Giovedì 21 Novembre 2024

Caro Sindaco ti scrivo…

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Col pensiero rivolto ai nostri giovani, alla scuola che sta riaprendo i battenti, a quanta necessità abbiamo che ci salvino almeno loro che hanno in mano il nostro futuro. Non è stato finora così e ce lo fanno capire con chiarezza i dati OCSE, stabilendo che, per la conoscenza scientifica, siamo al penultimo posto tra tutti i Paesi a democrazia avanzata del mondo e siamo addirittura all’ultimo nella comprensione del testo. Insomma ci dicono che la nostra scuola è stata un vero fallimento.

Non sarà per questo che i giovani di oggi chiedano ancora ai vecchi di farsi da parte e lasciare loro tutto il potere, mentre in altri tempi i giovani non chiedevano il permesso per prendersi ciò che gli spettava? Non sarà per questo che abbiamo una scuola aperta a tutti, ma non cittadini che sappiano esercitare la cittadinanza e rispondere alle responsabilità che la Costituzione ci ha assegnato, preferendo starsene con gli occhi ed il cervello immerso nel web, senza chiedersi se per caso la vita non sia altrove? E ci dobbiamo chiedere, anche, se non dobbiamo alla scuola malata, degli ultimi quarant’anni, il fatto che non partecipiamo da protagonisti alla vita sociale o politica e preferiamo correre dietro ai sempre nuovi pifferai di Hamelin, i quali ci promettono di tirarci fuori dalle secche, facendoci poi precipitare in sempre ulteriori precipizi.

Si parla in questi giorni di una rivoluzione che riguarderà proprio la scuola e si dicono cose ovvie, che dovevano essere già state adempiute, come i concorsi pubblici, per mettere finalmente in cattedra gente preparata, sul piano didattico e della disciplina, non assunti ope legis per aver girovagato, come supplenti, di scuola in scuola per tanti anni. Si parla di aumento delle ore a disposizione delle varie attività formative, per superare il farraginoso insegnamento basato solo sui libri di testo; di valorizzazione del merito degli insegnanti, senza più i vecchi incrementi stipendiali basati sull’anzianità, che per molti è solo decrepita vecchiaia; del rispetto delle 200 giornate minime di lezione per anno, che non sono mai state raggiunte in nessuna scuola d’Italia.

Tutto questo ed altro ancora ci fa presagire la scuola voluta da Renzi e noi accogliamo tutte queste promesse con gioia, ma anche molta sfiducia, dopo le tante promesse mancate. Ugualmente, però, ci fa piacere augurare ai nostri virgulti, in cui riponiamo ogni speranza, un buon anno scolastico che sia foriero di progresso e rinascita per il futuro.

Buon anno scolastico anche a te, Sindaco, affinché vigili con buona disponibilità sul loro progresso, rispondendo con solerzia alle attese ed alle richieste che le scuole ed i nostri giovani ti porranno.

Cordiali saluti.

Itali Magno

Articolo presente in:
News · Piazza Duomo

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