Domenica 22 Dicembre 2024

Capone: "Zone Franche Urbane, ora tocca ai Comuni far sì che non sia un intervento spot"

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Agevolazioni fiscali, detrazioni, contributi e bonus occupazionali per 14 anni“. Questi gli obiettivi delle Zone Franche Urbane finanziate dalla Regione Puglia con 60 milioni di euro. “In Puglia potranno beneficiare dello ‘sconto’ sulle tasse – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Loredana Capone che ha finanziato l’intervento – 4.046 micro e piccole imprese. Agevolazioni su Irpef, Irap, imposte comunali e contributi previdenziali per i dipendenti che permetteranno al sistema delle imprese pugliese di tirare un respiro di sollievo. Nell’elenco 201 imprese di Andria, 856 di Barletta, 506 di Foggia, 65 di Lecce, 188 di Lucera, 282 di Manduria, 227 di Manfredonia, 416 di Molfetta, 427 di San Severo, 358 di Santeramo in Colle, 520 di Taranto”.

Per oltre 4 mila imprese pugliesi – ha proseguito – da oggi il futuro è più roseo. Lo è in particolar modo per quelle più giovani costrette sinora a fronteggiare una crisi tagliente che non teneva conto della loro fragilità quanto del valore aggiunto che esse avrebbero potuto portare all’intero territorio. Con questo bando, fortunatamente, si è aperto uno spiraglio di luce e potremo promuovere, non solo il rilancio delle attività imprenditoriali che caratterizzano il territorio e lo rendono vivo nei suoi luoghi socialmente ed economicamente più disagiati, ma anche la rinascita delle aree urbane più colpite dalla crisi. Si tratta di un esperimento che vuole premiare chi investe nei quartieri ‘dormitorio’, senza aree commerciali e produttive, e impiega personale regolarmente assunto e nel totale rispetto della legge”. “Ci sono realtà come Taranto, Barletta, Andria – ha concluso l’assessore – che hanno beneficiato a piene mani del provvedimento regionale per un grande numero di imprese. Anche il risultato di Lecce è significativo: le imprese leccesi hanno beneficiato di 4milioni e 800mila euro ripartiti tra 65 richiedenti. Purtroppo, nel caso leccese, il perimetro dell’area individuata dall’amministrazione comunale nel 2007 si é rivelato penalizzante anche per la scarsità dei locali presenti e ha pregiudicato la larga partecipazione che, invece, abbiamo potuto riscontrare negli altri Comuni. Ora occorrerà valutare bene i risultati, guardando al numero degli occupati, degli stabilizzati e alla nascita di nuove imprese. Occorrerà, inoltre, che le amministrazioni comunali s’impegnino a sostenere e valorizzare lo sforzo regionale con interventi mirati al miglioramento del contesto urbano dell’area prescelta. E ciò, per evitare che le Zone Franche Urbane siano un intervento spot”

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