Giovedì 21 Novembre 2024

Allarme Confesercenti: continua la crisi di commercio e turismo

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Centinaia di aziende foggiane chiudono l’attività nel secondo bimestre 2014. In Capitanata continua la crisi di turismo e commercio.

Nel secondo bimestre del 2014, secondo i dati dell’osservatorio Confesercenti, nei 2 settori hanno cessato l’attività alcune centinaia di imprese: nello stesso periodo, le nuove aperture nel commercio e nel turismo sono state di gran lunga inferiore per un forte saldo finale negativo di unità impiegate.

Entrambi i settori registrano più cessazioni che aperture: nel commercio il saldo di natimortalità delle imprese è più alto, più basso ma con dati altrettanto preoccupanti per il turismo. ”Settori trainanti della nostra economia – commenta Carlo Simone, presidente di Confesercenti Foggia – che, più degli altri, pagano le conseguenze della crisi che attanaglia il mercato interno italiano perché nei primi 4 mesi del 2014 le vendite commerciali, secondo le nostre stime, sono calate sensibilmente”.

Da qui la preoccupazione per un momento che continua a non fornire motivazioni agli operatori. Il settore del turismo, in particolare, sembra avere difficoltà a uscire dalla crisi. Nei primi 4 mesi dell’anno il comparto turismo e somministrazione ha visto calare la serranda a 168 imprese contro solo 89 aperture per una perdita di numerose attività lavorative.

In calo anche il settore alloggio, comprensivo di alberghi e hotel della provincia di Foggia, che ha registrato 2 aperture contro 9 chiusure. Negativo (-22) anche il dato dei bar, che da gennaio registrano, a fronte di 37 aperture, ben 59 chiusure. Ancora peggio i ristoranti: nel periodo interessato in provincia di Foggia hanno iniziato l’attività 43 locali contro 76 cessazioni di impresa.

In particolare, il commercio foggiano sembra essersi ormai avviato verso una fase di destrutturazione, che premia i comparti che presentano meno spese di impresa. Cala infatti il dettaglio in sede fissa, mentre aumenta il commercio fuori dai negozi: le imprese che vendono attraverso internet mettono a segno un sostanziale equilibrio, mentre il commercio su aree pubbliche cresce anche se con ritmi diversi dalle precedenti analisi.

E si conferma come l’unico comparto ‘anti-crisi’ del commercio. Il settore più penalizzato è quello tessile e dell’abbigliamento con 103 cessazione di attività a fronte di 60 inizio attività. Una fase della crisi che va monitorata con sempre più attenzione. “L’incessante lavoro svolto dall’osservatorio Confesercenti – conclude il presidente Simone – testimonia la nostra attenzione verso le imprese daune.

Ma è anche un indicatore di straordinaria importanza per il mondo istituzionale locale e regionale sollecitato a trovare soluzioni per uscire da questa fase ancora stagnante. Commercio e turismo rappresentano una fonte importante per la nostra economia. Da qui la necessità di correre al loro capezzale recependo anche le politiche e le strategie indicate dalle imprese che invocano più attenzione”.

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Commenti

  • La Confesercenti esce sempre in ritardo con le notizie tra l’altro già scontate e dette da altri molto tempo prima,scusate ma chi rappresenta questa associazione?ha associati a manfredonia?mi sembra che non abbia neanche la rappresentanza in camera di commercio,quindi è meglio che taccia per sempre anziché fare affermazioni sterili e inutili solo per far vedere che dice qualcosa.

    Michele 05/06/2014 9:15 Rispondi
  • Cari commercianti,
    Vi siete resi finalmente conto che è finita la pacchia ?
    Vi siete finalmente resi conto che siete stati artefici del vostro stesso suicidio ?
    È stato comodo, finora, dare la colpa ad altri ( governi, euro, crisi mondiale ) fuorché a voi stessi ?
    Bue la pacchia è finita !
    La colpa del vivere male in Italia è solo vostra. Vi siete arricchiti convertendo ( il più onesto ! ) 1000 lire in 1 euro !
    Vi è piaciuto rubarci il doppio dei soldi ( e noi fessi, ancora inconsapevoli del valore di 1 euro – ribadisco inconsapevoli ed ingenui perché mai ci saremmo sognati di pagare 1 kg di mele a 6000 lire, mente 3 € ci sembravano pochi ), beh i nostri soldi SONO FINITI
    Se prima magiavamo una mela ora dobbiamo mangiarcene un quarto, perché non abbiamo più soldi.
    Ora arrangiate i o riportate i prezzi al giusto rapporto.
    Comunque in questo anche i governi, finanza ci hanno sguazzato alla grande perché incassavano più IVA, irpef, irato ecc..
    E pensare che ci ammorbavano sul fare attenzione sull’arrotondamento del centesimo !
    Problema risolto 1000 lire 1 euro
    E vai con tesoretti creati con la nostra spesa gonfiata !
    Il tempo delle vacche grasse è finito !
    O o riportate i prezzi al giusto rapporto ( alla faccia della deflazione che spaventa la banca d’Italia ) o morirete di fame insieme a tutti noi !

    Raffaele 05/06/2014 8:16 Rispondi
  • Scusate ma Confesercenti non è quella organizzazione che ha aderito all’Agenzia del turismo e poi non ha sottoscritto le quote ci cui si ha ancora un loro referente nel collegio degli amministratori??? Se ho delle delle cose sbagliate chiedo scusa. ciao

    Giuseppe 04/06/2014 16:24 Rispondi

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