“La difesa del Sindaco Riontino fa acqua da tutte le parti e la scomposta replica al Sottosegretario Scalfarotto dimostra quanto sia insofferente a qualsiasi critica – anche la più costruttiva – diretta al proprio operato. A volte sembra quasi che il Sindaco immagini di vivere nel “ventennio fascista” e che le più elementari regole democratiche gli provochino l’orticaria.” È quanto afferma il Segretario del Circolo del PD “Biagio Riontino” di Zapponeta, Michele La Macchia, in risposta al comunicato stampa diffuso dal Sindaco Giovanni Riontino in merito alla mancata autorizzazione della Festa de l’Unità nel centro del basso tavoliere.
“L’on. Scalfarotto – prosegue il Segretario dem – nella sua breve esperienza parlamentare e di Governo ha già in più occasioni prestato ascolto al grido di aiuto che si levava dalla nostra comunità dimostrando di non badare al colore politico degli amministratori coinvolti.
Lo ringraziamo per questo e per aver solidarizzato con il nostro Circolo nella denuncia di una miope presa di posizione dell’Amministrazione Riontino contrastante con i fondamentali principi costituzionali di democrazia e libertà di espressione”.
“Entrando, poi, nel merito della questione – continua La Macchia – ricordiamo al Sindaco che la Festa de l’Unità rappresenta da quarant’anni nel nostro Comune un’occasione di confronto su questioni politiche di carattere nazionale e locale, oltre a un momento per offrire a concittadini e turisti una serata all’insegna dello spettacolo e della buona musica.
In barba al parallelo improprio con la realtà della città di Manfredonia (che in tema di democraticità ed efficienza amministrativa farebbe davvero bene a prendere a modello!), rammentiamo al Sindaco che Zapponeta è un centro di poco più di 3.000 abitanti e l’unica vera “agorà” cittadina è Piazza “Aldo Moro”. Pertanto, dimostrarsi disponibile a concedere l’autorizzazione a celebrare la manifestazione politica in qualsiasi altro posto significa “nei fatti” negare il suo svolgimento. Al Sindaco, che nel suo comunicato si vantava di aver tenuto in quella stessa piazza la Festa della propria lista civica solo pochi giorni fa (29 giugno u.s.), chiediamo quale ragionevole differenza vi sia tra l’autorizzare una manifestazione politica il 29 giugno e negarne un’altra dello stesso tenore a luglio? Due giorni di differenza cambiano la realtà circostante? È evidente a tutti, pertanto, che l’unica motivazione logica sottesa a tale scelta sia la volontà di tacitare una forza politica di minoranza.”
“Una scelta che trova nella storia della nostra cittadina un unico precedente: il decennio buio (2001-2011) dell’Amministrazione D’Aluisio, la cui gestione politica ha portato, tra le altre cose, al dissesto economico-finanziario del nostro Comune. Un’Amministrazione di cui, oltre ad essere i continuatori (ai padri e agli zii sono succeduti figli e nipoti!), siete complici perché state scaricando il peso del dissesto su tutta la cittadinanza!
“Nel rispondere alle accuse gratuite rivoltemi dal consigliere Luciano Castigliego, dico: sei solamente la stampella (o, se ti piace di più, l’azionista) di un’Amministrazione di centrodestra, miope e autoritaria. Se davvero fossi un militante del PD (come sempre puntualizzi), ti batteresti in seno alla maggioranza di cui fai parte affinchè al PD fosse concessa la Piazza. Il resto (la fede renziana, etc.) sono solo chiacchiere e distintivo!
Quanto al tesseramento, inoltre, lo Statuto parla chiaro: la tessera la può fare solo chi non si pone in evidente contrasto con l’attività del Partito. E un consigliere comunale che fa parte di un’amministrazione di centrodestra integra la fattispecie statutaria!”
“Proseguiremo – conclude La Macchia – la nostra pacifica battaglia in tutte le sedi opportune. Abbiamo già informato con una missiva S.E. il Prefetto di Foggia, dott.ssa Luisa Latella, e siamo pronti a far arrivare la questione alla ribalta delle cronache nazionali. Il Sindaco, se vuole, può porre fine a questa nostra battaglia in un batter d’occhio: autorizzi lo svolgimento della Festa de l’Unità in Piazza “Aldo Moro” e si dedichi, piuttosto, al lavoro in favore della nostra comunità (il fatto che non abbia appreso della nostra richiesta protocollata una settimana fa è tutto dire!).”