Anche se alle consultazioni elettorali amministrative 2015 mancano diversi mesi, la corsa per assicurarsi un posto nel nuovo governo cittadino si è già avviata con grande affanno e sgomitate da football di quanti aspirano a partecipare alla scalata di Palazzo San Domenico. Nel mirino non solo la poltrona di sindaco ma anche quelle di assessore e a scalare di consigliere comunale. In tutto 24, più uno, più sei. Dalla prossima tornata elettorale i consiglieri saranno infatti sei in meno dei trenta attuali e gli assessori scenderanno a sei. Il sindaco sarà sempre uno: non sono infatti previsti sub-sindaci come per i commissari dell’Autorità portuale per i quali pare che la spending review non vale. Le riduzioni del numero degli amministratori comunali sono state operate difatti nell’ambito dei necessari risparmi previsti nel contesto della spesa pubblica notoriamente eccessiva ma sempre in crescita. Una cura dimagrante che tuttavia può tonare utile nell’economia del governo comunale. Una squadra più compatta e coesa può lavorare meglio e con maggior rendimento. A patto che sia ben assortita e organizzata. E qui cominciano le dolenti note: la scelta di coloro che dovranno prendere le redini della gestione della cosa pubblica e amministrare la città e i cittadini secondo quelle regole del buon senso che hanno alla base due riferimenti semplici quanto fondamentali, vale a dire diritti e competenze. Gli uni vanno a braccetto delle altre ed entrambe non devono – non dovrebbero – mai essere perse d’occhio ma tenute in conto nelle attività amministrative come fa il navigante con l’ago della bussola. Le scelte, dunque, momento decisivo dell’iter che si concluderà con la formazione degli organi amministrativi cui affidare l’avvenire di Manfredonia. Che competono ai partiti politici ma in sintonia con i cittadini cui spetterà l’ultima risolutiva parola. La lamentela non lontana dalla denuncia della gente della strada, è quella di pescare sempre e unicamente fra gli entourage ristretti vicini alle “forze” politiche che si riciclano automaticamente. E’ il cane che si morde la coda: i partiti lamentano la poca partecipazione dei cittadini e questi ultimi le difficoltà ad entrare in quel circolo virtuoso. Probabilmente la soluzione sta nel mezzo: i partiti dovrebbero aprirsi di più e più spesso ai cittadini che a loro volta dovrebbero partecipare con maggiore e oggettivo interesse civico. In questa operazione di ricerca reciproca, si inserisce una nuova variante di non poco conto: quella delle donne che dovranno essere votate obbligatoriamente in misura di una su due alle prossime elezioni. Per Manfredonia quella di vedere un numero consistente di donne sedere nei banchi del consiglio comunale e della giunta al fianco dei colleghi uomini, sarà una novità pressoché assoluta dal momento che raramente dal voto sono risultate elette delle candidate donne. Naturalmente si spera che questa innovazione introdotta per legge, non si risolva in una operazione scenografica, ma porti ad una presenza di peso, sostanziale, che serva a dare un più incisivo impulso all’azione amministrativa. Laddove la innovazione è stata introdotta i risultati sono stati più che lusinghieri. Naturalmente dipende sempre dalla qualità delle scelte. E il discorso ritorna al punto di partenza, quello cioè di puntare sulle capacità e sulla preparazione. Tanto per le donne quanto per gli uomini.
Michele Apollonio
Una cosa è certa: per tutti e per tutte sono indispensabili competenza e preparazione. Tenuto,però, conto che le donne in politica sono pochissime qui a Manfredonia e “scelte” non per le caratteristiche di cui sopra, è facile che non apportino o non abbiano apportato contributi significativi e cambiamenti rilevanti…
Per mi spieghi.. le donne in politica, qui a manfredonia, servono a riempire spazi vuoti, talvolta le deleghe al femminile sono merce di scambio affaristiche, ti racconto quanto segue: alle scorse europee, e` venuta una consigliera di foggia, qui da noi, per seguire un comizio elettorale, dopo, mi dice” dove sono le donne di manfredonia, mi sono sentita in imbarazzo , sono presenti tanti uomini e due /tre donne, ma la politica voi la sentite?” Le ho risposto che le donne manfredoniane si occupano di fare figli, pulire cipollle, guardare la trasmissione uomini e donne, non tutte, fortunatente, quello e`il ruolo piu` congeniale, ed e` cio` che i mariti vogliono facciano. La consigliera mi risponde, “ne avete di strada da fare”. “Lo so`”,le ho fatto eco.
Se provi ad andare in piazza a parlare con certe, di politica e problemi sociali, magari per sensibilizzarle verso un qualcosa, dopo cinque minuti, non ti seguono piu’, al sesto minuto hanno gia` l’emicrania. Hai ragione mi spieghi, per quel che serve mi duole dirlo, non serve.
Egregio Apolonnio, io non confiderei molto sull’apporto positivo e innovativo che il solo semplice fatto di essere delle donne dovrebbe o potrebbe portare alla politica, compreso a quella locale. Personalmente avrei fatto volentieri a meno di donne impegnate politicamente e risultate elette come alcune che sono presenti nel Consiglio Comunale di Manfredonia. Non credo che, per esempio, queste donne abbiano portato chissà quale maggior contributo all’azione amministrativa locale sia in termine di idee che di proposte. Lei cosa ne pensa in proposito?