Una dichiarazione del consigliere Giandiego Gatta (FI)
Nel rispetto delle motivi che hanno portato la Capitaneria di Porto di Manfredonia e di Vieste ad emanare le ordinanze che hanno interdetto alla fruizione turistica quasi 25 chilometri di costa, su cui insistono spiagge ed eccellenze di grandissima capacità attrattiva sui copiosi flussi turistici che si riversano sul Gargano, non posso non compenetrarmi all’ambascia che in queste ore vivono i primi cittadini di tanti comuni del promontorio garganico e gli operatori del settore turistico e dell’indotto.
L’interdizione alla balneazione o alla fruizione dei tratti costieri e delle strade provinciali che attraversano tali tratti inibiscono la fruizione del territorio, con riverberi devastanti per l’economia garganica e non solo.
Se, come si è ritenuto fino ad ora, la ricchezza del Gargano risiede prevalentemente nel suo mare e nelle sue coste, la chiusura di queste ultime e l’interdizione di molti tratti delle acque e delle strade provinciali che le attraversano non può che essere un danno sul quale abbiamo il dovere di pronunciarci con scienza e coscienza, con equilibrio e contezza delle singole fattispecie, con cognizione certosina dello stato di tutti i luoghi, scongiurando il rischio che si crei un danno superiore a quello che si vorrebbe scongiurare.
In qualità di consigliere regionale, già presentatore di una interrogazione sul tema, chiedo un’audizione congiunta URGENTISSIMA, dei Sindaci dei comuni interessati dalle ordinanze (Monte Sant’Angelo, Mattinata e Vieste), degli Assessori Regionali competenti, Ambiente, Territorio, Demanio, Viabilità, lavori Pubblici e Protezione civile, delle Commissioni Consiliari permanenti I^, IV^ e V^, per affrontare in maniera organica e strutturale un problema la cui risoluzione si appalesa improcrastinabile, per l’imminente arrivo di centinaia di migliaia di turisti sulla costa garganica, nell’interesse di tutto il sistema socio-economico garganico e pugliese in generale.
Ma chi sono questi scienziati, che con l’inizio della stagione balneare ( unica risorsa ) in una realtà che bene conosciamo, si permettono di chiudere 25 KM di costa per pericolo cadute massi? Ma da settembre ad aprile questi signori addetti ai controlli, cosa facevano? Ora come al solito ci sarà un rimbalzo di responsabilità tra Enti, i comuni coinvolti non sanno minimamente come risolvere tale problema, quindi saranno costretti a cercare Geologi che dovranno ispezionare ogni singola insenatura balneabile e dove riterranno di fare dei lavori in sicurezza si troveranno per mancanza di soldi a far chiudere gli esercizi coinvolti, perchè per mettere in sicurezza le coste, ci vorranno migliaia e migliaia di €uro. Vediamo tutti questi cervelloni come gestiranno questa Grossa patata Bollente. Povera Italia, immagino quei gestori di Stabilimenti che tra personale, merci , tasse e concessioni varie, non sanno ne i tempi per la soluzione del problema e neppure se riusciranno a recuperare i danni. Auguri.