“Un vento nuovo, fecondo di rinnovata forza vitale, soffia sulle membra un tempo impigrite del Partito Democratico. A Roma come a Foggia. Si percepisce, si respira, si annusa. Anche a chilometri di distanza, qui a Strasburgo. A Roma, in direzione nazionale, si discute della forma partito. Il partito nuovo o della nazione che ci porterà oltre la concezione novecentesca.
Il partito come antidoto al populismo e alla contro democrazia, aperto a tutti coloro che vogliono esserci – senza il filtro della presentazione di un altro iscritto – ma con gli antidoti giusti per evitare gli errori del passato. Il partito che non rinuncia agli iscritti ma è attento alla loro qualità, che non è solo una macchina elettorale ma una comunità di eguali che si incontra e discute di problemi reali e di cultura politica, nel quale si vive per la politica ma non di politica.
A Foggia, in assemblea provinciale, si riscopre il valore e l’orgoglio dell’appartenenza e, in uno, la fragranza e il profumo di una nuova e rinnovata unità di intenti, valori e progetti. Ed anche, perché no, l’intimo orgoglio di chi fa le sue battaglie culturali e politiche ma poi si adegua alle scelte della maggioranza o, come direbbe Walter Tocci, non è indifferente alla responsabilità di rispettare decisioni non condivise, conciliando la coerenza con le proprie idee con il principio di responsabilità dell’appartenenza.
E mentre accade tutto questo, un gruppo di apolidi di varia e variegata estrazione, senza patria e senza partito, fuori dal tempo e dalla storia, tenta di occupare il centro della scena. Qualcuno – chi può e deve – dica loro che sono arrivati fuori tempo massimo. La festa appena cominciata è già finita, ed anche la musica, se ne facciano una ragione.
E, soprattutto, abbiano l’intelligenza della realtà, e ne facciano tesoro”.
Questo è quanto dichiarato, in una nota sul profilo Facebook personale, dalla europarlamentare PD Elena Gentile.