Sabato 2 Novembre 2024

San Leonardo di Siponto…il misterioso raggio di sole si ripete (LE FOTO – IL VIDEO)

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Oggi, 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, l’Abbazia di San Leonardo di Siponto, o in Lama Volara, costruita intorno all’XI sec. caratterizzata da una stupenda architettura romanico-pugliese con il suo incantevole portale che troneggia su di una collina, a circa dieci chilometri da Manfredonia, sulla sinistra della S.S. 89 per Foggia, ancora una volta ha offerto dei momenti magici a quanti amano la storia, l’arte e in particolare l’astronomia,. Il misterioso “raggio di sole”, al mezzodì astronomico, ha attraversato il foro gnomonico per riflettersi in un punto particolare della chiesa. Qualcuno potrebbe chiedersi: “che c’entra l’astronomia?  “C’entra sì, – ha spiegato il prof. Giovanni Fantetti, esperto di astronomia, al numeroso pubblico che gremiva la chiesa  per assistere al fenomeno “di “meccanica celeste”. Tanti anni fa un nostro ingegnoso architetto, peraltro sconosciuto, nel costruire l’Abbazia di S. Leonardo di Siponto, oltre al meraviglioso portale (oggi restituito al suo vecchio splendore, dopo gli ultimi lavori di restauro),volle dotarla di una preziosità. Per catturare il raggio di sole più alto dell’anno, con precisione matematica, pensò di perforare la spessa volta della chiesa, in un punto, esattamente al centro dei due pilastri prospicienti l’ingresso laterale (il più importante rispetto agli altri, in quanto arricchito dal celebre portale). Dalla parte interna lo arricchì di un mirabile rosoncino. La cosa più spettacolare, però, non è tanto il foro costituito da undici raggi, ma il fenomeno che attraverso questa apertura si verifica”. L’autore dell’ingegnoso strumento doveva senz’altro essere un ottimo intenditore di meccanica celeste. Sinceramente non ci è dato conoscere quale sia stato il criterio adottato. Al riguardo, però, si possono  avanzare solo delle ipotesi. Egli è riuscito a localizzare la direzione Sud, esattamente dove si trova il sole a mezzogiorno. Il 21 giugno, quando il sole raggiunge la massima altezza dalla terra, ed esattamente al mezzodì astronomico del solstizio d’estate, da questo foro gnomonico passa un “misterioso raggio di sole” e cade in un punto particolare della chiesa. Pertanto, possiamo dire che il nostro bravo “architetto”, prima di procedere alla perforazione della volta della chiesa, ha calcolato con estrema precisione il punto esatto dove operare, onde evitare di finire in una zona diversa del cielo.

Procedura analoga, oggi viene adottata puntando un comune telescopio su di una stella, con la sola differenza che lo strumento astronomico può essere spostato facilmente per la ricerca del punto esatto di osservazione. Ancora più eccezionale è stato il lavoro compiuto con molta cura e dovizia di particolari in quanto l’autore, dopo aver operato il foro, lo ha diaframmato dall’interno realizzandovi uno stupendo rosoncino costituito da undici raggi, (il caso vuole che anche il rosone della cattedrale di Troia conti lo stesso numero di raggi). L’eccezionalità dell’avvenimento, pertanto, è che il raggio catturato proietta, in quel punto particolare, gli undici raggi del rosoncino formando sul pavimento altrettanti meravigliosi petali di luce. Un fenomeno analogo si verifica in Francia, nella decantata cattedrale di Chartres. Il foro, però, è praticato in una vetrata e lo stesso giorno, al mezzodì, il raggio di sole va ad infrangersi su di una formella metallica incastonata nel pavimento.Se in Francia il fenomeno è bene evidenziato attraverso detta piastra metallica per attirare l’attenzione dei visitatori, nella chiesa di San Leonardo, invece, lo si può osservare da un segno tracciato sul pavimento, nel punto giusto dove cade il raggio di sole. Su di un pannello, poi è spiegato il fenomeno astronomico e quando lo stesso può essere osservato (ora e giorno).L’ora è senz’altro diversa da quella indicata dall’orologio (mezzodì astronomico). In quel periodo, infatti, è in vigore l’ora legale, ragion per cui l’evento si sposta di un’ora, alle ore 13 circa.Quale significato può avere, ancora oggi, la presenza di questo fenomeno in una chiesa, sinceramente sono in molti a chiederselo.Comunque dobbiamo dire che qualcosa di analogo, oltre alla cattedrale di Chartres si verifica nel Duomo di Milano, Santa Maria degli Angeli in Roma e San Petronio a Bologna. In queste ultime, però, agiscono delle meridiane che hanno la funzione di un vero e proprio calendario. Attraverso dei fori, infatti, a seconda delle stagioni, si cattura il raggio di mezzogiorno che viene poi proiettato su apposite formelle sistemate sul pavimento.Non è la stessa cosa per San Leonardo. La funzione del foro gnomonico, infatti, determina la sola meridiana che indica il solstizio d’estate. Molto probabilmente, detta funzione serviva a determinare il giorno dal quale partire per il computo del resto dei giorni dell’anno Ciò giustifica la precisa posizione in cui cade il raggio di sole ed esattamente al centro tra i due pilastri principali. Oltre al solstizio d’estate, dall’interno della chiesa di San. Leonardo si possono osservare altri due fenomeni, anch’essi  di rilevante importanza astronomica. L’equinozio di primavera (20 o 21 marzo), cioè quando ha inizio la primavera astronomica ed il giorno incomincia a superare la notte in durata e l’equinozio d’autunno (22 o 23 settembre), altro momento in cui si registra una ugual durata di giorno e notte.Detti fenomeni si possono osservare attraverso un altro rosoncino di dimensioni analoghe al precedente, costituito, però, da 10 raggi ed è situato  sulla facciata ovest della chiesa.Durante l’equinozio primaverile, dalle ore 15,30 alle 16,00 il raggio di sole penetra attraverso il rosoncino e si infrange sulla parete dell’abside sinistro dove, da qualche tempo, è stata collocata una piccola icona della Madonna.Stessa cosa si verifica durante l’equinozio d’autunno. Più o meno alla stessa ora, il raggio di luce che si riflette sulla parete assume la forma di una mandorla che, secondo l’interpretazione di alcuni studiosi, racchiude la purezza, simbolo della Fede e della gloria di Dio.

Matteo di Sabato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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