Siamo in piena campagna elettorale e i partiti hanno bisogno di voti e di finanziamenti extra. I finanziamenti pubblici, e privati più o meno occulti, che già percepiscono non bastano. Le campagne elettorali dei partiti sono costosissime. Gli eserciti di attacchini e di rappresentanti di lista, le tonnellate di manifesti, le cene, le serate da ballo, gli “oboli” per l’accaparramento dei voti, hanno un costo altissimo. Chi li deve pagare? I contribuenti onesti! In che modo? Con la solita “gherminella”! Finanziamenti pubblici, camuffati con nomi diversi, e quelli occulti anche attraverso la promulgazione, modifica e/o integrazione di leggi a favore di un fascia di finanziatori e di elettori che garantiscano il voto.
La legge sul voto di scambio, che si discute in questi giorni in parlamento, è stata resa inefficace con la riduzione drastica delle pene. Una legge che, invece di punire, favorisce gli utilizzatori finali dell’uso degli strumenti di corruttela. Una legge mendace che i partiti utilizzeranno per formulare slogan, durante le campagne elettorali, vantando meriti bizzarri.
Stranamente, mentre a Roma si cerca di approvare una legge inefficace sul voto di scambio, parallelamente, sotto la campagna elettorale per le europee, in Regione Puglia si adotta un altro marchingegno: Si modifica e si integra la legge regionale n. 33 del 2007 con la legge regionale n. 16 del 7 aprile 2014.
In sostanza cosa promuove la legge in questione? Il trasferimento di competenze ai comuni per “consentire mutamenti di destinazione d’uso” già stabiliti dagli strumenti urbanistici esistenti. Infatti, il comma 1 dell’art. 8 bis della L.R. 16/2014 recita: “al fine di favorire il riuso e il recupero del patrimonio edilizio esistente, i Comuni possono consentire mutamenti di destinazione d’uso, con o senza opere edilizie e non comportanti incrementi volumetrici eccedenti le previsioni dello strumento urbanistico vigente, di immobili legittimamente edificati alla data di entrata in vigore del presente articolo in zone territoriali omogenee che lo strumento urbanistico generale prevede a destinazione mista”. Ora i Comuni potranno trasformare le costruzioni destinate a servizi in civili abitazioni e le aree destinate a verde pubblico o privato in cemento. Per questa modifica il Pd di Manfredonia canta vittoria. Ora diventa possibile usare il territorio per favorire i soliti “non” noti. Basta una semplice approvazione del Consiglio Comunale e i mutamenti di destinazioni d’uso saranno eseguibili. Il Consiglio Comunale di Manfredonia e quello regionale sono governati dal PD ma i partiti di opposizione, dal livello regionale a quelli locali, non si sognerebbero mai di contrastare un boccone così prelibato. Un condono edilizio camuffato che riceve il benestare di tutti i partiti.
A Manfredonia, di fatti, alcune aree destinate a servizi, hanno subito un mutamento di destinazione d’uso “camuffato” ancora prima che si edificasse. Si sono costruite e vendute, per civili abitazioni, stabili che dovevano essere destinate a servizi. Sia i costruttori che gli acquirenti sapevano già che, prima o poi, avrebbero beneficiato di una legge o una delibera “ad hoc”. Promessa mantenuta.
Naturalmente i beneficiari della legge non potranno fare altro che ringraziare i propri benefattori. In che modo? Con il voto o con altro!
E’ opportuno evidenziare che, per gli acquirenti degli appartamenti destinati a servizi, i costi dei tributi sono più elevati rispetto alle civili abitazioni. Con l’escamotage della legge regionale 16/2014 i beneficiari scaricheranno le loro “incombenze” sui soliti “fessi pagatori”.
Il progetto è andato a buon fine, i soggetti interessati sono “appagati”, voti e finanziamenti sono assicurati.
Comunicato Stampa Sipontini 5 stelle in MoVimento