Per rilanciare l’economia e creare buona occupazione
Venerdì 12 dicembre, alle ore 19,00, presso il LUC, Gaetano Prencipe avvierà il cantiere “Ripartire dal lavoro e dall’impresa”.
Il tema del lavoro è in cima alle preoccupazione di ogni famiglia e di ogni persona: il lavoro che manca, quello che si è perso, quello che è a rischio.
Lo è ovunque in Italia e lo è drammaticamente anche a Manfredonia.
Abbiamo tutti l’impressione che si è chiuso un ciclo (quello avviato alla fine degli anni ’90 con l’approvazione del Piano Regolatore Generale, l’avvio del Contratto d’area e l’avvio della grande stagione di opere pubbliche realizzate a Manfredonia), senza che si sia stati capaci nel frattempo di aprirne un altro, vista l’inefficacia se non il fallimento delle pur poche iniziative prese in tale settore dall’Amministrazione comunale (il LIST, l’Agenzia del Turismo, l’Osservatorio della Pesca, il Piano d’azione per l’energia sostenibile).
Oggi l’attuazione del PRG, avvenuta senza alcuna programmazione e senza un serio controllo da parte del Comune, ha portato l’edilizia ad esaurire prima del tempo il contributo che ancora avrebbe potuto dare all’occupazione. A ciò si è aggiunta la crisi economico-finanziaria che ha colpito gran parte delle imprese del settore, che pagano anche le conseguenze dell’essersi troppo impegnate nell’attività di accaparramento dei suoli, privandosi della liquidità necessaria per sostenere autonomamente gli interventi edilizi e per urbanizzare le aree, a tutto discapito degli acquirenti degli immobili a vario titolo (singoli o in cooperativa), che hanno svolto il ruolo di finanziatori.
La vicenda dei Consorzi CA e del mancato completamento delle opere di urbanizzazione è fin troppo emblematica in tal senso (per quanto non si vede per quali ragioni il Comune continui a non adottare una soluzione pronta ormai da quasi un anno, che consentirebbe l’ultimazione delle opere).
Anche le iniziative imprenditoriali insediatesi grazie alla sottoscrizione dei tre protocolli del Contratto d’Area, che pur negli anni a seguire hanno costituito una grande boccata d’ossigeno per il territorio dei tre comuni interessati, arrivando ad occupare circa 1800 persone, quasi tutti giovani, con contratti a tempo indeterminato, hanno man mano segnato il passo.
Ad oggi sulle circa 60 aziende finanziate che hanno effettivamente avviato l’attività, solo 25 sono ancora in produzione (a dicembre 2013 ne risultavano ancora 33, con 729 occupati, di cui 693 a tempo indeterminato). Tra queste, diverse quelle con lavoratori in CIG o con contratti di solidarietà, per via della riduzione delle commesse e quindi delle lavorazioni.
Su tutte grava in questi giorni la crisi della Sangalli Vetro, che per più di dieci anni ha dato lavoro a centinaia di persone e che oggi rischia la chiusura.
Il ruolo del Responsabile Unico del Contratto d’Area, che aveva essenzialmente il compito di promuovere, seguire ed accelerare l’insediamento delle varie iniziative finanziate dal Governo, è rimasto quello di tipo burocratico, quasi da ufficio periferico del Ministero dello Sviluppo Economico, limitandosi a seguire le vicende amministrative dei singoli interventi fino alla fase di ultimazione degli investimenti ed a intervenire, all’esito delle verifiche di competenza del Ministero, in caso di revoca dei contributi.
Nel frattempo le imprese insediatesi nelle aree industriali, specie (ma non solo) quelle insediatesi nell’ex D46 del territorio di Manfredonia, continuano a subire le conseguenze della mancata ultimazione delle opere di urbanizzazione (senza acqua e fogna, oltre alla carenza di servizi telematici).
La pesca vede invece ridurre mese dopo mese il numero delle imbarcazioni, perché di fronte alle incertezze del settore e dell’andamento economico generale gli armatori preferiscono riscuotere le agevolazioni previste per la rottamazione dei pescherecci anziché continuare l’attività.
A ciò si aggiunga il fallimento del ruolo del Comune e degli altri soggetti pubblici e privati coinvolti nella gestione del nuovo mercato ittico, certificato dal Tribunale di Foggia con il fallimento del relativo Consorzio, ossia di una struttura (che nel frattempo è divenuta proprietà dello Stato), che doveva costituire il volano per il rilancio del settore e che invece è divenuto lo specchio della sua crisi.
Da più di un anno, andata deserta la gara per l’affidamento a terzi della gestione, il Comune lo sta gestendo in proprio, accollandosene tutti i costi, senza che riesca ad elaborare una nuova modalità di gestione che ne rilanci il ruolo, garantendone il pieno ed effettivo utilizzo con criteri di efficienza e di economicità.
Solo l’agricoltura, tra i settori tradizionali, nonostante le sempre più frequenti avversità climatiche e le restrizioni provenienti dalle norme comunitarie, sembra riuscire a guardare al futuro con maggiore ottimismo, in ciò sorretta dal crescente andamento favorevole del settore agroalimentare e dalle produzioni di qualità. Ma l’agricoltura è un settore abituato a fare a meno del Comune, che non ha elaborato alcun indirizzo o attività di sostegno verso tale settore.
Che fare per riavviare l’economia e l’occupazione? Da dove ripartire?
Non possiamo che ripartire dal nostro territorio, dalle sue straordinarie potenzialità e dal capitale umano, consapevoli però dell’atavica carenza di spirito imprenditoriale e delle numerose difficoltà incontrate nel creare nuova impresa e nuova e buona occupazione.
Occorre sicuramente ripartire dal mare, dall’economia del mare, in tutte le sue articolazioni. Dalle iniziative imprenditoriali coraggiosamente avviate e portate avanti con fatica e dalle potenzialità ancora inespresse.
La pesca, l’acquacoltura, la portualità turistica, il porto industriale, i servizi alla navigazione ed al trasporto via mare. Sostenere ciò che funziona e stimolare ed incentivare ciò che è pronto a nascere.
Sostenere, in particolare, il decollo del nuovo porto turistico con l’avvio del progetto del fronte mare e l’utilizzo delle aree, a partire da quelle ferroviarie e del Consorzio Agrario Provinciale, a servizio e supporto di questa grande infrastruttura, che negli anni può costituire una straordinaria fonte di sviluppo e di ricchezza per il territorio, oltre a rafforzarne l’identità.
Anche l’agricoltura e l’agroalimentare possono dare un valido contributo per creare nuova e buona occupazione. Basti pensare alle tante aziende di lavorazione di mozzarelle e latticini che hanno di fatto creato nel nostro territorio un vero e proprio distretto agroalimentare. Un distretto che va strutturato, potenziato e sostenuto con il supporto della pubblica amministrazione.
Priva di una politica di sostegno è anche l’artigianato: solo nell’ultimo mese, su pressante richiesta della Confartigianato si è messo mano ad un protocollo d’intesa per la repressione dell’abusivismo in questo settore, coinvolgendo le varie forze di polizia.
Un ruolo strategico devono averlo i servizi, il settore terziario: quello tradizionale, come il commercio (manca una politica di pianificazione dell’attività commerciale, sia a posto fisso che su aree pubbliche, sulle quali imperversa l’abusivismo; e mancano i piani commerciali per il centro storico), come quello avanzato, chiamato a stare al passo con i tempi soprattutto nell’utilizzo delle nuove tecnologie e delle grandi opportunità offerte dalla rete.
Allo stesso modo un ruolo trainante deve assumerlo il turismo, valorizzando e potenziando i vari attrattori ambientali, paesaggistici, culturali e monumentali, con un ruolo forte del Comune (che non può essere delegato ad un’Agenzia), che deve porsi al centro di iniziative di coordinamento delle tante attività, svolte da soggetti diversi, che, a partire proprio dal Comune, non riescono a svolgere un’opera di vera programmazione a supporto delle strutture di ricettività turistica.
In tutto questo che ruolo può e deve avere il Comune?
In che modo ed in che misura il Comune può tornare ad assumere un ruolo di protagonista dello sviluppo del territorio? E’ attrezzato per farlo?
Di tutto questo si parlerà venerdì 12 novembre, alle ore 19,00, presso il LUC, con l’avvio del cantiere “Ripartire dal lavoro e dall’impresa”, nel corso del quale, alla presenza di interlocutori, istituzionali e non, chiamati a parteciparvi, si cerchèrà di porre l’accento soprattutto sulle concrete prospettive per la creazione di nuove imprese e di una sana e buona occupazione.
Comitato per Gaetano Prencipe Sindaco
Wow Gaetano ma in questi 15 anni dov’eri?
Basta chiacchierare vogliamo i fatti Prencipe la tua guerra di poltrona non ci interessa tu fai parte del vecchio non ti voteremo.meglio Riccardi con la speranza che faccia rinnovamento
Vorrei chiedere al sig. Prencipe perché continua ad analizzare i presunti fallimenti e non dice cosa vuole fare da grande
Io non vedo proposte, non vedo novità
Solo denigrazioni da chi non può nemmeno permetterselo
sicuramente è meglio di riccardi…almeno è un portatore sano della politica.BUONA SERA A TUTTI