L’ideatore dell’evento è il noto giornalista sportivo foggiano Franco Ordine
Tutti vestiti di bianco. Forse per sembrare più giovani. Di certo non più magri. Ma sicuramente per divertirsi. Si sono autodefiniti i ragazzi del ’50, dei meravigliosi anni ’50, quelli in cui, per i foggiani, Siponto era come Copacabana. Il mare, il sole, e nessuna nostalgia del passato, perché in quegli anni l’Italia guardava solo avanti. Adesso, invece, spesso si è costretti a voltarsi indietro per accorgersi che si stava meglio quando si stava peggio. E poiché Siponto è sempre lì, immutata nel tempo, i ragazzi del ’50 hanno deciso di farvi una rimpatriata.
L’IDEATORE DELL’EVENTO – L’idea è di tre foggiani emigrati, da Milano a Montecarlo. Uno è famoso, volto noto delle tv e firma di prestigio del giornalismo italiano: «Insieme con un paio di miei amici d’infanzia foggiana, Aurelio Faccilongo e Cinzia Cicolella, poi trasferiti come me a Milano o addirittura a Montecarlo – spiega il giornalista Franco Ordine – nei mesi scorsi abbiamo dato vita a una iniziativa che ci è piaciuto intitolare i ragazzi del ‘50 e dintorni. Iniziativa che consiste semplicemente in questo: poiché avevamo una nostalgia canaglia di rivedere molti degli ex ragazzi di cui avevamo perso traccia negli anni, abbiamo organizzato una serata (da tramonto a tramonto) al lido Ultima spiaggia di Siponto dove ci ritroveremo per un riassunto delle puntate precedenti, per abbracciare moltissimi volti a noi familiari durante l’infanzia spensierata, trascorsa proprio sulla spiaggia dei foggiani, a Siponto insomma».
UN FATTO DI COSTUME – Nata come una festa privata, la 24 ore di Siponto è diventata un piccolo fatto di costume dell’estate foggiana grazie alle numerose adesioni, oltre un centinaio, di cui molte di foggiani che risiedono in giro per l’Italia. «Il mio slogan, infatti – continua Ordine – è Siamo fuggiti da Foggia non per Foggia né per i foggiani. E infatti siamo tornati». La 24 ore di Siponto partirà questa sera alle 19 per terminare al tramonto di domenica 6 luglio. Una giornata intera all’insegna del «com’eravamo» tra musiche, balli aperitivi, brunch e buffet. Per ritornare giovani e anche per ricordare chi non c’è più.
tratto da corrieredelmezzogiorno.it
Credo che tanti di quei ragazzi foggiani degli anni ’50 abbiano frequentato negli anni ’60 il Sacro Cuore di Manfredonia, di cui penso conservino un bel ricordo.