È ormai giunta l’estate, e a chi frequenta la scogliera dell’Acqua di Cristo, o si trova per caso a passare in zona, non è sfuggito il movimento di carico e scarico proprio in quel grande edificio che fino a poco tempo fa ospitava la sede distaccata del tribunale di Foggia. Non è certo una notizia dell’ultimo minuto quella della chiusura della sede di Manfredonia, ma a noi ha dato lo spunto per ripassare un po’ di storia delle sedi giudiziarie nella nostra città, e conoscere meglio quello che è stato poeticamente chiamato il “Palazzo della sorgente”. Pare che già pochi anni dopo la fondazione della nostra città, a Manfredonia operassero diverse magistrature, ordinarie e speciali. Secondo lo storico Michele Spinelli, fino alla fine del XVII secolo la giustizia venne amministrata nel Palazzo Pretoriano, dopo adibito a Monastero e Chiesa di San Benedetto. Agli inizi del 1800 vennero affittati dal Comune di Manfredonia alcuni locali del Monastero dei frati Domenicani, per destinarli a sede della giustizia. Poi, con la soppressione delle corporazioni religiose, il palazzo divenne patrimonio del Comune, che lo utilizzò come sede dei propri uffici. I locali giudiziari si trovavano a piano terra, nell’ala del palazzo che si affaccia sul mare e, nei due secoli di permanenza in tale sede, subirono numerosi lavori di manutenzione. Nel corso degli anni gli uffici di Palazzo San Domenico utilizzati dalla pretura, seppur pieni di storia e di fascino, divennero insufficienti e inadeguati alle funzioni da svolgere. Vista questa situazione, alla fine degli anni ’80 si decise di costruire la nuova pretura in Località Acqua di Cristo. Il Palazzo della Sorgente, appunto. Progettato dall’ing. Domenico Morrone, si estende su un’area di circa 6600 mq ed è articolato su due piani fuori terra e un piano seminterrato. A guardarlo dall’esterno questo palazzo non risalta, e quasi si confonde nella luce del sole che dall’alba al tramonto lo illumina. Per apprezzarlo occorre dare un’occhiata più da presso. Infatti, avvicinandosi, si nota una macchia di colore che sovrasta l’ingresso, e a guardar bene ci rendiamo conto che rappresenta un grandissimo albero di tanti colori realizzato a mosaico in smalti veneziani. Autore di questo notevole lavoro è l’artista friulano Gianni Borta, con l’assistenza dei maestri della scuola Mosaicisti di Spilbergo. E non è l’unica opera d’arte che arricchisce questo palazzo. Entrando, si possono ammirare due grandi sculture in bassorilievo realizzate dall’artista Franco Troiano. La scultura del piano terra raffigura un angelo che protegge una famiglia numerosa, chiamata La presenza della giustizia nella famiglia come protezione e formazione sociale; al primo piano troviamo Lo Studio e trascrizione delle leggi, raffigurante una scolaresca che trascrive le opere legislative. E poi, nelle varie stanze, abbiamo tanti quadri dai soggetti più disparati, scelti da un’apposita commissione. Come mai tutte queste opere d’arte? La legge stabilisce che il due per cento della spesa utilizzata per i nuovi edifici pubblici deve essere investita nell’acquisto appunto di opere d’arte; e questa bellissima struttura è costata all’epoca ben sette miliardi di lire. Il lato positivo è che d’ora in poi anche chi non è avvocato o giudice, o chiunque non abbia mai messo piede nel palazzo, potrà godere della bellezza di questo luogo, che diverrà sede distaccata del Comune, e ospiterà tutti quegli uffici che finora si trovavano in Via Orto Sdanga: l’Ufficio Elettorale, l’Ufficio di Stato Civile e gli Uffici Demografici, l’Annona, le Attività produttive, la Polizia amministrativa, e poi il List e il Centro per l’impiego. Nel Palazzo della Sorgente sarà trasferito anche l’Archivio Storico Comunale, sia quello attualmente in via De Gasperi, che quello in via del Seminario, il quale avrà a disposizione anche una sala per le consultazioni. Parte dello scantinato dell’edificio sarà utilizzato come deposito di atti, che ora si trovano negli uffici decentrati e anche nello stesso Comune. Al Giudice di Pace sono stati riconfermati i locali finora utilizzati. Ulteriore novità è quella della nuova sala per i matrimoni, che verrà allestita al primo piano. Anche se sono stati necessari 100.000,00 euro per adeguare la struttura alle nuove esigenze, il Comune con questo trasferimento risparmierà i fitti passivi, oltre 150.000,00 euro all’anno, mentre gli uffici decentrati disporranno sicuramente di una più idonea sistemazione.
Mariantonietta Di Sabato
Notizie storiche tratte dal volume La pretura di Manfredonia, a cura di Matteo Lombardi, Edizioni del Golfo, Manfredonia, 1991