Tanta affluenza e tantissimo entusiasmo in questi giorni al Teatro del Fuoco di Foggia, dove è andata in scena l’attesissima prima nazionale del musical inedito “Gallo de Panama”. Il musical scritto e diretto da Michele Bisceglia e diretto da Antonio Torella, è stato prodotto dal “MAD – Music Art Doing” di Mattinata e da altre realtà legate al mondo della cultura e dello spettacolo di Capitanata. Il progetto è sicuramente una proposta teatrale atipica, perché la storia scritta da Michele Bisceglia, è una storia molto particolare, un testo scenico che molto probabilmente era nato come un racconto lungo, poi trasformato in spettacolo teatrale. Il risultato è molto convincente, la storia è intrigante e ti lascia con il fiato sospeso per tutta la durata dello spettacolo. Il tessuto narrativo vede due storie che all’inizio dell’opera sembrano totalmente scollegate fra di loro, ma solamente poco prima della fine dello spettacolo, le due storie si incontrano e finiscono per sovrapporsi l’una sull’altra. Una storia che trattiene al suo interno delle semplici ma uniche lezioni di vita. L’autore viaggia all’interno degli animi umani e realizza uno spaccato fra le diverse personalità che si nascondo in ogni essere umano. La storia si basa sul sogno del protagonista “Maner” di navigare a capo di una imbarcazione tutta sua. Questo sogno però non sarà così facile da realizzare, perché a causa di un ritardo per la costruzione della sua nave, il protagonista accetterà di imbarcarsi su un’altra nave battente bandiera inglese con rotta verso il Brasile. Il viaggio è paragonabile ad un’odissea moderna, che permetterà a “Maner” di realizzare il suo sogno, dopo molte peripezie. Il personaggio di “Maner” è stato interpretato magistralmente da Michele Iorio, che ha confermato la sua personalità artistica unica, dando intensità ad un personaggio complicato, un sognatore e un “visionario”, che aveva visto il suo futuro lontano dalla sua terra e lontano dai suoi affetti. Ma l’essenza del personaggio di “Maner” si lega a tantissimi aspetti comportamentali dell’essere umano, dall’umiltà alla presunzione, dall’egoismo al bisogno di avere un affetto caro al proprio fianco. Al fianco di “Maner” c’è la bella “Lorn’Anne”, che non avendo fiducia e sicurezza nel sogno di “Maner”, lo lascerà partire da solo, comprendendo solo dopo l’importanza di quel sogno tanto desiderato dal suo amato e da lei tanto sottovalutato. Ad interpretare “Lorn’Anne”, è stata la straordinaria Veronica Granatiero, che ha dimostrato al pubblico presente il sala, un’ottima capacità recitativa e una straordinaria ed indiscutibile bravura canora. La sua preparazione che deriva fondamentalmente dal mondo lirico ha saputo donare alcuni momenti di pura magia, rapiti all’interno di un sogno musicale. Con la sua bravura in alcuni brani, ad esempio nel duetto con “Maner”: “Isla Pratt”, riesce a far focalizzare l’attenzione dello spettatore sul suo personaggio, che estasiato da questa magnifica voce, viene trasportato in un universo “onirico”. A completare i tre personaggi principali della storia c’è “Ma’Belle Verano”, una prostituta d’alto borgo, che verrà completamente distrutta come donna dallo spietato “Barclay”, che rapisce il suo bambino, ricattandola e obbligandola a prostituirsi per scoprire i segreti militari che si celavano dietro i grandi affari del Canale. Il personaggio di “Ma’Belle Verano”, è stato interpretato dall’ammaliante Cristina Bisceglia, che nella parte recitativa risulta molto “accademica” e meno convincente, complice anche la totale inesperienza della cantante sipontina nel mondo teatrale. C’è da sottolineare che il personaggio di “Ma’belle Verano”, è sicuramente il personaggio più complicato da interpretare, una storia terribilmente struggente, che vede questa donna accontentare gli ordini del suo “padrone” per ritrovare un giorno il suo bambino. Un profilo umano unico, una storia che ci insegna molto, perché in quella donna vista da tutti come un “male” da evitare,c’era una grande donna che voleva trovare il modo per riscattarsi da questa triste vicenda, che lei aveva solamente potuto appoggiare e in nessun modo scegliere. L’interprete si dimostra sicuramente più convincente quando intona il suo brano: “Ma’ belle Verano”, un brano forte come la sua figura, un brano estremamente accattivante e sensuale, che la Bisceglia interpreta con tutta la sua forza e con tutto il suo fascino. Questo musical ha la fortuna di avere nel complesso interpreti molto preparati e molto bravi, che oltre ai personaggi principali, costituiscono una parte importante dello spettacolo, perché l’opera è un’opera “corale”, dove tutti gli interventi sono fondamentali per la successione delle scene. Con una solida esperienza teatrale e musicale alle spalle sono da evidenziare per l’estrema bravura in scena, il perfido “Barclay” interpretato da Cristinan Levantaci, “Velasco Mineiro” interpretato da Emanuele Pacca, “Zeleste” interpretata da Sarah Sportaiuolo, “Madre Francisca” interpretata da Daniela Martino e il papà di Maner “ George” interpretato da Gaetano Fania. Attenzione particolare per due attori: Salvatore Indino e Marco Isola, che hanno interpretato con una certa abilità in due diverse fasce d’età il figlio di “Ma’belle Verano”. A completare il cast: Adriano Santoro, Michele Bottalico, Michele Castigliego, Rosa Latino, Libera Gentile e Alessandro Augello. La straordinarietà di questo progetto è legata alla presenza di sei musicisti in scena, che hanno interpretato magistralmente i brani scritti e musicati da Michele Bisceglia e arrangiati da Angelo Gualano, un sapiente professionista della musica, che ha saputo unire con una straordinaria armonia due mondi musicali completamente differenti, il rock e la musica “classica”, che nel corso dell’opera si incontrano, creando una commistione piacevole e molte contaminazioni di grande effetto. Il tutto è stato incorniciato dalle bellissime scenografie curate da Luigi Bisceglia e dal visual designer Donato Turano, dai costumi realizzati dalla Sartoria Teatrale “Shangrillà” e dalle coreografie curate da Rita Vaccarella e Alessandro Longo. In scena dodici ballerini, che hanno accompagnato quasi tutte le scene, diventando così parte integrante e fondamentale dell’intera storia e dell’allestimento. Infine nota positiva per la regia curata da Antonio Torella, che coraggiosamente ha voluto mettere in scena una storia mai raccontata prima. Il risultato finale è sorprendente, una storia che non ti aspetti di vedere e un allestimento ben curato dallo stesso Torella, che è riuscito a mantenere un’unità compatta della storia, che senza una giusta valorizzazione degli elementi in scena, sarebbe risultata non appropriata per il teatro e specialmente per una forma di spettacolo come il musical. La cosa più importante che questo progetto ci ha donato, è la consapevolezza e la prova che anche qui in questo piccolo posto del Sud, dove tutto è piccolo, si può costruire qualcosa di “imponente”. Si! Perché “Gallo de Panama”è qualcosa di grande…una pura follia. Una follia che risulta e risulterà vincente.
Felice Sblendorio
Fotografie ufficiali di: Foto Star-Digital Art Studio
Bellissimo pezzo!!!