Domenica 22 Dicembre 2024

Visita al carcere di Foggia dei Radicali con Giandiego Gatta

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Lunedì 28 aprile alle 9.30, l’Associazione radicale Mariateresa Di Lascia, nelle persone del Segretario Norberto Guerriero e dell’attivista  Ivana De Leo, accompagnati dal consigliere regionale, Giandiego Gatta, si recheranno al carcere di Foggia per una visita ai detenuti e agli agenti di custodia.

L’Associazione radicale Mariateresa Di Lascia, ha da tempo posto, in perfetta sintonia con quanto da anni stanno facendo i Radicali in tutta Italia, tra le priorità della sua azione politica, l’attenzione sulla condizione della Giustizia in Italia, della quale, la drammatica condizione di vita nelle carceri, non è che l’ultimo e più visibile risultato.

Sono oltre 46 giorni che l’associazione radicale Di Lascia di Foggia insieme a migliaia di italiani stanno portando avanti un digiuno non violento che protrarranno fino al 28 Maggio prossimo per denunciare la condizione di tortura delle nostre carceri.

Il 28 Maggio infatti scadrà il termine ultimo concesso all’Italia dalla CEDU dopo la condanna del nostro paese nel caso Torreggiani per tortura e trattamenti inumani; ed è proprio di questi giorni la notizia di una nuova condanna dell’Italia per trattamenti inumani e degradanti per il ritardo nelle cure mediche prestate ad un detenuto presso il carcere  di Bellizzi Irpino

Proprio in queste ore, Il leader storico del Partito radicale, Marco Pannella, sta conducendo una ulteriore estrema lotta non violenta rinunciando all’idratazione dopo un delicato intervento chirurgico, per ricordare, ancora una volta, ai sordi palazzi della politica la “prepotente urgenza” di riportare l’Italia alla condizione di stato di diritto.

Il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha prontamente chiamato il leader radicale per sincerarsi delle sue condizioni di salute, mentre nel pomeriggio del 25 Aprile Papa Francesco ha chiamato telefonicamente Marco Pannella con il quale ha avuto un lungo colloquio affermando la sua intenzione di richiamare l’attenzione sul dramma della condizione carceraria italiana.

La realtà della vita dei detenuti del carcere di Foggia e quella di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria sono note e difficili come nel resto d’Italia. Il carcere è sovraffollato, il personale di custodia è sotto organico e costretto a turni di lavoro molto pesanti. Alcune strutture all’interno del carcere sono inagibili o chiuse da tempo.

La battaglia per la “Giustizia giusta” e per l’amnistia è una battaglia per i diritti di tutti, non solo dei detenuti e delle loro famiglie, non solo degli agenti penitenziari e delle loro famiglie, perché le inefficienze del sistema giudiziario italiano pesano come un macigno su tutta la società italiana e rappresentano una zavorra pesantissima per l’economia e lo sviluppo.

Da anni Marco Pannella e il Segretario di Radicali Italiani Rita Bernardini chiedono l’amnistia come primo atto di “rientro nella legalità”, primo passo verso una riforma vera del sistema giustizia in Italia.

In contemporanea con la visita al carcere, gli attivisti dell’Associazione Mariateresa Di Lascia, organizzeranno un sit-in informativo davanti al carcere, rivolto anche ai familiari dei detenuti, dove sarà possibile ricevere informazioni e modulistica per i ricorsi presso il giudice di sorveglianza e la Corte Europea per i Diritti Umani.

Alla giornata di lotta hanno dato la loro adesione le Camere Penali di Foggia il cui presidente Avv. Gianluca Ursitti dichiara la piena solidarietà all’iniziativa radicale, sottolineando come purtroppo ormai da troppo tempo nel panorama politico locale e nazionale solo i Radicali siano a lottare per i temi della giustizia mentre le altre forze politiche restano inerti e silenti, confermando inoltre che grazie anche all’opera dei radicali foggiani tutti gli avvocati aderenti alle camere penali di Foggia saranno disponibili a fornire assistenza per i ricorsi presso il giudice di sorveglianza e la CEDU.

Adesione anche del Sindacato della Polizia penitenziaria COSP sensibile da sempre alla condizione degradante delle carceri italiane per detenuti ed operatori.

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