Giovedì 7 Novembre 2024

Pellegrinaggio notturno alla basilica di San Michele. Un viaggio di preghiera ma anche un escursus turistico originale

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Oggi è assimilato al turismo, quello religioso in particolare, ma il pellegrinaggio a piedi verso un luogo santo mantiene intatto il significato più intimo, una valenza peculiare tutta sua. Ancor più se il viaggio al santuario è compiuto di notte, al chiarore delle stelle.

A quest’ultima forma si rifà il pellegrinaggio che ormai per lunga tradizione prende le mosse da San Marco in Lamis per concludersi sull’altare della grotta di San Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo. Ad organizzarlo per la notte tra il 10 e undici agosto prossimo, è l’Ordine francescano secolare della cittadina che si dipana ai piedi di un altro importante santuario garganico, quello di San Matteo apostolo. Riprende e riafferma quell’uscire dall’ordinario della vita per liberarsi dalle ansie e dalle tensioni quotidiane, per una parentesi di penitenza che comporta fatica e rischi sia interiori che materiali, per connettersi al sacro, confermare la propria fede e impetrare vantaggi spirituali e il perdono metafisico. Un pellegrinaggio definito “penitenziale” praticato nell’alto medioevo in Irlanda e arrivato, portato dai missionari, in Europa nel VI-VII secolo, che si differenzia da quello “devozionale” diffuso in epoca paleocristiana a completamento del processo di conversione. Nel tempo le due forme si sono sovrapposte e fuse in una pratica che ha avuto in Roma, la Terra Santa e Santiago di Compostela i grandi universali riferimenti. A legarli tra loro la Via Francigena, il percorso tracciato dai pellegrini ramificatosi in tanti rivoli che portano ognuno ai diversi santuari sparsi per l’Europa. Tra questi quello di San Michele sul Gargano è certamente tra i più antichi e celebrati frequentato dai Longobardi tanto che la strada che dal nord si insinua sul promontorio è detta Longobardorum.           La grotta di San Michele

Ed è sul tratto che da San Marco in Lamis, caposaldo iniziale della Valle di Stignano naturale varco per il Gargano, conduce alla Grotta santa dell’Angelo che si svolge il pellegrinaggio alla Basilica del Principe degli angeli. “E’ una forte esperienza di fede estiva – spiga il ministro della fraternità Luigi Ianzano – che si rinnova da tempi immemorabili e che richiama folti gruppi di partecipanti anche da fuori San Marco, ai quali rivolgo l’invito ad aderire. E’ una felice occasione per riscoprire il privilegio della preghiera, della meditazione, dell’ascolto e della solidarietà nel corso di un cammino nel cuore del Gargano”.

Ma anche un modo per scoprire la “montagna del sole” nella penombra e nel silenzio della notte, per apprezzare la straordinaria bellezza incantata del creato nei suoi momenti di abbandono, per sentirsi più vicino al cielo ma anche per gustare il piacere di un escursus turistico esclusivo, originale.

La partenza è fissata alle 20,30 di domenica 10 agosto presso la chiesa di Sant’Antonio Abate, dopo il rito iniziale officiato dall’assistente fra Pietro Carfagna nel corso del quale sarà consegnato il significativo e indispensabile “bastione del pellegrino”. Il tracciato di circa 35 chilometri durante il quale “si chiederà all’esigente fratello corpo di digiunare”, segue l’attuale SS 272: Borgo Celano, San Giovanni Rotondo, Fontana di Pantano, Edicola di Campolato, Valle di Carbonara, Sentiero Costa, e quindi Basilica (arrivo 7,30 del mattino seguente) ove saranno celebrate le lodi e la messa. Oltre ad un comodo paio di scarpe, l’equipaggiamento ridotto all’essenziale: zaino, tau, cappellino e rosario. Ad ogni buon conto un’automobile seguirà i pellegrini.

Michele Apollonio

 

 

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