Hanno costruito un piccolo teatro, nel cuore della Villa Comunale di Lucera, e lo regaleranno alla città. L’opera ha un valore di circa 22mila euro, ma non è costata un solo centesimo alla collettività: gli sponsor hanno provveduto ai materiali e 30 volontari si sono rimboccati le maniche per tirare su il manufatto. La struttura, ispirata all’antica tecnica del compasso di Hassan Fathy utilizzata dal grande architetto italiano Fabrizio Càrola, nasce da un progetto degli ingegneri Luigi Di Carlo e Gianfranca Mastroianni e degli architetti Stefania Vestuto e Chiara Signora. Alla realizzazione, che sarà presentata mercoledì 17 settembre (Palazzo Mozzagrugno, ore 19) nell’ambito della prima giornata del Festival della Letteratura Mediterranea, hanno lavorato Antonio Petrone, Daniela Gramegna e Anna Lucia Marucci. Il progetto grafico è stato realizzato dall’architetto Antonio Elia Granieri, ma sono ancora tanti i nomi, i volti e le braccia delle persone che hanno partecipato al workshop di autocostruzione messo in piedi dall’Associazione Z’Unica con il coinvolgimento della meglio gioventù lucerina, donne e uomini di sudore e intelletto, studenti, manovali, architetti e ingegneri. “Sono stati utilizzati 1500 mattoni – ha spiegato Antonio Petrone, uno dei promotori dell’iniziativa – Si tratta di materiale riutilizzato, mattoni provenienti da vecchio caseggiato andato distrutto”.
Il compasso di Hassan Fathy permette di costruire cupole e strutture curve senza l’uso delle costose centine e senza una particolare maestria da parte degli operai, poiché è il compasso a indicare dove porre i mattoni. Fabrizio Càrola, architetto oggi ottantaquattrenne, ha perfezionato la tecnica attraverso workshop e progetti in tutto il mondo, creando una scuola e formando giovani tecnici. Tra questi, vi sono ingegneri e architetti che hanno costruito il Teatro Griot per regalarlo a Lucera. Il cantiere è stato aperto lo scorso 8 settembre. L’opera, quasi ultimata, sarà completata in poco meno di 10 giorni.
“Stiamo costruendo quello che abbiamo chiamato Teatro Griot – ha aggiunto Luigi Di Carlo -, una semi cupola a spirale con al centro un braciere intorno al quale, come nella tradizione nord africana dei griot, i contastorie, si svolgeranno eventi culturali di vario genere: letture, incontri, concerti in acustico, lezioni di storia, filosofia, storia dell’arte. Una piccola ‘università del sapere’ aperta a tutti”. Un’opera collettiva per la collettività. Un manufatto che è al tempo stesso simbolo e messaggio. Nella tecnica utilizzata, la stabilità dell’intera struttura è assicurata in pari misura da ogni singolo mattone e dalla peculiare disposizione di ciascun laterizio: tutti i singoli elementi hanno uguale importanza nel garantire elasticità e tenuta. Alla stessa maniera, ciascuna delle persone coinvolte ha svolto un ruolo complementare e ugualmente importante rispetto al contributo fornito dai suoi compagni d’impresa. Da giovedì 18 settembre, la nuova struttura comincerà a ospitare una serie di eventi: arriveranno Fabrizio Càrola, Sandro Joyeux e la sua chitarra (domenica 21), Federico Maggiore e la storia del principe Manfredi (giovedì 25). La musica di Ettore Figliola e quella, in acustico, della Unza Unza Band s’impadroniranno della scena venerdì 26 e sabato 27 settembre. Domenica 28, alle 11.30, il Teatro Griot ospiterà la lezione di Lorenzo Canova, storico dell’arte romano. Nei giorni a seguire, l’attrice Diletta Rossi leggerà L’Asino d’oro di Apuleio e arriverà l’architetto Franco Purini.
Il programma si arricchirà ulteriormente e sarà aggiornato sulla pagina facebook dell’associazione, intanto il Teatro Griot è già una realtà che sta suscitando meraviglia, sorpresa e, soprattutto, tanta partecipazione.