La Cassazione ha dichiarato ammissibili i tre quesiti per il nuovo referendum nazionale chiesto da cinque Consigli regionali, tra i quali la Puglia, contro il taglio dei tribunali in provincia. Ora la parola passa ancora una volta alla Corte Costituzionale, che dovrà decidere se i cittadini saranno chiamati alle urne per dichiararsi sul SI’ o NO alla cancellazione delle norme (legge statale 148/2011 e dei decreti legislativi 155 e 156 del 2012).
Come si ricorderà, a gennaio del 2014 la Consulta aveva bocciato una prima richiesta referendaria, dopo il sì Cassazione, ma la “battaglia del Consiglio della Puglia per difendere i tribunali minori non si è fermata – dichiara Introna – a fine luglio sono state approvate in Aula tre altre iniziative referendarie. Siamo sempre impegnati a migliorare il sistema giudiziario e a sostenere gli operatori e gli utenti della giustizia, alle prese con spese maggiori e disagi dopo la cancellazione di sedi nel territorio provinciale, ispirate da esigenze di spending review che hanno ottenuto l’effetto contrario di aggravare i costi anzichè contenerli”.
L’Ufficio Centrale per il Referendum della Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato conformi le richieste presentate dai Consigli regionali di Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia, ai sensi dell’art.75 della Costituzione.
Il primo quesito referendario chiede l’abrogazione delle “disposizioni relative alla soppressione di trenta tribunali ordinari, delle corrispondenti Procure della Repubblica, nonché di duecentoventi sezioni distaccate di tribunali ordinari. Il secondo: l’abrogazione delle “disposizioni relative alla soppressione di trenta tribunali ordinari e delle corrispondenti Procure della Repubblica”. Il terzo: l’abrogazione delle disposizioni relative alla soppressione dl trenta tribunali ordinari e delle corrispondenti Procure della Repubblica, nonché l’eliminazione della mancata previsione nell’ordinamento giudiziario dei circondari dei tribunali soppressi”.