Nell’anniversario della Liberazione, non possiamo non pensare a quando un anno fa noi Giovani democratici occupammo il circolo locale del PD. Lo facemmo in quella data simbolica perchè ritenemmo che in un momento dove tutto sembrava andare per il peggio, bisognava prendere esempio da quei giovani che riscattarono l’onore dell’Italia nel bel mezzo dell’inferno, e provare, ognuno proprio piccolo, a cambiare le cose
(“La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà”, scriveva prima di essere fucilato Giordano Cavestro, partigiano diciottenne). Per questo, in un Italia dove molte forze politiche che si proclamano filopopolari rispolverano il tipico modo di ragionare dei fascisti (chi non è con noi è contro di noi, chi non è con noi è per forza corrotto, colluso, in malafede) ci sembra doveroso ricordare i giovani che persero la vita per la libertà d’Italia, con sacrificio ed abnegazione, senza prepotenza o spavalderia, ma solo con l’ardente desiderio di fare qualcosa di importante per il popolo a cui appartenevano.
Ci permettiamo di far nostre le parole che Italo Calvino, partigiano e grande scrittore italiano, fa pronunciare ad un partigiano ne “Il sentiero dei nidi di ragno”:
“Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano.”