Giovedì 21 Novembre 2024

Si conclude l’era Vendola. Il suo percorso finisce ricordando il Gargano e Antonio Facenna “eroe della nostra storia"

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Grande emozione e grandi messaggi sono stati lanciati questo pomeriggio dal palco della Cerimonia Inaugurale della 78^Edizione della Fiera del Levante di Bari. Presente all’inaugurazione di una delle principali fiere italiane e del Mediterraneo, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Sotto il governo di Nichi Vendola “in 10 anni la Puglia è cambiata, bisogna dare atto del lavoro serio compiuto sinora, si vede dal fatto che questa regione è la numero uno come capacità di spesa dei fondi Ue” – questo il pensiero di Matteo Renzi. Un premio alla Regione Puglia e al suo governatore al termine di questi dieci lunghi anni di faticosa amministrazione della pubblica amministrazione regionale. Anche lo stesso Nichi Vendola è intervenuto all’interno dell’inaugurazione dell’edizione 2014 della Fiera, con un discorso emozionante e significativo per una regione che indubbiamente è cresciuta molto su vari aspetti. Il suo discorso – che chiude il suo ciclo amministrativo – è stato molto incentrato sul Gargano e sull’alluvione che ha messo in ginocchio moltissime cittadine dello sperone più famoso d’Italia.

“La rovina e la morte ci sono piovute addosso, con la furia di un evento alluvionale che ha ferito il nostro Gargano, insultando la sua bellezza e colpendo la sua ricchezza. Non appena la prima bomba d’acqua ha colpito San Marco in Lamis, si è mobilitato un esercito di uomini e donne della Protezione Civile, Vigili del Fuoco, di tutte le forze di pubblica sicurezza e di tutti i volontari che in questi anni abbiamo formato e dotato di strumenti per lavorare sul campo. Quasi mille persone hanno lavorato per evitare la strage. A noi oggi tocca fare i conti con gli effetti di quella mutazione climatica che sconvolge le stagioni, che scopre e colpisce le nostre fragilità, che reclama rumorosamente un nuovo paradigma di vita civile e produttiva”.

Il Presidente Vendola ha sottolineato come questo disastro sia soltanto l’epifania, una rivelazione degli stupri che questo meraviglioso territorio ha subito. “La costa, il fiume, la montagna, la campagna – continua Vendola – sono stati abusati, nel nome di un modello di sviluppo che estrae ricchezze private per distruggere le ricchezze collettive. Il territorio Pugliese deve coinvolgere nei fattori produttivi la ricchezza del territorio, la storia, la cultura, le tradizioni e i paesaggi, coniugando così Economia, Ecologia e Rispetto per l’ambiente” – queste le parole di Nichi Vendola dopo una settimana dal disastroso alluvione sul Gargano.

Alla presenza del Presidente del Consiglio, Nichi Vendola ha ribadito come la Puglia in questo decennio non si è imposta come una piccola patria, ma ha voluto sviluppare la sua identità mediterranea e la propria ambizione europea.  Nel suo discorso ha confermato l’importanza della Regione Puglia nella produzione di energia per l’intero territorio italiano, con la consapevolezza di poter dire di no alle trivelle in questa nostra striscia di mare, prediligendo quelle forme pulite di produzione energetica come le solarizzazioni delle città. Scelte – ha evidenziato Vendola – che proteggono le ricchezze del nostro territorio; come le coste, il turismo, la pesca e l’identità del nostro territorio.

“In questi lunghi dieci anni – continua Vendola con emozione – abbiamo detto si a tutte le scelte che ci hanno aperto una porta per il futuro. La Puglia è cresciuta. Abbiamo incentivato la nuova agricoltura costituendo i prodotti di Puglia, abbiamo incentivato le masserie didattiche e abbiamo sviluppato una nuova forma di turismo con le cabine di regia che hanno permesso alla Puglia di essere un territorio conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Tutto ciò che abbiamo fatto è una visione della nostra storia, fra modernità e tradizioni, curando le radici ma guardano costantemente il mappamondo”

Di fronte a un pubblico numerosissimo, il pensiero conclusivo del suo discorso – che chiude il suo  mandato da Presidente della Regione Puglia – va nuovamente al Gargano e ad Antonio Facenna, giovanissimo allevatore di Vico del Gargano morto durante l’ondata di maltempo sul Gargano.

“La puglia è una patria con un solido impegno corale. Ho visto qualche traccia di tutto ciò sul Gargano, nei piccoli paesi incastonati sui monti. I giovani di Vico del Gargano e di Carpino hanno accompagnato con le chitarre e con i canti la bara di Antonio Facenna, 24enne ucciso dall’acqua. In un pianterreno pugliese di gente umile e bella, la mamma di Antonio racconta di un ragazzo che studia, ma che come stile di vita diventa allevatore e pastore”.

Ricordando Antonio Nichi Vendola ha ricordato i tantissimi ragazzi che dalla Regione Puglia hanno avuto molteplici possibilità per emergere, ricordando i Bollenti Spiriti, le Start Up innovative, gli investimenti nel cinema, nel teatro, nella musica e nei laboratori culturali giovanili.

“Mentre mi accingo a congedarmi da un decennio che mi ha succhiato la vita – spiega in conclusione il Presidente della Regione Puglia, visibilmente commosso – penso ad Antonio, ai suoi sogni, ai suoi progetti e alla sua masseria che presto diventerà una delle tante masserie didattiche. Se ho fatto qualcosa di buono in questi dieci anni e in tutta una vita, vorrei dedicarlo proprio ad Antonio: è lui l’eroe della nostra storia.

Si conclude qui un ciclo amministrativo importantissimo per la Puglia. Una Puglia che è nata e cresciuta. Una Puglia che ora trova un posto importante nello scenario nazionale ed internazionale. Qui termina l’era regionale di Nichi Vendola, un uomo che ha fornito al nostro territorio  le possibilità giuste per emergere. Sembra strano che questi suoi lunghi 10 anni si concludano con l’emergenza Gargano, quel Gargano che molte volte è stato snobbato, umiliato e non considerato dall’amministrazione regionale. Alla luce di tutto ciò dobbiamo essere orgogliosi di appartenere ad una terra importante, una terra che lavora, una terra che crea, una terra che si impegna quotidianamente per assicurarsi un futuro più roseo, un futuro diverso; ma soprattutto un futuro, alimentato dall’impegno e da quella strana forza naturale del cambiamento.

Felice Sblendorio

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