Vaste zone del territorio vanno assumendo i caratteri di vero e proprio deserto. Il fuoco continua ad arrecare danni devastanti all’ambiente, a distruggere il nostro patrimonio, e mette in pregiudizio l’avvenire delle generazioni presenti e future. È spesso fonte di gravi lutti nelle nostre comunità. Per fronteggiare questa calamità la Regione e lo Stato impegnano annualmente nella sorveglianza e nella lotta attiva al fuoco ingenti risorse finanziarie, che drenano le scarse risorse a disposizione sottraendole allo sviluppo e agli altri impieghi produttivi. L’attuale quadro di azioni, è rimasto circoscritto storicamente quasi esclusivamente nella lotta attiva al fuoco.
La macchina operativa antincendio è ormai sicuramente efficace sul piano del contenimento dei danni, ma per sua natura non è destinata ad incidere sulle cause che alimentano il fenomeno. La medesima via della deterrenza giudiziaria, può costituire un valido argine alla reiterazione dei delitti improntati ad una matrice prettamente criminale, ma si rivela inadeguata per fronteggiare gli incendi che affondano le loro motivazioni nei bisogni sociali. In ogni caso l’indagine di polizia giudiziaria continua ad essere il mezzo più efficace per individuare le cause e gli autori degli incendi. Di per sé non è destinata al successo neppure una strategia che si risolva in politiche di soli vincoli o proibizioni sulle aree percorse dal fuoco: vietare non è impedire. L’attuale fase emergenziale, deve essere pertanto accompagnata dalla promozione di politiche territoriali e ambientali capaci di affrontare e rimuovere gradualmente nel tempo i bisogni, gli interessi e superare ogni altra causa anche culturale alla base dello stesso stato di malessere della nostra società civile. Si tratta di un complesso di motivazioni colpose e dolose, alcune tradizionali ed altre più recenti, ormai sufficientemente note anche attraverso l’attività investigativa e di monitoraggio amministrativo svolta in forma e con modalità specializzate dal Corpo Forestale dello Stato e dalla Vigilanza Ambientale Volontaria come le Guardie Ecologiche Ambientali del Corpo Nazionale CIVILIS ENGEA della nostra Regione e dell’intero territorio nazionale. .
Gen. Giuseppe Marasco Comandante Generale del Corpo
GIUSEPPE,NON NUTRO UNA GRANDE SIMPATIA PER LA TUA PERSONA,MA MI RENDO CONTO CHE SEI ” MAGARI” UNA DI QUELLE POCHE PERSONE CHE VEDREI BENE AL COMUNE.NON SAPREI CON QUALE INCARICO MA, SONO CERTO CHE SARESTI ALL’ALTEZZA DELL’INCARICO E MOLTO PIU’ AFFIDABILE DI TANTI INCAPACI CHE SIEDONO BEATI A PALAZZO SAN DOMENICO ! PROVACI PEPPE E VEDRAI CHE QUALCOSA SUCCEDERA’….NE SONO CERTO !!!
buongiorno, va bene la questione volontariato che apprezzo e gli fa onore, ma non continuate ad insistere col presentare un personaggio (chiunque esso sia) vestito da fantoccio, con una divisa che non ha ne capo ne coda e sopratutto voi che pubblicate certe cose dovreste fare da filtro, prima di mettere certe fotografie e insistere a voler far passare qualcuno o qualcosa per quello che non è. Inizialmente, ci si fa una risata, ma poi se si persevera si finisce anche davanti all’autorità giudiziaria. Ricordo che nessuno di propria iniziativa puo arrogarsi l’autorità di presentarsi con divise, gradi, alamari e qunt’altro se non riconosciuti come corpo dallo stesso Stato Italiano (e questo non mi risulta esserlo). Pertanto finiamola con questa pagliacciata, prima di finire sui giornali seri ed essere derisi a livello nazionale, ma sopratutto evitare di finire in aule di tribunale o peggio ancora agli arresti per presentarsi con una divisa inesistente, spacciandosi per quello che non si è. chiudo dicendo che apprezzo e ammiro il lavoro di volontariato svolto, ma non esageriamo e non rendetevi complici di qualcosa di illegale. Fate informazione seria, altrimenti perdete di credibilità (di questi tempi è già poca). Come diceva Totò, siamo uomini o caporali. Cercate di essere i primi, senza offesa per i secondi. Così come scrivete che tutti i commenti sono soggetti alla moderazione della redazione, cercate di fare la stessa cosa anche con le notizie pubblicate dalla stessa redazione, senza pubblicare di tanto in tanto enormi panzanate.
Bisognerebbe conferire anche ai volontari prerogative di pubblico ufficiale o, almeno, di incaricato di pubblico servizio in modo da non svilire la loro opera e renderne efficace il prezioso impegno.
Chiediamo che la tutela del patrimonio boschivo e naturale, venga inserito fra le priorità dell’agenda politica regionale e che qualora ce ne fosse bisogno, anche le associazioni ambientaliste, con propri uomini e professionalità, possono dare il loro contributo, così come le “Guardie Ecologiche Ambientali” del Corpo Nazionale CIVILIS ENGEA, basato sul volontariato ed a costo zero, visto che stanno dando dei risultati nella prevenzione degli incendi.