Sono arrivate osservazioni sul Bando di gara dei quattro centri (Centro Anziani a Mattinata, Centri per i minori a Manfredonia e Zapponeta, Centro polivalente per i disabili a Manfredonia). Soprattutto per i soldi messi in campo. Complessivamente 271.314 euro. Pochi, secondo alcune cooperative, che hanno presentato un conto per la gestione dei quattro centri pari a oltre 800.000 euro. Sul bando ci saranno degli aggiustamenti in merito all’apertura e alla durata dell’affidamento, ma è opportuno comunque fare qualche osservazione.
1. La gestione dei Centri fa parte dei 40 obiettivi del Piano sociale di zona adottato dal Consiglio comunale e approvato in conferenza pubblica dalla Regione. I fondi complessivi del Piano sociale di zona sono stati nel 2014 circa 750.000 euro. Per il 2015 non vi è ancora notizia di alcun finanziamento. Con quei fondi, unitamente a quelli comunali ed europei, bisogna dare una risposta a 40 interventi: assistenza domiciliare, educativa, integrazione scolastica disabili, le povertà, ricoveri nelle strutture, affido, nuovo personale.
2. L’Ambito ha preparato un bando unico per i 4 centri per attuare forme di economie gestionali; non stabilisce un tetto di utenti (dice non più di 50 o non più di 60); apre altre possibilità: il coinvolgimento di altri soggetti, l’utilizzazione di altre risorse.
3. Quasi in ogni articolo del capitolato è detto che “nella realizzazione delle citate finalità… è importante il partenariato del terzo settore (associazioni, parrocchie, scuole) che operano sul territorio con attività specifiche per i singoli centri” (art. 2.). Inoltre “in tutti i centri si deve promuovere la cooperazione, iniziative di mutuo-auto aiuto, modalità di lavoro di gruppo. … valorizzare il protagonismo e la partecipazione degli utenti, delle associazioni e di gruppi esterni che possono dare un contributo per alimentare le attività dei Centri” (art. 5). E nell’attribuzione del punteggio, in sede di gara, si dà notevole rilevanza alla rete, al partenariato, al radicamento nel territorio.
4. Il progetto bisogna prepararlo con un pizzico di fantasia e capacità “visionaria” e dire, alla luce del Capitolato, quello che si può fare con i soldi pubblici, e poi indicare quello che si può costruire con altre risorse. Sentite che cosa scrive l’Anffas di Manfredonia, a proposito del Centro disabili, in un articolo pubblicato il 10 settembre: “Noi vogliamo proporci alle cooperative, società e consorzi che gareggeranno per l’appalto del servizio del centro diurno per disabili, far loro presente che ci siamo e che diamo piena disponibilità ad un partenariato che potrà essere evidenziato anche nel progetto che presenteranno: possiamo mettere a loro disposizione il nostro bagaglio di esperienze, la nostra capacità organizzativa, le competenze dei nostri volontari e l’entusiasmo dei ragazzi che hanno una inesauribile fame di conoscenze e una incontenibile voglia di socializzare”. Questa modalità non permette solo di risparmiare risorse, ma aiuta a vedere il Centro per quello che deve essere: un centro aperto alla città, un luogo di cittadinanza attiva. Chissà se l’Anffas è stata contattata, incontrata!
5. Abbiamo insistito molto in questi anni sul welfare comunitario, che non è un limite; può essere un’opportunità. Il Centro per minori di un’altra provincia ha funzionato bene con molti soldi, sono stati pagati numerosi operatori, associazioni. Dopo un anno ha chiuso, perché i soldi sono finiti! Nel nostro caso, con i fondi pubblici, si deve e si può costruire lo scheletro e il resto bisogna costruirlo, con pazienza e gradualità, anche con l’aiuto dei servizi sociali, utilizzando altre risorse umane e finanziarie.
Ambito territoriale di Manfredonia
Tutte cavolate perche’ anche questi centri andranno alle solite cooperative e le realte’ piu piccole rimarranno fuori perche’ non e’ importante l’esperienza sul territorio ma la forma giuridica!