Impedire ai Gd Capitanata di esprimere autonomamente un proprio rappresentante nella Lista del Pd in occasione delle elezioni provinciali del 12 ottobre prossimo significa mortificare la voglia di partecipazione di una generazione che in questi anni non si è mai risparmiata nel lavoro all’interno del Partito e, soprattutto, tra e per i cittadini dell’intera Provincia di Foggia.
Anche ai più sbadati non può sfuggire il lavoro che da sempre ci vede protagonisti sul territorio. Siamo quelli che tengono aperti i Circoli del Pd, che animano le campagne elettorali, che rendono possibile lo svolgimento delle elezioni primarie. Siamo i volontari delle Feste de l’Unità, quelli a cui la gente grida tutto il proprio sdegno nei confronti di una politica che troppo spesso ha tradito la sua missione, quelli che hanno deciso di studiare per affrontare il ruolo di rappresentanza all’interno delle istituzioni in maniera consapevole, quelli che ad ogni appuntamento elettorale prima che di “nomi” parlano di “programmi”. Siamo gli amministratori locali che rischiano quotidianamente la propria incolumità personale per la difesa della legalità, siamo quei giovani “indignati” che hanno scelto l’impegno politico come strumento privilegiato per il cambiamento.
Abbiamo chiesto al nostro Partito – da quasi due mesi e in maniera unanime – che il nostro rappresentante in questo appuntamento elettorale fosse Giovanni Vergura, 20 anni (che lo portano ad essere tra i consiglieri comunali più giovani d’Italia), capo gruppo del Pd di Monte Sant’Angelo e Responsabile Legalità dei Gd Puglia. Una candidatura autorevole che avrebbe aggiunto valore alla Lista del Pd e che, pur nella irragionevolezza dei meccanismi che sottendono a questa legge elettorale, avrebbe rappresentato un segnale importante di attenzione alle istanze di una generazione.
È per questo che, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, riteniamo pretestuose le ragioni di carattere territoriale addotte dal gruppo dirigente provinciale del Pd per motivare il rifiuto della nostra proposta e il relativo invito a individuare un candidato espressione di un altro territorio. Nascondono, piuttosto, il timore che la nostra candidatura possa “sparigliare le carte” raccogliendo consensi inaspettati. Non ci sono altre spiegazioni. Se davvero si ritenesse elettoralmente debole la nostra proposta – data ancora la presenza di numerosi posti vacanti in lista – perché negare la possibilità di misurarci ancora una volta con il consenso? Forse perché da qualche anno a questa parte la cronaca dimostra che “non esiste una storia già scritta”? Bene, se così fosse, ci troveremmo di fronte alla volontà di perpetuare antiche logiche che in questi anni hanno portato il nostro Partito a subire pesanti sconfitte.
Abbiamo provato a spiegare tutto questo nelle sedi a ciò deputate ma, come emerso nel corso dell’ultima Direzione provinciale del Partito in cui ci è stata maldestramente negata la possibilità di esprimere compiutamente le nostre idee, c’è poca volontà di ascoltare voci fuori dal coro e mancanza di coraggio nelle scelte.
Ci appelliamo, pertanto, al popolo democratico. Ai militanti e ai dirigenti del Pd, ai nostri rappresentanti nelle istituzioni a tutti i livelli, al Segretario regionale Michele Emiliano e al Segretario nazionale Matteo Renzi: basta “pacche sulle spalle” ma segnali chiari e incontrovertibili. Ai proclami sul rinnovamento – negli uomini e, soprattutto, nelle idee – seguano azioni concrete. È bene capirlo per tempo: altrimenti i fragili e consumati argini della conservazione saranno violentemente spazzati via dall’impetuoso e inesorabile fiume del cambiamento!
Noi siamo e resteremo sempre in questo Partito. Oggi più di ieri. Perché di fronte al mero arroccamento in pratiche consumate e a sterili difese dello status quo è ancora più forte la voglia di offrire un’alternativa possibile ai militanti e ai cittadini che credono in questo Partito e nei suoi valori!”