Giovedì 21 Novembre 2024

S. Camillo, Cittadinanzattiva risponde al dr. Pacilli: "Il declassamento ad ospedale di base è avvenuto con assurda chiusura ostetricia"

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Parlare di notizie che destabilizzano i cittadini, fornite da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato (che, si puntualizza, non trattasi di due associazioni bensì di una sola, Cittadinanzattiva, appunto, che ha al suo interno varie reti, tra cui quella del Tribunale per i diritti del malato. Da non confondere, inoltre, tale associazione con il sindacato CISNAC) è oltraggioso.

L’associazione, invece, vuole affermare che notizie fuorvianti sono quelle che provengono proprio da coloro che dovrebbero, per competenza e professionalità, rassicurare la popolazione, ma non fanno altro che creare confusione.

Innanzitutto, bisogna affrontare il discorso UTIC. Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato torna ancora a ribadire che il discorso dei posti di UTIC destinati ad essere riconvertiti in “area critica” è da chiarire. Se si parla di Cardiologia con 4 posti destinati al monitoraggio continuo (h24), allora si può definire tale reparto come “Cardiologia con area critica” e, in tal modo, verrebbe facile stabilire un codice per le SDO (che servono a trasmettere i drg alla Regione), che sarebbe il codice 50, quello della semplice cardiologia; ma se si intende parlare ancora di “Area Critica Cardiologica”, allora bisogna precisare che non esiste un reparto che abbia tale dicitura, ma trattasi dell’”insieme di quelle strutture ad alta intensità assistenziale e di quelle situazioni ad alta criticità del paziente. Quindi, area critica include il 118 sul territorio, il pronto soccorso avanzato, la terapia intensiva, le camere operatorie, l’emodialisi, la rianimazione e l’area della radiologia. L’area critica è un’area molto ampia perché coinvolge molte strutture e molti sanitari sia a livello del territorio che in ospedale”.  Pertanto, per le SDO, in questo caso, non esiste un codice in tutta Italia.

Inoltre, è impensabile che un reparto dotato di 16 posti letto non abbia un primario, il quale è indispensabile per programmare e organizzare un reparto che possa funzionare.

Andando avanti nell’analisi dell’articolo del Direttore Sanitario dell’ASL FG, dr Pacilli, bisogna soffermarsi sull’affermazione, da lui fatta, circa il non declassamento dell’ospedale “San Camillo De Lellis”. In questo caso, bisogna dargli ragione in quanto, come affermato in un precedente comunicato dell’associazione, non può essere ulteriormente declassato, visto che si parla di ospedale di base. Ma, forse, il dr Pacilli ha dimenticato che il declassamento (da ospedale intermedio a ospedale di base) è avvenuto nel 2013, in concomitanza alla chiusura dell’ostetricia.

A tal proposito, il direttore sanitario parla di chiusura del “solo” reparto di ostetricia. Ma è da chiarire, da parte sua, qual è stato il reale motivo di tale chiusura?! Infatti, nel 2012 tale reparto riportava 370 parti, con forte condizionamento dovuto, da un lato, alla pubblicità negativa della chiusura avvenuta alla fine del 2011 e scarsa informazione sulla riapertura, e, dall’altro lato, alle continue voci di stampa della nuova chiusura preannunciata per la metà del 2012. Quindi, si poteva, tranquillamente, concedere la deroga, così come è stato fatto per altre strutture. Perché non è stata chiesta? Di chi è la responsabilità? Non bisogna sempre dare la colpa ai politici, che non sono dei tecnici in tal senso, ma a chi riveste determinati ruoli dirigenziali all’interno dell’Asl, i quali avrebbero dovuto mettere a conoscenza della situazione i politici.

Se si vuole, pertanto, porre fine a tutte queste polemiche e, finalmente, fare chiarezza sulla situazione dell’ospedale, si chiede un tavolo di lavoro e confronto con l’assessore regionale alla sanità, i sindaci del comprensorio garganico, i consiglieri regionali e le associazioni, in modo tale da discutere democraticamente e in maniera proficua affinchè si abbia, come risultato, un documento condiviso su tutto ciò di cui beneficeranno i lavoratori e i cittadini del Gargano.

Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato

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Commenti

  • Il bello é che si sono anche arrabbiati sulle presunte azioni di favoreggiamento. Presunte??????? Alla faccia delle patate!!!!!!!

    Anto 20/06/2014 7:21 Rispondi
  • vergogna—-asl fg vergognaaaa…a Manfredonia non si nasce più e voi,dopo gli sporchi giochi politici, vi permettete il lusso di parlare. NOI SIAMO FIGLI DI UNA TERRA CHIAMATA GARGANO E NON DI UNA PSEUDO PROVINCIA SENZA UN NOME PRECISO E NELLA QUALE LE ISTITUZIONI FAVORISCONO CERTI TERRITORI A SFAVORE DI ALTRI

    lello 19/06/2014 10:36 Rispondi

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