di Pino Delle Noci
A Manfredonia, la bolletta del gas, da agosto 2011 ad aprile 2014, è aumentata del 48,5 %. Questo è quanto ho potuto verificare confrontando i bollettini di pagamento del gas a parità di consumi: 38 mc di consumo ad agosto 2011, stesso consumo ad aprile 2014. 33,00 euro ad agosto 2011; 49,00 euro ad aprile 2014. Aumento del 48,5%.
Secondo gli sponsor governativi, da trent’anni ad oggi, le privatizzazioni e lo smembramento dei monopoli pubblici, avrebbero dovuto favorire la concorrenza e garantito migliori servizi a costi inferiori. Tutto falso. In Italia i monopoli si sono trasferiti dallo Stato agli amici degli amici, alle lobby e ai comitati d’affari che finanziano la partitocrazia e loro referenti. I monopolisti, per garantirsi lauti affari, tagliano su tutto e su tutti, provocando aumenti indiscriminati senza alcun controllo. I ricchi e i potenti, protetti da leggi truffaldine, diventano sempre più ricchi. Gli altri, privati dei diritti e del lavoro, perdono perfino la dignità. La disponibilità dei capitali diventa sempre più “cosa loro” e, se vuoi sopravvivere, devi accettare sottomissioni e vessazioni.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Gli aumenti colpiscono in modo particolare la piccola e media impresa e le fasce sociali con reddito da lavoro dipendente e pensionati che, secondo la confesercenti, sono i più tartassati d’Europa. Aumentano i costi dei servizi, la disoccupazione, la criminalità, i furti in appartamento, i giochi d’azzardo, i suicidi, la chiusura delle fabbriche, i senza tetto, i trasferimenti delle aziende nei paesi sottosviluppati con conseguente calo occupazionale. Aumenta il lavoro nero che, a sua volta, alimenta assistenzialismo ed evasione fiscale. Sono aumentati i tagli delle tratte ferroviarie, infruttifere secondo le lobby, con relativi aumenti di costi e disagi per i pendolari. Sono aumentati i costi dei trasporti e quelli autostradali, il prezzo dei carburanti e, chi più ne ha più ne metta. Aumenta anche la corruzione politica e amministrativa con la complicità di pezzi delle istituzioni. Aumentano vergognosamente clientelismi, mercimoni e disinformazione per nascondere le malefatte della partitocrazia che non si risparmia nella difesa ad oltranza dei propri privilegi.
In questa “idillica” prospettiva, aumenta il debito pubblico che il governo promette di abbattere. In che modo? Con la svendita del patrimonio pubblico e dei gioielli di famiglia.
Piuttosto che valorizzare e razionalizzare quelle strutture pubbliche che producono redditi per il paese, le svendiamo, agli amici degli amici, con la promessa di un probabile abbattimento del debito pubblico. Niente di più falso. E’ l’unico modo per trasferire, alle future generazioni, le malefatte di una politica corrotta, asfittica, autoreferenziale e incapace di produrre reddito per portare a soluzione i disastri prodotti negli ultimi trent’anni.
Ora il governo sostiene di aver vinto la battaglia europea. Si può sforare il tetto del 3% e allungare i tempi per il rientro. A pagare, comunque, saranno sempre i contribuenti italiani già pesantemente vessati da tassazioni impossibili e aumenti incontrollati. Non saranno certamente gli europei ad abbattere l’insostenibile debito pubblico italiano. Anche l’attuale governo, come il precedente, decide per il rientro dei capitali trafugati all’estero con una lieve pacca sulla spalla, a dispetto degli imprenditori onesti che, non riuscendo a pagare tasse vessatorie, sono stati indotti alla chiusura delle aziende e, in molti casi, al suicidio.
Il dilagare della corruzione, vera piaga italiana che scoraggia gli imprenditori esteri a investire in Italia, sembra non impensierire più di tanto l’attuale governo. Corrotti, corruttori, concussi, condannati e indagati a vario titolo possono sedere in parlamento e decidere le sorti del nostro paese.
Il nuovo che avanza è intento a conservare i privilegi che hanno conquistato dopo essere stati “nominati” e occupato le poltrone nei palazzi del potere. Una legge elettorale che rafforzi il sistema delle nomine diventa la panacea di tutti i mali; per i nominati.
Nel nostro Bel Paese Italia, con il nuovo che avanza al 40%, non scandalizza il fatto che il ministro allo sviluppo economico possa aver trasferito all’estero le aziende di famiglia. Infatti l’azienda di famiglia, la Ducati, ha visto l’esportazione di parte delle attività industriali verso l’estero, e naturalmente dello sviluppo che si è creato in altri paesi, e non in Italia, perchè molto più conveniente per gli affari aziendali famigliari. All’estero la Ducati possiede: DUCATI Energia Romania (Romania – Busteni) costituita nel 2002 per la produzione di condensatori e di apparecchiature di rifasamento; DUCATI Komponenti (Croazia – Ludbreg) fondata nel 2002 con l’obiettivo di produrre componenti per la gestione dei motori a scoppio; DUCATI Energia India (India – Pune) nasce nel 2006 dalla joint-venture con un partner locale. Produce generatori ed elettronica annessa; C.R.D.; DUCATI Energia Sud America (Argentina – Buenos Aires) costituita nel 2008 per la produzione, la commercializzazione e la distribuzione di condensatori, analizzatori ed accessori a questi connessi ndr.
Sarà pur vero che quando è stata nominata non si menzionava per quale paese avrebbe provveduto allo sviluppo economico.
Una soluzione alla catastrofe italiana c’è: mandare a casa questa classe politica incapace, asfittica, autoreferenziale e servile alle lobby; capace solo di blaterare e inventare slogan per mantenere saldo il fondoschiena sulla poltrona che hanno conquistato con la nomina. Attenti però ai bonisti, camaleonti e infingardi; esperti ipnotizzatori.
Pino Delle Noci
Il sistema utilizzato per il confronto del costo del gas non tiene conto delle variabili rilevanti che lo determinano, infatti, le tariffe, variano con le fasce di consumo e inoltre dalla terza fascia l’IVA passa dal 10% al 20%.
Da un confronto che ho fatto sulle mie bollette dello stesso periodo considerato nell’articolo, ho potuto confrontare i costi al metro cubo relativi alla seconda fascia, ed ho costatato per un equivalente consumo, un aumento comunque considerevole del 18%, ma nettamente inferiore di 30,5 punti rispetto al 48,5% qui dichiarati.
Bella e verissima analisi… Complimenti Pino la penso come te….
Questo è il frutto di una politica effettivamente corrotta e servile, che del bene pubblico non sa neanche il significato….
Tutti come Razzi… “Razzi sgamato da La7: “Io penso ai cazzi miei, mi serve la pensione”…. e non solo