Uno sversamento di rifiuti illecito pari a circa 13mila tonnellate di rifiuti, di cui 5.400 di frazione umida e 6.500 di secca, riversati in provincia di Foggia e nella Bat, nonché nei territori di Potenza e Benevento. È quanto hanno scoperto i carabinieri del comando provinciale di Foggia, il Noe e la Dia, la scorsa settimana. Tra gli arrestati, anche il nome di una persona figurante nella lista del pentito di camorra, Carmine Schiavone, e consegnata alla Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti.
«Si è a conoscenza, in maniera dettagliata, dei territori investiti da tale traffico illecito di rifiuti e come si intende intervenire per mettere in sicurezza i territori e le popolazioni coinvolte?» Se lo chiede il deputato foggiano Lello Di Gioia, che interroga i ministri dell’Interno, della Salute, dell’Ambiente e delle Politiche Agricole.
È nell’impianto della Biocompost Irpino s.r.l. di Bisaccia (Avellino), – spiega l’onorevole – dove i fanghi di depurazione avrebbero dovuto subire il trattamento previsto utile a trasformarsi in fertilizzanti per agricoltura. Dalle indagini emerge, invece, che gli scarti erano solo triturati e miscelati per poi essere trasportati e, infine, abbandonati all’interno di un’ex cava gestita dall’Edil C di Ordona (FG). Un sito, quest’ultimo, in corso di ripristino ambientale e a poca distanza da Herdonia, area di interesse archeologico. La frazione secca veniva, invece, conferita alla Spazio Verde Plus, cooperativa di Carapelle, per poi giungere a un impianto di stoccaggio di Foggia, da dove, successivamente, era trasportata e abbandonata illecitamente nelle cave dismesse di Trani e Poggio Imperiale.
Non mancherebbe nemmeno il coinvolgimento, secondo le indagini, di alcuni agricoltori compiacenti che avrebbero scaricato e bruciato i rifiuti anche in alcuni terreni della Capitanata, di Potenza e di Benevento. Gli inquirenti avrebbero escluso possibili pericoli per la salute, al contrario di quanto avvenuto nella terra dei Fuochi. Persino nella relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, durante la scorsa legislatura – continua Di Gioia – quando si parla di Puglia, non si chiariscono, però, i danni all’ambiente, alle popolazioni locali, né i dati tecnici a conoscenza; forse, dunque, sono stati sottostimati gli accertamenti a garanzia della salute pubblica e del territorio.
Ai ministri competenti si fa presente l’urgenza di trovare un accordo con le istituzioni locali e regionali per la verifica dei danni fin’ora determinati da tale traffico illecito di rifiuti e, di controllare se, in tale traffico, sono coinvolte anche le discariche del Comune di Foggia e di Deliceto.
Necessaria sarebbe anche – chiosa Di Gioia – avviare un’indagine epidemiologica aggiornata sugli eventuali effetti nocivi, nonché svolgere accertamenti sulle produzioni agricole provenienti dalle aree interessate, per i potenziali rischi alla salute umana in presenza di contaminanti.