Mentre continua la pesca con reti proibite, all’interrogazione dei deputati M5S il Ministro dell’Agricoltura Martina non dà segnali definitivi sulla proposta della Commissione Ue di mettere al bando definitivamente dal 2015 le reti derivanti
Da oltre 30 anni, il sistema di pesca con le reti derivanti rappresenta una piaga. È un metodo distruttivo per i grandi pesci pelagici, cetacei e tartarughe e danneggia la pesca tradizionale. I pescatori hanno ricevuto sovvenzioni per cambiare tecniche ma gli sbarchi notturni di pesce spada continuano. La Commissione Ue ha tenuto sotto osservazione speciale il nostro Paese fin dal 1995 e le autorità negli ultimi anni hanno incrementato i controlli, giungendo alla chiusura della procedura di infrazione a carico del nostro Paese. Proprio lo scorso 11 luglio, infatti, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Martina si dichiarava soddisfatto della chiusura della procedura di infrazione relativa all’utilizzo delle reti derivanti cosiddette «spadare», vietate dall’Unione europea sin dal 1992. Dopo oltre 20 anni, dunque, si è chiuso il contenzioso con la Commissione europea e si è pertanto scongiurato il pericolo di incorrere in una sanzione di oltre 130 milioni di euro. Da quanto confermato anche dalle recenti dichiarazioni del Ministro Martina, l’Italia rispetta le normative in materia di pesca, tutela gli stock ittici dei propri mari e assicura adeguati controlli. È noto tuttavia, come dimostra un report di Oceana, che i pescherecci spesso sbarcano sulle nostre coste esemplari di pesce spada, catturati verosimilmente con reti derivanti illegali dal 2002 anche per i pelagici come il tonno o il pesce spada.
“Con la nostra interrogazione abbiamo chiesto al Ministro di intensificare i controlli sul territorio soprattutto presso le marinerie già segnalate, con l’intento di sequestrare definitivamente gli attrezzi illegali e dare una risposta rapida e una pianificazione intelligente alla proposta di divieto di tutte le reti da posta derivanti lunghe – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), cofirmatario dell’interrogazione – Il Ministro non si è sbilanciato a spiegare come mai i controlli latitano ora che l’infrazione con l’UE è chiusa, infatti, si sa che non appena finisce il regime straordinario dei controlli tutto torna come prima, per questo non dovrebbe esserci ‘pausa’ negli stessi, ma continuità e assiduità”.
Il Ministro Martina, inoltre, non ha specificato cosa intenda fare a riguardo del bando definitivo a gennaio 2015 delle reti derivanti proposto dalla Commissione Ue e ha parlato di “dovute e necessarie procedure di consultazione”. “Dimenticando – continua L’Abbate (M5S) – che il problema non si pone oggi, ma dal lontano 1992! Ci chiediamo se ci sia l’intenzione di tutelare reti come l’alacciara e la bisara che, con maglie più piccole, non vanno ad insidiare i grandi pelagici e che, quindi, con le dovute cautele possono ancora essere usate dalla piccola pesca costiera. Dopo anni di provvedimenti presi senza la formazione dei pescatori – conclude il deputato della Commissione Agricoltura – sarebbe opportuno attuare una pianificazione intelligente proprio per non lasciarli ‘in braghe di tela’ in caso di bando definitivo”.