Augusto Marasco contesta la procedura avviata dall’Amministrazione comunale e annuncia un esposto alla Procura della Repubblica.
La transazione tra il Comune di Foggia e la ditta esecutrice dei lavori di ristrutturazione e restauro del Teatro comunale Umberto Giordano offende Foggia e i foggiani, dalle cui tasche si vogliono prendere 2 milioni di euro e consegnarli ad un’impresa che dovrebbe risarcire il Comune ed è parte in causa di un’inchiesta penale.
In Commissione Bilancio ho squadernato tutte le illegittimità amministrative, le violazioni deontologiche e le incongruenze logiche di una procedura che, formalmente, non è ancora iniziata e già si vuole chiudere. Una prova di rarissima efficienza che l’assessore Sergio Cangelli vuole offrire pure a costo di violare la legge e la cautela del buon amministratore.
Innanzitutto, come confermato dal dirigente del settore Lavori Pubblici Potito Belgioioso, il Collaudo Tecnico Amministrativo (CTA) non è stato formalmente consegnato al Comune a causa della mancanza della firma del Responsabile Unico del Procedimento. Basterebbe già questo elemento per far crollare il cartello di carta costruito dalla Giunta Landella.
Di più, nel CTA sono messe in fila palesi violazioni del codice degli appalti e dei presupposti essenziali del rapporto fiduciario tra il tecnico e l’Amministrazione comunale che lo ha incaricato.
Violazioni che dovrebbero convincere il sindaco e l’assessore Cangelli a revocargli l’incarico per aver reso note valutazioni in ordine alle riserve formulate dalla RACO in maniera palese e non con atto riservato come previsto dalla norma.
Violazioni che dovrebbero evitare la liquidazione di 2 milioni di euro sulla base di un documento ampiamente carente e che danneggia il Comune, perché non fornisce strumenti utili a far valere le ragioni della collettività rispetto ad un appalto gestito in modo così scandaloso.
Landella e Cangelli, invece, hanno fretta di versare alla RACO tutti questi soldi.
Tanta fretta da ritenere inutile proseguire il contenzioso giudiziario per ottenere il risarcimento richiesto dal Comune all’impresa.
Tanta fretta da ignorare il diritto di altre imprese e altri cittadini che da anni vantano crediti accertati in via definitiva.
Tanta fretta da ingannare il Consiglio comunale proponendo una transazione priva delle precondizioni necessarie alla sua legittimità e legalità.
Ho chiesto all’assessore Cangelli quale fosse il motivo di tanta fretta; ma non ho ricevuto risposta.
Analoga domanda ho deciso di rivolgerla alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia con un dettagliato esposto. Mi auguro di ottenere dai magistrati le risposte negate da chi, evidentemente, svilisce la legalità ad esclusivo tema per dibattiti e manifestazioni.