L’argomento è stato sollecitato dalla curiosità di capire la ragione dei cattivi odori provenienti dal depuratore di Manfredonia localizzato a pochi metri dalla Basilica di Siponto. Responsabile un recente scritto di Italo Magno che ha raccontato una storia di puzzette nella quale sollecitava una risposta dalla Pubblica Amministrazione su tali cattivi odori nell’area del nostro depuratore. Non c’è stata risposta, ma certamente non è un tema fermo e abbandonato a se stesso. E’ più facile dire che non vogliamo le pale eoliche, poiché provocano inquinamento ambientale, o l’insediamento di aziende che trattano gas. Paradossalmente, a produrre la maggiore fonte di inquinamento siamo noi cittadini con le nostre attività quotidiane, lavorative e fisiologiche. Quando si butta il secchio dell’acqua sporca di detersivo nel tombino o nel water o quando facciamo i nostri bisogni. Il trattamento dei nostri residui quotidiani ha una complessa manutenzione che, se non ben gestita, provoca inquinamento ai terreni, quindi alle falde acquifere, che spesso utilizziamo nelle nostre fabbriche e finisce nel mare che ci bagna d’estate e nutre i pesci che mangiamo. L’Acquedotto Pugliese (AQP) ha presentato il progetto definitivo per il potenziamento dell’impianto di depurazione dei liquami di Manfredonia. Il progetto prevede un investimento di 3.300.000 euro a carico delle risorse regionali. L’attività progettuale è stata svolta dall’Acquedotto Pugliese con l’impegno di 8 ingegneri, 1 geologo, 1 perito industriale e 1 geometra per una spesa di attività progettuale di 318.734 euro. Una importante prima falla nel progetto è che, nello staff dei progettisti, manca la figura di un chimico, che normalmente effettua i controlli di qualità e di un biologo che è l’esperto dei microrganismi in depurazione. Essendo la materia molto, molto complessa per i suoi aspetti ingegneristici e chimici, abbiamo chiesto consulenza al Dr. Francesco Santamaria, Chimico Industriale ed esperto di acque e di impianti, il quale, con molta pazienza, ha cercato di spiegarci come sta funzionando il nostro depuratore oggi, e cosa si sta progettando per il futuro per migliorare il trattamento dei reflui liquidi e solidi urbani. “Il progetto ha lo scopo di incrementare la potenzialità dell’impianto di depurazione in previsione del futuro convogliamento al depuratore degli scarichi dei villaggi costieri della zona sud (Sciali delle Rondinelle, degli Zingari e di Lauro, La Bussola, Scalo dei Saraceni, Foggia Mare, Ippocampo) migliorando altresì la qualità delle acque depurate scaricate nel Candelaro e poi nel Golfo di Manfredonia. L’intervento prevede la riduzione dei cattivi odori provenienti dal depuratore e chiaramente avvertite dalle persone. Per il convogliamento degli scarichi della riviera sud l’AQP prevede un investimento di 7.320.000 euro, due anni di lavoro e la procedura di valutazione di impatto ambientale: cioè si può prevedere che l’opera sarà completata tra dieci anni. Il progetto sul depuratore prevede interventi solo sugli impianti anche per avviare sezioni, come il digestore anaerobico dei fanghi, la torcia e il generatore, tutt’ora non funzionanti per vari motivi. Questo ennesimo investimento, a mio parere, se non accompagnato da una nuova mentalità nella gestione del depuratore, non cambieranno molto l’impatto ambientale, in termini di cattivi odori, di scarichi a mare, di smaltimento dei fanghi sui terreni agricoli. Il poco spazio non mi consente di spiegare, in questa sede, dettagliatamente i motivi tecnici di questo convincimento. La gestione dell’impianto, cioè la conduzione, la manutenzione e i controlli chimici e biologici, si migliora implementando un Sistema di Gestione Integrato sulla base delle norme nazionali internazionali (ISO 14.000, ISO 9000), che prevede comportamenti che tutelano l’ambiente, la salute degli operatori e della popolazione. La buona gestione consente la presenza dei depuratori nel centro abitato senza arrecare molestie, come accade a Como. L’investimento previsto per il convogliamento al depuratore di Manfredonia dei liquami della riviera sud considerando il costo (7.300.000 euro con interessi al 2,5% vale circa 180.000euro all’anno) induce a valutare modi alternativi e più validi dal punto di vista ambientale. L’AQP potrebbe prendere in gestione i quattro depuratori, incassare dagli abitanti la quota depurazione (0.45eur/mc) con notevoli risparmi nei costi attuali di gestione, si pensi all’incidenza dei costi di smaltimento dei fanghi sui residenti, e che l’AQP può trattare nel depuratore di Manfredonia. Il controllo dei quattro depuratori può avvenire da remoto con l’intervento dell’operatore solo per le attività manutentive, allarmi, disservizi, etc. Dal punto di vista ambientale, si giustificherebbe un investimento anche più grande ma per trattare le acque reflue del depuratore, scaricate nel Golfo, con un impianto di fitodepurazione che renderebbe possibile il loro riciclo o per irrigare gli uliveti intorno a Manfredonia, evitando il prelievo di acqua salmastra dalle falde e dalle tubazioni dell’AQP o per uso industriale (0,80 euro mc). L’investimento si ripagherebbe in pochi anni anche economicamente”. Speriamo di aver dato uno spunto di riflessione ai tecnici e politici nell’interesse di tutti e del nostro ambiente.
Raffaele di Sabato
Dopo tanti anni e dopo che abbiamo fatto la “nasca”….. finalmente si provvede… meglio tardi che mai, e speriamo che sia efficiente anche per il mare….