Giovedì 21 Novembre 2024

UTIC si, UTIC no

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Le disavventure dell’ospedale San Camillo proseguono

L’ospedale delle polemiche. Ormai si parla più, o solo, di quelle che dell’effettivo lavoro che medici e personale compiono con risultati eccellenti.
L’ultima polemica, in ordine di tempo, è dunque quella innescata sull’UTIC, se cioè sia stato soppresso, come sostengono sindacato e associazioni varie in prima fila Cittadinanza attiva, o se invece non sia successo nulla, come asseriscono i politici attestati sull’assessore regionale alla sanità Gentile di fresco approdata in Europa.
Chi ha ragione e chi torto? Entrambi e nessuno.
Il tutto si gioca sull’equivoco non sempre innocente ma spesso, come da più parti si sostiene, montato ad arte. Per evitare infatti equivoci e polemiche e riportare tutto alla necessaria chiarezza e trasparenza, basterebbe che il direttore generale della Asl FG, Manfrini, emettesse come di competenza, una nota attuativa del Piano sanitario regionale.
All’ospedale San Camillo De Lellis sono disorientati, sommersi da interrogativi posti dalla gente e dallo stesso personale. Ma come stanno effettivamente le cose?
Cominciamo col dire che l’UTIC acronimo di Unità di terapia intensiva cardiologica, non esiste più come codice indicativo della Regione. Al suo posto c’è la dizione “Area critica”, che in buona sostanza ha le medesime funzioni della soppressa Utic. Hanno pertanto ragione, sul mero piano lessicale, coloro che dicono che all’ospedale di Manfredonia c’è stata la soppressine dell’Utic. Ma non hanno più ragione quando si scopre che è stato solo cambiato il codice indicativo previsto dal Piano regionale di riordino sanitario. Le cose insomma in buona sostanza sono rimaste qual erano. O quasi.
E cioè: il reparto di cardiologia dell’ospedale di Manfredonia, era accreditato di 16 posti letto, suddivisi in otto di cardiologia e otto di Utic. Il Piano di riordino sanitario entrato in vigore, ne prevede sempre sedici, ma suddivisi in dodici di cardiologia e quatto di Area critica (ex Urtic). Il che vuol dire, in pratica, che il Pronto soccorso può accettare fino a quattro pazienti bisognevoli di cure previste dall’Area critica (ex Utic). E se ne arriva un quinto o un sesto, eccetera?
Stando al dispositivo del Piano di riordino, non possono essere accettati. Andrebbero dirottati altrove. L’eventuale ricovero avverrebbe sotto la responsabilità dei medici del reparto. Reparto che peraltro è privo di un primario. E allora?
Occorre che il direttore generale faccia responsabilmente chiarezza disponendo con proprio atto, che la disponibilità di posti letto in Area critica sono quattro. Va detto che per posti letto di Area critica si intende assistiti con monitoraggio h/24 privo in ogni caso di emodinamica (attiva solo a San Giovanni Rotondo e Foggia). Il che vuol dire una dotazione di medici sufficiente per far fronte a quelle esigenze. Il Piano di riordino ha previsto anche questo: la ovvia riduzione cioè dei cardiologi dagli attuali otto a sei.
Insomma è una catena che si slega automaticamente sempre più al ribasso e che finisce per penalizzare il nosocomio di Manfredonia ben oltre le sue effettive capacità che sono, per l’operatività rimasta, più che di affidamento. Ma, si sa, specie nel delicatissimo campo della sanità, quando cioè in gioco è la salute, l’aspetto psicologico è preponderante su qualsiasi motivazione ragionata.
Accennavamo alla mancanza di un primario a cardiologia ma anche nella maggior parte degli altri reparti ancora in forza al De Lellis: ebbene per poter avere un primario il reparto deve essere del tipo “complesso” con una dotazione minima di diciannove posti letto. Un altro sogno proibito.

Michele Apollonio

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Commenti

  • Che rabbia!

    Elia 01/06/2014 19:44 Rispondi
  • Bravo,come sempre colpisci nel segno.Ben documentato e oculato nell’analisi.Ci sono pochi commenti perché’sei troppo chiaro

    Olio 31/05/2014 23:17 Rispondi
  • caro Apollonio , non hai ancora visto niente , ne vedrai delle belle , oggi si parla dell’utic, domani toccherà alla chirurgia . poi toccherà al’ortopedia , e così di seguito , come vedi il silenzio dell’ing. manfrini è molto eloquente, prima dicono che l’ospedale non è stato declassato , quando di fatto è un ospedale di base, poi dicono che la colpa è dei politici ,( vedi l’articolo di manfrini ) , nessuno si chiede perché un piano di riordino ospedaliero firmato e subito esecutivo nel 2012 dalla regione non è, e non sarà mai attivato almeno per intero, vedi oculistica , otorino , sub-intensiva, perché non c’è la copertura economica. Caro Apollonio in questo paese si vive di menzogne e d’illusioni . questa è l’Italia

    antonella 31/05/2014 21:54 Rispondi

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