Giovedì 21 Novembre 2024

Le fantasie e le realtà del Porto di Manfredonia: il libro dei sogni del Commissario portuale

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“Grazie alle strategie di sviluppo intraprese da questo ente, in stretta collaborazione con gli operatori locali, le previsioni di traffico per il 2014 sono più che soddisfacenti”. L’affermazione è contenuta nella relazione con bilancio di previsione 2014 inviata dal Commissario all’Autorità portuale di Manfredonia al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Una dichiarazione che ha aperto i cuori e innescate rinnovate speranze di vedere il porto di Manfredonia finalmente avviato sulla rotta della ripresa. Come noto i traffici marittimi sono la linfa vitale, il motore che aziona l’articolato e complesso sistema portuale. Una pia attesa trasformatasi in cocente delusione. L’ennesima e non la sola. La smentita clamorosa a quelle “previsioni più che soddisfacenti” l’hanno data i numeri statistici del movimento portuale riferiti al semestre appena decorso. Un riferimento inequivocabile, indiscutibile. Ebbene il tonnellaggio totale delle merci del traffico internazionale è stato di 167.685 (centosessantasette mila seicentoottantacinque), mentre quello di cabotaggio di 62.011 (sessantaduemilaundici) costituito praticamente dal trasporto acqua alle Tremiti: la cisterna è andata per 65 volte su e giù dal porto vecchio. (Uno spreco enorme che potrebbe essere evitato se si provvedesse a realizzare il progettato dissalatore sul quell’arcipelago. Ma questa è un’altra storia pietosa). Le navi sulle rotte internazionali arrivate al porto industriale e ripartite, sono state complessivamente 44. Tra le merci sbarcate più consistenti, sono in tonnellate: 41.931 di sabbia silicea, 28.593 di urea, 12.086 di wood pellets. Quelle imbarcate solo quattro: 2.500 di urea, 2.946 di alcoholic beverages, 6.685 vetro in casse, 3.508 tondini in ferro. Tutto qui i traffici “più che soddisfacenti” che tutto lascia seriamente prevedere non subiranno miglioramenti per il resto dell’anno. E meno male che l’ente ha “intrapreso strategie di sviluppo”. E’ molto verosimile che a fine anno sarà battuto il record (negativo) del 2013 (414.669 ton), del 2012 (439.117 ton). In tempi non lontani si movimentavano merci a milioni di tonnellate. Per non parlare del traffico passeggeri: “vi è da sottolineare – è scritto nella relazione – il movimento passeggeri crocieristico e a quello relativo al collegamento con le Isole Tremiti espletato per soli 4 mesi all’anno”. Probabilmente si parla di un altro porto: il collegamento con le Tremiti sono ormai anni che è stato soppresso e c’è stata una sola modesta nave crocieristica di passaggio al porto vecchio. Ciò nonostante “questo ente ha più volte sollecitato la necessità di garantire collegamenti non stagionale, ma continuo durante tutto l’arco dell’anno”. Ma le “inesattezze”? “invenzioni”? o che so altro, disinvoltamente fatte passare per affermazioni circostanziate, contenute nella relazione sono tante e disarmanti. Si prenda ad esempio, tra gli altri, il capitolo organizzazione portuale: ebbene si afferma che l’organico dei piloti portuali è di due unità quando l’unico che c’è sta per andare via per mancanza di traffici marittimi. Il rimorchiatore ha abbandonato da tempo: quando occorre ce lo presta Barletta con un aggravio di costi a carico delle navi. Gli ormeggiatori, due unità, sono accorpati con quelli di Barletta. E così via per aspetti essenziali riguardanti la funzionalità e le prospettive operative di questo porto che ha delle potenzialità straordinarie ma che sono colpevolmente lasciate in balia di sé stesse o al meglio ingessate in previsioni ciclopiche che non sono neanche prese in considerazione. Tutto è infatti di là da venire sempre che si realizzino situazioni a dir poco fantasiose. Come i cento milioni di euro richiesti per mettere in sesto il porto. In compenso si sostiene la pesca con la realizzazione della fogna e la sistemazione della banchina portuale: peccato che il settore pesca va assottigliandosi paurosamente. Ma quel che più preoccupa da questa rappresentazione quanto meno fantasiosa di una situazione alquanto distante se non avulsa da una realtà che pure ha dei fondamenti strutturali credibili, ma che finisce per vanificare anche le buone intenzioni, è la “leggerezza” con la quale si gestisce una risorsa che meriterebbe, per le fondamentali implicazioni che nuove, ben altra appassionata cura e attenzione professionale. Tant’è che la domanda corrente è: ma il Ministero prende per oro colato quel che c’è scritto nella relazione? Tutto lascia supporre che si rimanda ogni decisione alla annunciata drastica riforma dei porti funzionale alle effettive necessità organizzative del settore fondamentale per l’economia nazionale, ma tutti i proclami sono, almeno fino ad ora, rimasti tali.

Michele Apollonio

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  • E’ l’unica cosa della quale sono capaci gli Amministratori di cosa pubblica a Manfredonia; VENDERE FUMO E FARE FINTA DI CREDERCI!!!!!!

    Doniano 08/07/2014 19:17 Rispondi
  • VEDO SEMPRE E SOLO ATTACCO DIRETTO.
    POCO GIORNALISMO MOLTO POPULISMO!

    PAOLO 08/07/2014 18:38 Rispondi
  • L’acquaiuolo vende la sua acqua dicendo che è sempre fresca…..

    semprevigile 08/07/2014 17:58 Rispondi

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