Giovedì 21 Novembre 2024

Furti auto ed estorsione, Operazione “Cavallo di ritorno”: arrestati 3 noti pregiudicati

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Alle prime luci dell’alba  è stata portata a termine un’operazione di P.G. congiunta degli  agenti del Commissariato di P.S. di Manfredonia e i Carabinieri della Compagnia di Manfredonia che hanno eseguito tre misure di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica.

L’operazione denominata “Cavallo di ritorno”,  ha portato all’arresto di tre soggetti pregiudicati originari di Monte Sant’Angelo, ma residenti nei comuni di Manfredonia e Mattinata.

Gli arrestati sono: La Torre Matteo “terremoto” di anni 43, Miucci Giuseppe “Caradonna” di anni 44 e Colafrancesco Giuseppe di anni 46, tutti i soggetti sono gravati da precedenti penali per reati contro il patrimonio.

Diversi sono i reati contestati nell’ordinanza di custodia cautelare: estorsione, furto, ricettazione e violenza privata.

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I fatti e le indagini

Le indagini traevano origine da un articolo apparso, sulla Gazzetta del Mezzogiorno, in data 29 agosto 2013 nel quale alla cronaca della provincia di Foggia era riportato un articolo dal titolo “SI RIAFFACCIA IL FENOMENO FURTI AUTO CON IL METODO DEL CAVALLO DI  RITORNO”.

L’articolo di stampa riferiva, tra le altre cose, del crescente  fenomeno dei furti di auto a Manfredonia e a Macchia di Monte Sant’Angelo, con il metodo del “cavallo di ritorno”, ovvero la restituzione del veicolo dietro pagamento di una somma di danaro. Sulla scorta del citato articolo che riferiva di un forte allarme sociale, i Carabinieri di Manfredonia  analizzavano alcuni dati forniti dalla Stazione di Monte Sant’Angelo nel periodo luglio e agosto 2013 circa i furti di auto avvenuti nel territorio del Comune di Monte Sant’Angelo. Nel periodo in esame si erano verificati 6 furti di auto, cinque dei quali proprio nella località di Macchia di Monte Sant’Angelo; inoltre di queste 6 auto rubate, 3 erano state rinvenute tra le zone del  quartiere Monticchio di Manfredonia e la confinante Macchia di Monte Sant’Angelo.   safe_image

Una delle parti offese, in sede di denuncia, riferiva che a seguito del furto della propria vettura, veniva avvicinata prima da una persona che gli diceva:  “Se vuoi la macchina fatti vedere al bar a Monticchio”, ma non piegandosi alla richiesta ritrovava nella buca delle lettere un biglietto manoscritto dal contenuto minaccioso: “TE – LO – DICO PER – L’ULTIMA – VOLTA – SE – VUOI – LA – MACCHINA – VIENI – A – MONTICCHIO –DA – SOLO – ALTRIMENTI – FUOCHI   CAPITO”. A seguito di tali pressioni e minacce la vittima del furto si vedeva costretta a versare la somma di euro 1.500 ad una persona identificata per uno degli arrestati, Miucci Giuseppe. Le indagini dei Carabinieri venivano, pertanto, indirizzate verso il soggetto individuato già gravato da diversi precedenti penali.

Nel contempo gli agenti del Commissariato di Manfredonia, in seguito al predetto articolo, avevano iniziato a svolgere i primi accertamenti e le prime indagini sul fenomeno dei furti dei veicoli e dei successivi ritrovamenti “casuali” da parte dei proprietari. In particolare si stava già indagando sul furto di una vettura, avvenuto sempre nel rione Monticchio, per il quale il proprietario, il giorno successivo, dichiarava di aver rinvenuto il proprio veicolo  “fortuitamente”.

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Grazie all’impianto di videosorveglianza cittadino ubicato nei pressi del luogo dove era avvenuto il furto, gli agenti del Commissariato identificavano in La Torre Matteo l’autore del furto. Considerando le modalità di rinvenimento del veicolo, si ipotizzava che il furto  fosse servito allo scopo di poter avanzare una richiesta estorsiva nei confronti del proprietario, e quindi La Torre Matteo poteva essere uno dei soggetti coinvolti in tale fenomeno.

Ben presto le indagini condotte congiuntamente dai Carabinieri e dalla Polizia, convergevano in un unico filone, di qui la collaborazione delle due forze di Polizia che  iniziavano una serie di monitoraggi, anche  con l’ausilio di attività tecnica, nei confronti di La Torre e Miuci.

Nel corso dell’attività di indagine, durata circa due mesi, si è acclarato che La Torre e Miucci, insieme a Colafrancesco, si erano resi responsabili di innumerevoli episodi delittuosi quali furti finalizzati alle successive richieste estorsive, ricettazione ed estorsioni.

Come riportato dal testo dell’articolo, le indagini hanno consentito di dimostrare che La Torre, Miucci e Colafrancesco erano soliti perpetrare i furti di autovetture di piccola cilindrata, più semplici da rubare.  Le vittime dei furti, persone per lo più anziane, dopo la consumazione del reato, venivano contattate, ed a volte erano le vittime stesse che si rivolgevano agli autori del furto. A questo punto  iniziava una vera e propria “trattativa” per stabilire la somma per la restituzione dei mezzi. Ovviamente La Torre, Miucci e Colafrancesco minacciavano ritorsioni nei confronti dei malcapitati qualora si fossero rivolti alle forze di Polizia.

Nel corso dell’attività di indagine si sono registrati anche episodi di estorsioni nei confronti di proprietari terrieri ai quali La Torre e Miucci, dopo avergli  danneggiato e saccheggiato i casolari di campagna, chiedevano  soldi in cambio della loro “protezione”.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Foggia, condotte dai militari dell’arma e dagli agenti, consentivano di raccogliere numerosi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, l’impianto accusatorio veniva pianamente condiviso dal G.I.P. che emetteva i provvedimenti restrittivi nei confronti degli indagati.

Dopo le formalità di rito gli stessi venivano associati presso la Casa Circondariale a disposizione dell’A.G. che ha emesso il provvedimento.

 

 

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Cronaca · News
  • spero che i PM i Giudici non facciano sconti questa volta ,se no per la strada nel prossimo futuro si porteranno le macchine anche con conducente , e per non parlare di altri furti che potrebbero fare .
    sia fatta Giustizia per favore .
    monticchio libera di vivere

    garibaldi giuseppe 21/10/2014 18:33 Rispondi
  • In questa città non si può più vivere

    Matteo 21/10/2014 14:38 Rispondi
  • questi soggetti sono stati arrestati decine di volte per questi reati…. non c’era nemmeno bisogno di indagare. comunqe fra qualche giorno potranno tornare al lavoro!!

    nulla di nuovo 21/10/2014 14:17 Rispondi
  • Cercasi volontari da mandare in zona di operazione contro l’ISIS. Diamo a costro un’occasione di riscatto sociale: SVUOTIAMO LE CARCERI E MANDIAMO STA GENTE AL FRONTE!!!!

    Doniano 21/10/2014 12:48 Rispondi
  • questi devono soggetti devono andare via dal nostro territorio ,a mattinata non si vive più sereni

    ANTONIO 21/10/2014 12:32 Rispondi
  • questi tre pregiudicati vanno aiutati, adesso i magistrati si mettessero una mano sulla coscienza , di aiutare questi poveracci, almeno per i reati commessi , una decina di anni di carcere , per insegnarli come si vive nella società.

    cittadino 21/10/2014 11:45 Rispondi
    • Una volta questa gentaglia veniva mandata alle Isole Tremiti a spaccare le pietre! Ora invece bisogna arrestarli e farli mangiare bene, altrimenti fanno lo sciopero della fame, e L’EUROPA ci condanna con un’altra sanzione . Che vogliamo fare ? Questa è la LIBERTA’.

      Fanno bene in CINA .

      tonino 21/10/2014 15:38 Rispondi
      • quando avevo un ristorante nella zona di macchia, me ne hanno fatto passare di tutti i colori, spero che alla fine la giustizia trionfi, farebbero un bene immenso alla comunità di Manfredonia.

        giuseppe 09/11/2014 20:26 Rispondi

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