seria come il dott.Sangalli,abbia il piacere e la gioia di vedere fallire la sua azienda e far piangere tantissime famiglie a cui ha sempre manifestato affetto e apprezzamento per il lavoro fatto dai tanti lavoratori nella sua azienda !!!
Certamente dei problemi economici ci sono e poco importa se i debiti sono stati realizzati nella vetreria di Manfedonia oppure nello stabilimento del Nord,quello che conta e che si trovi al più presto possibile una via d’uscita a questa situazione e riporti serenità e lavoro alle tantissime e preoccupate famiglie Sipontine !!!!
Da cittadino mi auguro che TUTTE le componenti in campo: ( BANCHE-GOVERNO-SINDACATI-REGIONE-PROVINCIA.COMUNE ),facciano la loro parte e tengano a cuore le sorti di tante famiglie e il futuro economico industriale del nostro territorio così martoriato e così avaro di opportunità di lavoro per i suoi giovani figli !!!!! Speriamo nella buona volontà di tutti e nell’aiuto del buon Dio .
Bisognerebbe chiedere al dott. Sangalli” quali saranno le future intenzioni nell’ipotesi di reperire i 17 mln necessari per l’adeguamento dei forni?”.
A questo punto credo che la faccenda dei forni sia solo un pretesto…ma vorrei sbagliarmi.