Domenica 24 Novembre 2024

Regionali: il ruolo dell'autonomia territoriale per lo sviluppo della Capitanata (di S. Cavicchia)

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Alla luce del ragionamento fatto col precedente articolo approfondiamo il ruolo dell’autonomia territoriale per lo sviluppo della Capitanata. Tale questione è da inserire come premessa e base per un programma di crescita complessiva della Daunia da portare avanti in occasione delle prossime elezioni regionali. Come conquistare e far pesare una visione unitaria nei confronti del centralismo regionale al fine di una egualitaria distribuzione delle risorse pubbliche e del suo utilizzo specifico per la crescita ed il miglioramento di vita della popolazione dauna? Ciò presuppone una unità tra tutti i soggetti e forze politiche del nostro territorio nel portare avanti questa rivendicazione, senza differenze partitiche o di altro genere, differenze che, conquistato questo obiettivo, vanno successivamente espresse ed articolate, ovviamente e necessariamente, come richiesto da una sana democrazia. Rinviando ad una prossima occasione un necessario approfondimento in termini giuridico-istituzionali, al momento preme evidenziare solo il dato centrale, che costituisce l’identità territoriale ed è, contemporaneamente, la forza propulsiva della sua economia, storicamente documentabile. La Capitanata, in epoche diverse ed ancora fino agli anni ’70, ha avuto una grande possibilità di sviluppo per la favorevole posizione geografica, come area di confine, di snodo, di passaggio obbligato e di collegamento con altre aree. I traffici commerciali verso il Nord e verso il Sud, verso l’area del Mediterraneo e verso i Balcani hanno al centro la Capitanata e le sue infrastrutture fisiche, stradali, ferroviarie, marittime, aeree. Addirittura è sempre stata attraversata da una forte popolazione di pellegrini e turisti verso Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo e da una forte attività pastorizia di transumanza, proveniente dalla aree interne delle provincie vicine (Molise, Basilicata, Abruzzo, Sannio). Nell’insieme tutte queste attività sono state elemento produttivo di ricchezza non indifferente, poiché hanno creato un interscambio continuo ed immesso risorse e capitali nuovi nel sistema produttivo provinciale. Questo aspetto è così centrale nella storia della Capitanata che è diventato elemento fondativo della sua identità culturale ed antropologica. Bene. Queste infrastrutture fisiche naturali, che erano la forza trainante dello sviluppo economico e civile della Capitanata sono rimaste ferme agli anni ’70. La Regione Puglia non ha riconosciuto questo valore generale e di spinta dinamica per l’economia dell’intera Regione ed, addirittura, dell’intero territorio nazionale. Anzi. Ha teso a sviluppare la propria centralità sull’area di Bari, anch’essa storicamente centro di collegamenti e di interscambio umano e commerciale, ridimensionando la centralità storica di Foggia e mettendola ai margini di questo processo. Non confonda il fatto che la Regione Puglia lotti per velocizzare i trasporti ferroviari verso il Nord o verso Napoli, poiché la logica di questa lotta è di mettere sempre al centro Bari, bypassando, addirittura, Foggia. Al contrario se si dovesse rispettare la storia della Daunia, Foggia dovrebbe avere una centralità almeno pari a Bologna, concentrando in tale area tutti gli snodi, i depositi, i servizi, le innovazioni necessarie al mantenimento ed al rafforzamento di tale ruolo storico. Per capire il valore di questo dato, di questa centralità di Foggia, un esempio lampante è la LOTRAS: la capacità e lungimiranza di un imprenditore privato che, investendo risorse proprie, ha valorizzato e rinnovato le reti di collegamento esistenti per il trasporto merci, rivitalizzando il tutto e producendo reddito, nuova ricchezza e nuove prospettive.

LA NECESSITÀ DI FAR CRESCERE SISTEMI VIRTUALI DI COMUNICAZIONE, COMPETENZE, CONOSCENZE, RICERCA SCIENTIFICA, APPLICATA E TECNOLOGICA

Naturalmente oggi occorrono e sono altrettanto fondamentali le infrastrutture virtuali, far crescere nel territorio quelle reti di comunicazioni, competenze, conoscenze, di ricerca tecnologica in grado di sfruttare e potenziare il vantaggio storico dato dalla posizione geografica strategica e dalle infrastrutture fisiche-naturali della Capitanata. Occorre, inoltre, anche sviluppare una attiva ed autonoma capacità territoriale di individuare, acquisire ed utilizzare risorse esistenti a livello europeo per la promozione del territorio.

Per quanto sopra detto, quindi, è da ritenere più utile e fattibile in tempi ragionevoli non tanto la lotta per la conquista di una autonomia istituzionale (la Regione Dauna) ma la vertenza per lo sviluppo infrastrutturale della Capitanata sia per la ricaduta positiva in termini socio-economici sia perché così si mantiene e i rafforza la base di una identità storico-geografica, quella di essere cerniera tra provincie e Regioni confinanti e nodo di collegamento con i mercati ed i mondi esteri. Tale autonomia territoriale, premessa fondamentale per un programma di sviluppo della Capitanata da far valere alle prossime elezioni regionali, va articolata ed imposta contro il centralismo regionale indicando in modo puntuale e preciso le risorse, i tempi, i modi, i punti di questo riequilibrio equo e necessario, sulla base di un esame dei bilanci e di come le risorse pubbliche sono state distribuite tra le diverse aree della Regione Puglia in rapporto alla popolazione ed alle caratteristiche morfologiche del territorio.

È LA LOGICA DEL CAPITALISMO CHE IMPONE UNA VERTENZA TERRITORIALE, NON IL CAMPANILISMO

Tale ragionamento, che porta necessariamente ad una lotta autonomistica della Capitanata, non è fondato su una logica campanilistica o provincialistica ma di sistema, sulla consapevolezza del meccanismo di funzionamento del capitalismo. Questo, infatti, si fonda e produce disuguaglianze ad ogni livello, sociale, globale, nazionale, territoriale (e quindi anche nella Regione Puglia e nella sua strutturazione neocentralistica), a meno che i gruppi sociali e le aree più emarginate non si riconoscano come un tuttuno (classe sociale e/o comunità coesa) e non si organizzino per lottare contro tale indebolimento e per conquistare uguaglianza dei diritti, opportunità, risorse. Un tempo era la lotta di classe che esprimeva questa dinamica e spinta egualitaria, dato il conflitto permanente tra capitale e lavoro. Oggi, visto che tutto è annacquato e liquido, questo conflitto va espresso anche in termini di territorio: è un’intera comunità che prende coscienza della progressiva emarginazione a suo sfavore intervenuta e lotta come un insieme per riconquistare autonomia, risorse perdute, potere per decidere sul proprio destino. Il conflitto, infatti, è il sale, il motore del dinamismo e del cambiamento sociale.

Silvio Cavicchia

Sociologo e Ricercatore Sociale del Centro Studi e Ricerche “Eutopia”

silviocavicchia@libero.it

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Commenti

  • Sarebbe come passare dalla padella nella brace!

    ilproletario 11/12/2014 22:07 Rispondi
    • Per il proletario :Condivido pienamente quello che dici. Cavicchia, lei è un sociologo è potrebbe trovare qualche argomentazione differente dalle solite. Parla sempre delle stesse cose . fossero alternative interessanti almeno, avete seccato con queste polemiche! A Taranto non hanno neanche l università autonoma e non si lamentano facendo polemiche di questo tipo nonostante si parli di un vasto territorio. Ci manca solamente quello che dice lei per far sprofondare ancora di più Manfredonia e tutto il Gargano nell ‘abbandono totale

      Gigi 12/12/2014 11:38 Rispondi
  • Cavicchia cambi canzone

    Mauro 11/12/2014 18:25 Rispondi
  • Per la redazione : scusate se lo dico ma le cose che dice il signor cavicchia sono davvero aberranti! Autonomia? Regione dauna? Ma di cosa parla. Manca solo l’ autonomia per accentrare tutto su foggia. Poi si che davvero per il Gargano e per i monti dauni sarebbe la fine… Quanti soldi ” mangiano ” a Foggia? Lei lo sa? Cosa ha fatto l ‘ASL per il Gargano oltre ad eliminare la sanità? Cosa fa la provincia per migliorare la viabilità sul Gargano? Cavicchia non vado avanti perché non ne ho voglia ma sappia che le cose che da tempo scrive sono prive di qualsiasi ragionamento sano, e per quello che penso io… Non apprezzo assolutamente quello che scrive e pensa!

    Luigi 11/12/2014 15:21 Rispondi

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