I primi impianti balneari, all’epoca solo delle rudimentali cabine, sorsero inizialmente sulla battigia antistante il Mandracchio, la spiaggia Diomede, dove si affollavano le imbarcazioni da pesca. Negli anni immediatamente successivi alla prima guerra Mondiale, la zona balneabile si spostò nella più accogliente e spaziosa spiaggia antistante il Castello e Viale Miramare. Tre le concessioni: Titta, Tricarico e De Marzo. Dove adesso c’è La Sirenetta, invece, avevamo ancora una scogliera libera. Ad avere la prima concessione demaniale fu Giovanni Titta, bisnonno di Giuseppe, attuale gestore dello stabilimento omonimo, ed è datata 6 giugno 1890. Lo stabilimento di Titta fu anche il primo a installarsi sulla spiaggia attuale. Nel 1917 Carlo Titta, erede di Giovanni, muore e, poiché suo figlio Matteo ha solo tre anni, è sua moglie a gestire lo stabilimento, che allora si chiamava Turbine. Nel 1944, smontate le cabine, il fasciame di cui erano costruite veniva depositato – come di consueto – nel vicino castello, che in quel periodo ospitava gli sfollati della guerra. Tra questi c’era anche un falegname, il quale, sciogliendo la colla sul fuoco, fece bruciare tutto il fasciame delle cabine. Essendo tempo di guerra, non era facile procurarsi legna nuova per ricostruire lo stabilimento, quindi Matteo Titta, padre di Giuseppe, si recò ad Amendola, dove staziavano gli americani, recuperò tutto il legno utilizzato per le cassette di cibo, armi e altro, e lo riutilizzò per ricostruire le cabine. Il risorto stabilimento venne ribattezzato appunto “Risorgimento”. La concessione dello stabilimento Tricarico risale al 1919, a nome di Giovanni Tricarico, nonno degli attuali gestori. All’indomani della guerra, Giovanni, che aveva combattuto nel Nord-Est d’Italia, come reduce venne designato alla gestione del demanio dello Stato, come contributo alla ripresa della Nazione devastata dalla guerra. Lo stabilimento fu chiamato Torre San Giusto, la torre di Trieste, dove Tricarico aveva combattuto. Fu lui stesso, infatti, a disegnare la tipica struttura a forma di torre dello stabilimento. Mentre gli stabilimenti Titta e Tricarico sono ancora in mano agli eredi di chi diede loro vita, e quindi siamo riusciti a raggiungerli e a farci raccontare delle origini di questi storici luoghi, per quanto riguarda lo stabilimento De Marzo non abbiamo trovato nessuno che ricordasse storia, episodi o date. Sappiamo solo che il primo gestore, De Marzo appunto, negli anni ’90 cedette tutto il materiale per la costruzione delle cabine, e non si addossò più la concessione, che venne ceduta agli attuali gestori. I primi impianti de La Sirenetta, posizionati sulla parte rocciosa della spiaggia, vennero costruiti presumibilmente negli anni ’30. Negli anni ’50, Agostino Sevi vi fece costruire le cabine in muratura. Queste cabine vennero utilizzate fino al 1985, quando vennero abbattute e sostituite con cabine in vetroresina e anticorodal, quelle che vediamo ancora oggi. In seguito lo stesso Sevi ebbe la concessione anche di un tratto di spiaggia a Siponto, dove si possono ancora vedere le cabine in muratura simili a quelle che un tempo aveva La Sirenetta. Nel corso degli anni la concessione dello stabilimento La Sirenetta è passata di mano in mano, cambiando anche il nome in Capriccio per un certo periodo. Da qualche anno si chiama di nuovo la Sirenetta, ed è gestita da Michele Virgilio. I primi stabilimenti venivano costruiti su palafitte in mezzo al mare. Nelle cabine c’era una botola che permetteva alle donne, che non potevano esporsi in pubblico, di calarsi direttamente in mare. Poi tutto venne spostato sulla spiaggia, e vennero eliminate del tutto le palafitte. Oggi il numero di cabine è stato ridotto per dare maggiore spazio agli ombrelloni e, dopo il rifacimento del viale nel 2009, anche gli storici e monumentali ingressi ai lidi sono stati eliminati per recuperare spazio. Per quanto il nostro arenile non sia esteso, e negli ultimi anni si sia andato sempre più assottigliando, per chi non va fuori in vacanza è importante. Frequentato soprattutto dai locali, durante il mese di agosto è così pieno che ci si muove a fatica. Segno che per molti manfredoniani è, e prevedibilmente sarà ancora a lungo, il luogo migliore in cui passare l’estate.
Mariantonietta Di Sabato
Si ringraziano i sigg. Nicola e Giovanni Tricarico, Giuseppe Titta, Michele Virgilio, e l’Ufficio del Demanio del Comune di Manfredonia, per le informazioni e la documentazione fornite.