Non si può certo dire che questa sia stata una calda estate. Alla crisi economica che attraversa il Bel Paese si è aggiunta questa stagione estiva tutt’altro che incoraggiante per i vacanzieri, scoraggiati a spostarsi, e soprattutto per gli operatori che attendono la bella stagione per fare un po’ di cassa per pagare le tasse, cercare di ammortizzare gli investimenti fatti e magari mettere da parte qualche soldino. La nostra città ha una strategia turistica per le quattro stagioni dell’anno? Visto come sono stati gestiti in emergenza, in affanno e all’ultimo minuto i programmi di animazione per la primavera (Visionarie), del Manfredonia Festival e della Festa Patronale, pare proprio di no. Tutto il contrario rispetto a quanto dichiarato, lo scorso 20 maggio, sul portale del Comune dall’Agenzia del Turismo (di cui la nostra testata è socia con una quota): “Consolidato l’operato dell’Agenzia del Turismo che ha riavviato sul territorio un fondamentale asset dell’economia. Rinnovato anche il CdA… importanti passi amministrativi per consolidare il prolifico e trasparente operato dell’Agenzia del Turismo che, dopo decenni, ha concretamente riavviato sul territorio un fondamentale asset dell’economia… una gestione virtuosa attestata non solo dagli atti depositati e resi pubblici… ma anche dalla fiducia e soddisfazione della compagine societaria…”. I fatti dimostrano purtroppo il contrario, nonostante il grandissimo sforzo, sacrificio, impegno, dedizione profusa da quel manipolo di persone che ruotano attorno a questa Agenzia. A un grande impegno non è corrisposto un eguale risultato. Questa organizzazione, sfiduciata da troppi soci, non è riuscita a promuovere l’offerta turistica, attraverso il coordinamento e la realizzazione di grandi eventi consolidati e valorizzando il vasto e variegato patrimonio archeologico, ambientale e culturale del territorio. Non ha un piano strategico sul e per il turismo identificando, periodo per periodo i target al quale rivolgersi. L’Agenzia del Turismo non è riuscita a raggiungere l’obiettivo di valorizzare, coordinare e coinvolgere nel modo giusto le organizzazioni socie, tutte assolutamente valide. Al fallimento di un progetto di gestione dello strategico settore turistico si contrappone uno straordinario e storico successo nella riqualificazione dei beni culturali. Ne abbiamo così tanti che occorrerebbe un libro per citarli tutti con una piccola descrizione. Il nostro Castello, la Basilica e gli Ipogei di Siponto, l’Abbazia di San Leonardo che sta tornando al suo antico splendore, i musei (etnografico, archeologico, tra un po’ del Mare e quello Diocesano, delle Monete, dei Santi in campana fino ai recenti reperti della collezione Rizzon). La Cattedrale con tutto ciò che custodisce, la Cappella della Maddalena, i parchi archeologici di Coppa Nevigata, Siponto e Grotta Scaloria, i cunicoli sotterranei, il mare con il bel viale, il porto turistico, le spiagge, la montagna, il bosco. Senza dimenticare l’Oasi Lago Salso, che subisce la gestione di troppi enti non sempre allineati sulla gestione. La nostra politica, soprattutto quella che ci governa oggi, è riuscita ad attrarre una quantità stratosferica di soldi per vitalizzare questi stupendi luoghi che segnano le nostre origini. Ma se manca la capacità di gestire una politica di promozione e valorizzazione delle nostre ricchezze a cosa è servito tutto questo? Patrimonio culturale è pure l’artigianato: legno, ceramica, ferro battuto e cartapesta. I prodotti della terra: pomodori, olio, latticini, i prodotti da forno. Famosa la nostra arte del gelato. Lo straordinario pesce e l’ostrica del Golfo di Manfredonia. Non ci mancano accoglienti e professionali strutture ricettive, gli hotels e il fiore all’occhiello: la nostra cucina. Vantiamo ristoranti di un livello altissimo che riescono a deliziare il palato di chi visita la nostra meravigliosa città. E’ difficile che qualcuno venga a Manfredonia e se ne vada insoddisfatto, abbiamo tutti gli ingredienti giusti. Serve vendere e promuovere la nostra città nel modo giusto e con un minimo di concreta e programmata strategia. Serve lavorare sulla sicurezza (contro l’inciviltà dei nostri bulli che devastano i luoghi pubblici), sulla pulizia della nostra costa e delle spiagge tutto l’anno, la segnalazione dei servizi. Abbiamo un ottimo punto informazione turistico che a breve avrà una migliore localizzazione. Vantiamo eventi di spessore grazie all’audacia e alla passione di impavidi imprenditori della cultura. Così come vantiamo organizzazioni di giovani volenterosi di fare, spesso mal gestiti e scoraggiati. Siamo lo specchio della nostra splendida Italia, ricca di tutto ma incapace di proporre una valida offerta turistica. Nonostante tutto rimaniamo ottimisti sul Fu-Turismo della nostra amata città.
Raffaele di Sabato
aro Direttore, Lei vede le cose con occhi particolari. A Manfredonia il turismo non esiste più e niente viene fatto per farlo risorgere. 40 anni addietro, ai tempi del tandem Av.Fatone/Av.D’Onofrio, Manfredonia era la capitale del turismo del nord della Puglia e il lido di Siponto era conosciuto in tutta Italia. Poi, piano piano, forse per colpa di Amministratori incapaci o per scelta politica, è stato fatto di tutto contro il turismo. Gli alberghi chiusi,il paesaggio e la costa distrutti, le ville di Siponto sono diventate dei condomini, l’abusivismo è la norma.La periferia di Siponto è una discarica a cielo aperto.Di contro tutti i paesi della costa, dal Molise sino al Salento, hanno saputo valorizzare il bene “mare” ed hanno fatto passi da gigante,e oramai sono irraggiungibili.Poi Direttore, Manfredonia NON ha alberghi (sono solo in periferia), NON ha ristoranti “di altissimo livello”, NON ha artigianato di qualità, gli scavi sono in abbandono totale,ecc… Per concludere, al turista di qualità, Manfredonia NON ha nulla da offrire.
dal carro intendevo…e chi vuole intender….
si sale e si scende…..
Purtroppo secondo me l’agenzia del turismo è come il film “la corazzata Potemkin”, non serve a niente e mi risulta che chiunque deve intraprendere un’attività legata al turismo deve chiedere o avere contatto con essa, vi sembra il modo?
Ovvio che l’unico super responsabile è il socio di maggioranza, colui che ha avallato il primo ed i secondo cda, colui che ha dato fiducia a questo consigli di amministrazione, colui che ha proposto la figura di un direttore. Gli altri sono vittime sacrificali non all’altezza di svolgere un ruolo un copito dicui non sono assolutamente capaci.
Ciò che dice Raffaele, non fa una grinza è ineccepibile. sul valore spessore degli eventi vi invito ad organizzare con pochi mezzi di fortuna e poi vi rendete conto di cosa vuol dire organizzare e pensare ad un evento.
Faccio un esempio: se corto e cultura avesse piu soldi chiamerebbero quel cabarettista improvvisato (bravissimo, ma senza un copione un progetto d’intervento, svilisce tutto). Ad avere i mezzi si riescono a fare grandi cose….
La peggior cosa di questoapese è che tutti fanno buon viso a cattivo giocoe se non ci fossero questi interventi critici come qullo di Raffaele, che h ilcoraggio di dire cosa pensa, senza mezzi termini, vivremmo nellapiattezza totale.
E poi io non sono molto d’accordo sugli eventi culturali di spessore. Ho l’impressione che chi scrive non sa cosa vuol dire cultura
Posso evidenziare una chiave di lettura leggermente diversa, messa su da un giornalista dell’hoffington post a questo indirizzo http://www.huffingtonpost.it/antonio-preiti/turismo-sud-italia_b_5189855.html.
L’editoriale del direttore, molto interessante, ma si limita a descrivere semplicemente il problema. Leggete questo articolo, e’ ricco di spunti operativi interessanti, magari anche per chi materialmente gestirà l’affare per il futuro.
Aprite, leggete, informatevi!
Analisi strepitosa. Complimenti al Direttore, che con molta lucidità ha mostrato di saper esprimere concetti chiari su una società che ben poco ha fatto per la promozione della nostra città. Un ammasso di soci che dovevano farci prendere il volo per le loro qualità indiscusse ma che non sono riusciti a trovare una quadra. Allora mi chiedo di chi sia la responsabilità di tutto ciò? Di chi è la colpa? Perchè non si dimette nessuno? E perchè i soci che vogliono sfiduciare i responsabili di quasta debacle non lo fanno veramente? Abbiamo vissuto gli spunti di poche persone che come sempre ci hanno messo la faccia e hanno offerto alla città ore di lavoro e la propria disponibilità (festa patronale docet). Sono le stesse persone che sono stati “macellati” dal sistema, un sistema perverso e malato che ha finito per far del male a tutti. Un consiglio al responsabile della sconfitta: DIMETTITI! VATTENE! RECUPERA ALMENO LA DIGNITA’!